dalla Cgil:
Domani, lunedì 4 aprile alle ore 10, l’ex dipendente di Sigonella con la mansione di vetrinista Carmelo Cocuzza, licenziato ingiustamente 16 anni fa e in attesa di reintegro e risarcimento, si presenterà per la terza volta nella sede di Sigonella NAS I Strada Statale 192, affiancato dal suo legale, l’avvocato Concetta La Delfa e al seguito dell’ ufficiale giudiziario e dei carabinieri, per effettuare un pignoramento risarcitorio; si tratta di una cifra considerevole che dovrà essere saldata dagli USA. Cocuzza stavolta si prepara ad avviare un pignoramento a carattere mensile per gli stipendi che maturerà nel futuro fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Lo comunicano la Cgil e la Filcams Cgil di Catania.
All’ appuntamento si presenteranno anche il segretario generale della Cgil, Giacomo Rota, la segretaria generale della Filcams Cgil Margherita Patti e Giuseppe Grillo componente di segreteria del sindacato del commercio, turismo e servizi catanese, “nella convinzione che questa battaglia debba essere seguita dal sindacato sino in fondo, in quanto emblematica di un diritto che tenta di essere soffocato a dispetto della giustizia italiana e del buon senso democratico”.
Oltre alla non reintegra, infatti, gli USA stanno negando a Cocuzza il diritto all’applicazione dei benefici della legge n. 98 del 1971 e successive modificazioni ed integrazioni e la garanzia della ricollocazione, nel proprio territorio, nell’ambito dell’amministrazione pubblica, ai sensi dell’articolo 2, comma 100, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che prevede l’assunzione a tempo indeterminato nei ruoli organici del personale delle amministrazioni dello Stato, in soprannumero e sovra organico, secondo uno speciale procedimento di accesso al pubblico impiego, dei cittadini italiani che hanno prestato la loro opera nel territorio nazionale alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica.
Diritto che era gia stato chiesto da Cocuzza nella fantomatica trattativa del 7 marzo e che per legge ne hanno usufruito centinaia di lavoratori di Sigonella e di tutte le basi USA in Italia.
Il primo tentativo, risalente allo scorso 12 febbraio, è stato interrotto solo perché il comandante di Sigonella si era impegnato per iscritto davanti ad un colonello dell’aeronautica militare italiana, ai carabinieri e all’ufficiale giudiziario, a risolvere il problema in tempi rapidi. Ai militari era stata accordata dunque una ulteriore possibilità di dialogo, che purtroppo non è stata recepita nei fatti neppure nel corso del secondo tentativo avvenuto esattamente un mese fa.Questa volta il pignoramento appare inevitabile.
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