La notizia è di giovedì: i commissari all’Ordine dei medici si sono insediati. Ma è già da giorni che Nino Rizzo e Lucio Di Mauro vanno sostenendo come il merito del commissariamento disposto dalla Grillo, la Giulia ministro della Salute, sia stato il loro: “Esprimiamo soddisfazione – scrivevano in un comunicato firmato con Alfio Pennsi, Emanuele Cosentino, Rosalia Lo Gerfo – è stata la nostra iniziativa – il ricorso al Tar del 4 settembre – a chiamare in causa il ministro”.
Ora, siccome Nino Rizzo e Lucio Di Mauro, più volte a sostegno di Buscema si sono candidati e 7 anni in consiglio ci sono pure stati, per non dar sospetto che la rottura, con le dimissioni presentate solo a luglio, sia arrivata giusto un attimo prima della fine del Massimo presidente, passino ai fatti: dicano cosa e come hanno votato e quali delibere hanno approvato e mostrino i verbali.
Dicano dell’acquisto della “sede dell’ordine dei medici… che ancora non c’è” – per citare “Sudpress” – che del 30% ha fatto aumentar la quota di iscrizione annuale e di un mutuo di quasi 4 milioni di euro che da oltre un anno e mezzo grava e per altri 25 anni graverà su tutti i medici catanesi, senza che vi sia alcuna notizia sull’inizio dei lavori di ristrutturazione.
Del resto il Codacons, il 7 settembre sempre in un comunicato, un altro, di Di Mauro e Rizzo ne dava una definizione: “consiglieri Codacons”. Attribuendo loro “un ruolo determinante nell’aver evidenziato le molteplici criticità dell’Ente”. E, a proposito della “sede dell’Ordine… che ancora non c’è”, chissà i “consiglieri Codacons”, Rizzo e Di Mauro appunto, quanto avranno battagliato per scongiurar “l’affair”. Tuttavia, tanto nella delibera del 10 maggio 2016, la n.61, per l’approvazione del preliminare, quanto nella delibera del 12 dicembre 2016, la n.126, per l’autorizzazione dell’acquisto, quello del consiglio è stato un voto unanime.
E sulla Fondazione, correva l’anno 2015, viene da chiederselo se Nino Rizzo e Lucio Di Mauro ne abbiano approvato l’istituzione.
Dalle parole agli atti, dunque.
Che poi, a dirla tutta, Nino Rizzo, è stato candidato alle elezioni amministrative del 10 giugno in coppia con Ersilia Saverino, che di Massimo Buscema è la consorte. Appena due settimane dopo, però, il 26 giugno, colpo di scena o colpo di teatro: a richieder l’ispezione dell’Ordine al ministero sono Rizzo e, manco a dirlo, Di Mauro.
Una domanda, quindi, va domandata: in un mese, se non meno, da giugno, mese di elezioni, a luglio, mese di dimissioni, cosa è cambiato & cosa è accaduto?
In fondo, del dissenso dei due, Nino Rizzo e Lucio Di Mauro, e degli altri tre, era stato addirittura Massimo Buscema in un’intervista a “La Sicilia” ad esserne stupito: “Sollecitano una verifica su atti che loro stessi hanno votato”. E se si è stupito persino Buscema… abbiamo detto tutto.
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