di iena Porthos
Avevamo chiesto al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catania, indicandone le ragioni nella libertà di stampa, di rilasciarci copia della delibera di incarico in favore del Prof. Agatino Cariola, con il relativo impegno di spesa, in forza della quale l’illustre Accademico ha reso il parere legale che, condiviso dalla commissione elettorale, ha portato all’ammissione dei candidati sospettati di ineleggibilità.
Oggi è arrivata la risposta e, come talvolta accade, la realtà supera l’immaginazione.
Il Consiglio ci ha rilasciato l’estratto del verbale di seduta del 15 gennaio 2019 con l’astensione del Presidente Avv. Maurizio Magnano di San Lio in quanto lo stesso dichiara di avere richiesto, quale presidente non del consiglio dell’ordine ma della commissione elettorale, il noto parere al prof. Agatino Cariola.
In conseguenza il consiglio dell’ ordine evidenzia di non aver mai deliberato di chiedere un parere al prof. Cariola nè, di conseguenza, aver assunto alcun impegno di spesa.
La commissione elettorale è un organo interno del consiglio dell’ordine privo di autonomia finanziaria e di risorse; pertanto dobbiamo dedurre che il parere del prof. Cariola sia stato reso a titolo gratuito e dietro una semplice richiesta verbale.
Una eventuale richiesta scritta, infatti, costituirebbe sempre un atto del Consiglio (tramite il suo organo interno) e quindi rientrava nella nostra istanza di accesso.
Le incongruenze appaiono clamorose: la commissione elettorale, nella sua prima seduta, si è trovata sul tavolo un parere legale che non era stato richiesto collegialmente dalla stessa commissone, magari dopo aver esaminato le candidature presentate, ma era il frutto di una iniziativa personale del presidente non richiesta nè sollecitata da alcuno degli altri componenti.
Che il parere poi abbia condizionato la commissione è evidente, posto che quest’ultima gli ha dato maggior peso di una sentenza della Cassazione a sezioni unite.
A questo punto ci chiediamo: il prof. Cariola ha lavorato gratis? Lo ha fatto per amicizia personale? O per spirito di servizio nei confronti della commissione elettorale? Qual è l’interesse pubblico che giustificava la richiesta di un parere legale con tanta urgenza, senza prima verificare se la commissione potesse avere un’opinione autonoma?
E’ possibile che un organo collegiale subisca un condizionamento senza nulla osservare, e che lo stesso consiglio dell’ordine si ritenga estraneo a questi comportamenti individuali?
Ed infine: chi avrà un obbligo di riconoscenza nei confronti del generoso gesto del prof. Agatino Cariola?
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