Catania

“Palazzinari riuniti” (copyright ienesicule): piano regolatore del porto, ecco cosa denuncia “Volerelaluna”

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Documento diffuso in occasione della conferenza stampa di stamattina dell’associazione.

“IL NUOVO PIANO REGOLATORE DEL PORTO:

siamo sicuri che ci porterà dei vantaggi?

In questi mesi i mezzi d’informazione ci hanno illustrato un avveniristico Piano Regolatore del Porto (PRP). A qualcuno sarà venuta in mente Barcellona o Genova, rinate con il rinnovamento del porto. Ma a Catania sarà così o quel progetto aggraverà i problemi della nostra città?

La nostra associazione, con l’ausilio di un gruppo di esperti, ha esaminato quel piano e offriamo all’opinione pubblica e alle istituzioni le nostre considerazioni riassumibili in due domande:

  1. Il nuovo assetto proposto è funzionale allo sviluppo del sistema portuale della Sicilia orientale? Il soggetto proponente è, infatti, l’Autorità di sistema portuale che gestisce i porti di Catania, Augusta, Siracusa e Pozzallo per incrementare il traffico marittimo tramite la sinergia e la complementarietà dei quattro scali.
  2. Quali benefici (o quali danni) porteranno alla nostra città le nuove proposte?

Il Ministero per l’Ambiente, al primo esame del progetto in sede di Rapporto Preliminare della VAS, chiese di verificare l’esistenza di alternative più semplici, più economiche e meno impattanti, ma nel seguente Rapporto Ambientale di verifica del PRP ciò non è stato fatto: questo non contiene alcuna analisi di alternative che prevedano un uso più razionale e coordinato dei porti del sistema. Sorgono spontanee, quindi, alcune domande.

  1. C’èspazioutilizzabileneglialtriporti?

Nella Relazione al DPSS (Documento di Programmazione Strategica di Sistema) approvato nel 2022, riporta a pag. 99 questa tabella che risponde con chiarezza:

Da questa tabella si evince che ad Augusta gli spazi utilizzabili per la funzione commerciale e logistica sono quasi 7 volte quelli di Catania mentre le aree retroportuali sono 35 volte più grandi.

Allora perché non spostare ad Augusta tutti (o una parte) dei traghettiro-ro(quelli che trasportano i rimorchi dei camion)?

C’è un’autostrada nuova, comoda e sicura, ben collegata al porto di Augusta: una soluzione semplice, economica e realizzabile in tempi brevi. La rotonda del Faro Biscari si alleggerirebbe

del traffico pesante (è un passaggio obbligato verso l’aeroporto; e, in estate, sarebbe molto più facile raggiungere la Playa). Allontanare quel traffico farebbe anche migliorare la qualità dell’aria in città.

Ma spostando questo tipo di trasporti Catania ci perde?

Niente affatto: perdendo quel traffico si avrebbero solo vantaggi: si eviterebbero opere di forte impatto come il previsto sottopasso stradale presso il faro e come gli interventi sul torrente Acquicella; si eviterebbe anche il sensibile inquinamento dell’aria che essi producono. In questa ipotesi, nel porto di Catania si libererebbero spazi più che sufficienti per il diporto e per il crocierismo.

Non ci sarebbe, di conseguenza, bisogno della nuova darsena prevista a sud (che ha già avuto il parere contrario della Soprintendenza e del Ministero dell’Ambiente), né del nuovo porto turistico a nord, né dell’ulteriore spostamento della foce dell’Acquicella,previsione questa che contrasta palesemente con la normativa ambientale.

Ma c’è di più: possibile che l’esperienza non insegni nulla? Già nel 2012, la foce dell’Acquicella è stata spostata per realizzare una nuova darsena. Ma l’acqua è “testarda”: trova sempre la sua strada e continua a scorrere nel vecchio subalveo: ha già causato due smottamenti nella darsena realizzata solo 13 anni fa.

