Da Marco Iacona arriva “A Destra niente di nuovo, quasi un diario di bordo”

Malgrado questa destra di governo, c’è ancora vita a destra? Dopo avere letto il lavoro di Marco Iacona “A Destra niente di nuovo quasi un diario di bordo” per i tipi di “Youcanprint”, la speranza resta. Ma la disperazione corre lungo tutto questo pamphlet di un intellettuale che non è salito all’italiana sul “carro dei vincitori”. Scrive di lui Fabio Granata nella prefazione al testo: “…Educato alla difficile Scuola del Dubbio, ha sempre odiato gli autoreferenziali, gli ipocriti e i palloni gonfiati. Il suo, con la ‘Destra’, è un rapporto di odio/amore, come quello di un amante tradito e deluso, comunque oramai del tutto disincantato. Ma la sua intelligenza critica e pungente riesce a fare a pezzi luoghi comuni, aprendo sempre alla riflessione…” Continua Granata: “…Da Zolla a Tolkien, da Mussolini a Pavese, da Toscanini a Longanesi, da Catania a Trieste, il ritmo incalzante della scrittura erudita e cinica di Iacona, stimola il pensiero e la rivisitazione critica di personaggi e stagioni della storia non solo della Destra…”

Il libro è pieno di idee (talune poco digeribili a parere di chi scrive), addirittura si direbbe. Nell’ Italietta di oggi è sempre più difficile imbattersi in lavori del genere: siamo ancora nel mondo del “o con loro o contro di loro” con le miserie e le bassezze di ogni giorno. Per questo è ancora più interessante leggere Iacona, che non ti lascia quasi mai soddisfatto, non ti conforta, non ti spinge all’ottimismo (e meno male!), ma ti conduce in atmosfere rarefatte, che possono magari non piacere ma di certo non lasciano indifferenti.

Certo, viene fuori la delusione. Verso un mondo, verso un sentire, verso scelte. Ma forse l’autore dimentica che questa non è solo l’Italietta di sempre, è peggio: è la società del banale, ora e sempre. Banalizzazione e spettacolarizzazione di tutto o quasi, dal dolore alla gioia, dall’amore (dicono che esista) all’odio. Che per “sfortuna Loro”taluni non hanno dimenticato. E meno male. Come nel caso della modernità. Banalizzata anch’essa. “…”La modernità -scrive Fabio Granata- è esclusivamente umana, troppo umana e bisognerebbe avere nuovamente la capacità di immaginare un mondo ‘nuovo’, attraverso una visione legata alle radici della civiltà classica, nella sua capacità di cogliere la grandezza e la fecondità del ‘senso’ tragico del vivere. Un programma ambizioso: la prospettiva possibile e grandiosa di un nuovo Umanesimo…”.

Allora, la delusione per la “scelta” di questa destra di governo “che porta i sorrisini buoni al democratico Joe Biden” lascia spazio a Idee altre. Non il comodo accomodarsi in “stanze” dove si eseguono “ordini” decisi altrove (si chiamano ordini della grande finanza e della grande industria, perchè Marx avrà avuto mille torti ma su questo e tanto altro aveva e ha ragione), ma Idee che diventano Azione. O parole. Pensare ancora oggi non è reato.

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Benanti

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