di iena Athos
Pregiatissimo Direttore,
leggo con interesse le Sue note di commento delle vicende del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, e apprezzo l’interesse della Stampa per la nostra categoria.
Sono anche io un avvocato, di modeste dimensioni professionali, attanagliato dalla crisi, però sempre attento alle questioni della nostra rappresentanza, che ritengo importanti: vorrei anche io, come tanti colleghi, un Consiglio forte, che magari ci lasci sottomessi come siamo, ma eviti di farci calpestare da tutti.
La mia modesta posizione professionale mi impedisce di espormi pubblicamente, per ragioni che saranno chiare continuando a leggere; mi perdonerà, quindi, se mantengo l’anonimato usando uno pseudonimo ispirato dalla firma di un recente articolo che Lei ha pubblicato.
Non concordo con il mio amico Porthos, che insinua dubbi di accordi, pastette, inciuci; a me sembra che un Consiglio forte debba vantare una forte dignità dei suoi componenti, per poterla pretendere dagli interlocutori, primi tra tutti i Magistrati.
La dignità impone non solo il rispetto della Legge, che riguardo alla questione del superamento del doppio mandato mostra interpretazioni diverse e anche fantasiose, ma ancor prima di quel Decoro che domina il nostro Codice deontologico.
Insomma, se quello di Consigliere è un servizio, perché restare ad ogni costo incollati alla poltrona? Perché non accettare l’idea di un turno di riposo?
Uno dei candidati l’ha fatto, dimostrando che è possibile lasciare il posto ad altri e mantenere apprezzamento generale; perché non lo fanno anche gli altri, i ben noti ineleggibili, dei quali Lei ha pubblicato i nomi?
Assisto invece a un accanimento, a una lotta che non è più una competizione leale tra Colleghi ma travalica e diventa personale; gli uscenti pretendono che si stia “o con loro o contro di loro”, facendo intendere che chi sta contro … sarà visto con occhio diverso.
Non ho le forze per espormi in prima persona e mi limiterò a esprimere il mio voto. Non ho potuto farlo perché intendevo recarmi al seggio il sabato mattina, ma a quanto sembra avrò un’altra occasione.
Voterò per chi ha dimostrato di saper fare un passo indietro e per chi è riuscito a ripristinare la legalità violata. Apprezzo chi ha saputo esporsi in prima persona per tutelare anche il mio piccolo voto, ed escludo che chi ha avuto questa forza possa piegarsi a piccoli accordi post-elettorali.
Mi piacerebbe che Lei intervistasse tutti i protagonisti di questa storia; che chiedesse agli ineleggibili le ragioni di questo comportamento che ci lascia in situazione sempre precaria, che impegnasse “il nuovo che avanza” sui programmi già annunciati, che chiedesse al Presidente (ormai ex) le ragioni di quelle parole “e ora vi potete sfogare”.
Soprattutto, Le sarò grato se continuerà a seguire le vicende forensi anche dopo il caldo periodo elettorale.
Con apprezzamento, Suo
Athos.
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