Inoltre, alleggerendo il traffico nella rotonda del faro e senza una nuova darsena, sarebbe inutile il previsto sottopasso, il cui punto più basso sarebbe almeno a cinque metri sotto il livello stradale, in una zona dove c’è una falda sotterranea, con tutti i problemi di smaltimento delle acque che ne derivano. E con i problemi di oggi (le bombe d’acqua che scaricano in tempi brevissimi enormi quantità) è prudente farlo? Abbiamo dimenticato i casi in cui gli automobilisti si sono trovati intrappolati nei tunnel? E, dovendo lavorare in presenza di falde sotterranee, quanto tempo ci vorrà per fare questi lavori? Noi catanesi siamo disposti a stare diversi anni, forse tanti, con la rotatoria del Faro chiusa per lavori? Facendo un lungo giro per andare all’aeroporto e alla Playa?

  1. Perché a nord est dell’attuale porto è previsto un molo per maxi-yacht?

La nuova darsena, prevista per maxi-yacht, comporterebbe la distruzione di una parte della scogliera dell’Armisi che riveste grande valore ambientale (secondo uno studio dell’INGV sono le lave più antiche, di circa 5.400 anni fa, visibili in città).

E poi, davvero 12 maxi-yacht faranno la fila per ormeggiarsi qui? Chi ce lo garantisce? Già oggi i pochi grandi yacht che arrivano in questa parte di Sicilia ormeggiano anche a Siracusa e Pozzallo, oltre che a Catania. E, anche se fosse vero, cosa porterebbetale ormeggio alla nostra città? Nulla: gli ospiti, spesso, fanno venire anche le vettovaglie da fuori; girano il Mediterraneo, al massimo faranno qualche cena in un ristorante di lusso di Taormina …

Da quale esigenza è nata questa idea? È noto che per questa previsione società private hanno proposto progetti; che sia un modo per spianare la strada a queste iniziative? È peregrino ipotizzare che questa darsena, realizzata dall’Autorità di Sistema con i soldi pubblici, possa restare senza maxi-yacht e che, alla fine, sia affidata per quattro soldi a privati?

  1. Le nuove edificazioni: un nuovo quartiere dentro il porto?

Non ci risulta dagli articoli dei media (se non andiamo errati) che l’Autorità portuale abbia accennato all’enorme quantità di edificazione prevista dentro il porto: circa 3.750.000 mc (equiparabili ad un quartiere di 37.500 abitanti) – ben otto volte la cubatura già esistente! – di cui non viene giustificata in alcun modo la necessità, né vengono fissate per i singoli edifici le destinazioni d’uso, tra le quali è prevista anche quella turistico-ricettiva (ovvero alberghi!).

Sappiamo che a Catania i vani sono troppi, che la priorità è il recupero, non nuove edificazioni. Si vorrebbe invece costruire, dentro il porto, una tale quantità di edifici da diventare un grande polo attrattore di traffico.

Di tutto questo il Consiglio comunale non è stato messo in grado di discutere. Noi – così come altre associazioni (LIPU, WWF e altre) – abbiamo presentato al Ministero dell’Ambiente un dettagliato rapporto con numerose osservazioni.

In sostanza: abbiamo il timore chedal nuovo PRP la città non avrebbe alcun vantaggio ma, anzi, danni e problemi.

Non siamo contrari a che si operi, non vogliamo che la nostra città resti ferma.

Vogliamo che le cose si facciano e si facciano bene, secondo i principi del rispetto dell’ambiente, dell’economicità, dell’efficienza e dell’efficacia, nella complementarietà tra i quattro porti del sistema della Sicilia orientale, senza scavalcare le leggi a tutela dell’ambiente e a seguito di un reale dibattito ampio, scientificamente fondato e sereno.

Smettiamola di considerare i catanesi dei bambini a cui – mentre si vuole cementificare a terra e a mare – si fa luccicare il sogno didiventare una nuova Genova.

Aspettiamo delle risposte chiare e siamo disponibili a qualunque confronto.

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Benanti

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