Ottimax Italia SpA del Gruppo Bricofer è stata condannata per condotta antisindacale e alle spese legali. Sedici lavoratori iscritti alla Cgil di Catania avevano rifiutato il trasferimento al Nord Italia. Foti (Filcams Cgil CT): “Una sentenza storica”


Pubblicato il 12 Aprile 2024

FILCAMSCGIL di Catania e Caltagirone Comunicato stampa
Ottimax Italia SpA del Gruppo Bricofer è stata condannata per condotta antisindacale e alle spese legali. Sedici lavoratori iscritti alla Cgil di Catania avevano rifiutato il trasferimento al Nord Italia. 
Foti (Filcams Cgil CT): “Una sentenza storica. 
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La Ottimax Italia SpA del Gruppo Bricofer è stata condannata per condotta antisindacale nei confronti della Filcams Cgil di Catania sulla gravosa situazione dei 16 lavoratori iscritti alla Cgil che, a causa della chiusura del punto vendita di San Giuseppe la Rena (ex Auchan), hanno rifiutato il trasferimento al nord Italia.

La sentenza è del 10 Aprile:

il Tribunale di Catania ha condannato la società dando ragione al sindacato che aveva anche sottolineato l’esistenza di 

accordi transattivi e tombali presentati dall’azienda, inducendo l’Inps a rifiutare l’erogazione della disoccupazione e abbandonando i lavoratori in uno stato di incertezza sia economica che sociale. 

I dipendenti si sono trovati, in sintesi, indirettamente licenziati e senza alcun ammortizzatore sociale.

La sentenza obbliga così l’azienda a modificare il modello UNILAV di chiusura rapporto, specificando che le dimissioni presentate dai lavoratori sono state giustificate da un trasferimento oltre i 50 km e con tempi di trasporto oltre gli 80 minuti, con il conseguente diritto di prendere la Naspi, e obbliga l’affissione della stessa sentenza in tutte le bacheche sindacali dell’azienda per 60 giorni. La Ottimax è stata condannata alle spese legali.

Soddisfatto il segretario generale della Filcams Cgil di Catania e Caltagirone, Davide Foti, che sin dall’inizio ha seguito la vertenza. “Sin dalle prime avvisaglie abbiamo lottato per la tutela dei diritti e dei lavoratori coinvolti in questa vicenda paradossale – racconta- Abbiamo contestato il fatto che chiudere un punto vendita e trasferire le lavoratrici ed i lavoratori al nord Italia rappresentava una forma di licenziamento collettivo celato. Ottimax Italia SpA avrebbe dovuto aprire una procedura di legge, la nota 223, che avrebbe permesso anche in caso di mancato accordo di accedere alla Naspi. E invece è accaduto ben altro.  Ottimax ha dimostrato in questa incresciosa vicenda tutta la propria durezza ai soli fini economici e del risparmio. La sentenza del Tribunale di Catania mette fine a un calvario che è pesato sulle vite dei sedici lavoratori iscritti alla Filcams Cgil e riassegna dignità civile a tutti loro.

Questa sentenza fa storia e segna un punto forte rispetto ad un metodo aziendale invasivo e sicuramente pericoloso che nel nostro territorio avrebbe potuto fare scuola, causando danni incommensurabili non solo nel settore commercio ma anche in altri ambiti lavorativi. Trasferire in massa, anche per una chiusura di attività, equivale ad un licenziamento collettivo e come tale le aziende hanno l’obbligo di attenersi a leggi e procedure che vedono il sindacato come interlocutore principale ponendo fine a scorciatoie di natura economica e finanziaria. Adesso i nostri 16 lavoratori avranno il diritto a un ammortizzatore sociale come la Naspi dopo mesi di povertà assoluta, senza lavoro e senza stipendio. Anche l’Inps che mesi fa rifiutava la domanda di disoccupazione, dopo aver bocciato il ricorso a livello nazionale dovrà farsi un bell’ esame di coscienza. Porteremo avanti le cause individuali contro l’Inps già aperte nel mese di Gennaio 2024 e supporteremo lavoratrici e lavoratori nelle future cause contro Ottimax Italia Spa su eventuali danni biologici causati e quant’altro. Un ringraziamento va ai nostri legali Carlo Maria Paratore dell’Ufficio Vertenze della CGIL di Catania, Carlo De Marchis e Silvia Conti della Filcams Cgil Nazionale, e alla nostra struttura nazionale, per il supporto che ci è stato assicurato”. 


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