Occupazione, vertenza Qè Call center, Catania: oggi corteo e presidio davanti al palazzo Esa


Pubblicato il 23 Settembre 2016

Vertenza Qè Call center: oggi, 23 settembre, manifestazione e corteo dei lavoratori a Catania. Concentramento in piazza Roma. SLC CGIL e FISTEL CISL di Catania organizzano per oggi venerdì  23 settembre 2016 una manifestazione con corteo delle lavoratrici e dei lavoratori del call center Qè di Paternò ( CT ) con concentramento alle ore 9,30 in Piazza Roma.

È previsto un corteo con sit-in e presidio che terminerà davanti palazzo dell’Esa. Seicento lavoratori rischiano di entrare nel tunnel della precarietà sociale ed economica con un conseguente impoverimento del nostro territorio.

http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=7602

sulla vertenza si registrano iniziative parlamentari:

“bisogna scongiurare il licenziamento dei lavoratori del Call center Qè di Paternò, un’azienda che gestisce commesse inbound e outbound per diverse aziende, Wind e Sky, con partecipazioni anche statali come INPS ed Enel”. Questo l’appello delle deputate Luisa Albanella, Camera dei Deputati, e Concetta Raia, Assemblea Regionale Siciliana, che hanno già presentato due interrogazioni urgenti nelle rispettive sedi istituzionali, annunciando la loro partecipazione domani al corteo organizzato dai lavoratori. Sarà presente anche l’assessore al Welfare del comune di Catania, Angelo Villari.

La parlamentare Albanella ha anche chiesto e ottenuto per la settimana prossima un incontro tra le organizzazioni sindacali e il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano.

 “Da diverso tempo, l’azienda vive una crisi che appare ormai irreversibile ponendo a rischio il futuro di circa 600 lavoratori – spiegano le deputate democratiche – dopo la cassa integrazione, i contratti di solidarietà, il fallito tavolo tecnico in Prefettura a Catania con il passo indietro delle società Gpi e Transcom, che avevano manifestato l’interesse ad acquistare il call center, oggi l’azienda, con un debito di circa 6,5 milioni di debito dei quali, secondo le stesse dichiarazioni dell’amministratore unico, la maggior parte deriverebbe dal mancato pagamento dell’IVA, con conseguente attestazione di evasione fiscale, sembra proiettata verso il fallimento”. “Tutto ciò è inaccettabile – aggiungono – all’incertezza del domani, per i lavoratori si aggiunge il dramma quotidiano di non percepire lo stipendio già da 3 mesi” .

Entrambe le interrogazioni sollecitano l’apertura di un tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo economico al fine di trovare soluzioni idonee alla salvaguardia del posto di lavoro, in un territorio già segnato da una profonda crisi economica ed occupazionale quale quello della provincia di Catania.

 


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