PALERMO: la disfida di Cammarata


Pubblicato il 03 Gennaio 2012

di Ettore Fieramosca

Spesso la realtà supera l’immaginazione e Palermo è il non luogo perfetto in cui tutto è possibile, perfino che un sindaco diventi invisibile. Non sappiamo quale sia il reale motivo di questo evento straordinario, né perché ci sia toccato in sorte questo scherzo della natura, ma sta di fatto che l’oscura presenza di Diego Cammarata aleggia come un fantasma tra le rovine della città e che il suo nome passa di bocca in bocca tra i cittadini, intercalato da espressioni ed epiteti impossibili da riportare per qualsiasi cronista.

Qualcuno ha cercato in questi ultimi anni di farlo comparire dal nulla come il mago che estrae il coniglio dal cappello, senza cavare un ragno dal buco, ma per compiere tale miracolo ad alcuni consiglieri comunali del centrosinistra (Un’altra storia e IDV) è rimasta un’ultima carta da giocare, quella di chiedere all’assessore regionale Caterina Chinnici di mandare dei commissari al Comune di Palermo per rovistare tra atti, delibere, bilanci e quant’altro per verificare eventuali abusi di ufficio e reati di varia natura da parte del sindaco e della sua giunta e eventualmente chiederne l’immediata rimozione.

In seguito ad un esposto presentato da IDV e da Un’altra storia contro il presidente Lombardo, i commissari regionali si materializzano a Palazzo delle Aquile, e con i loro tempi, a dir la verità piuttosto dilatati, rivoltano come un calzino la macchina burocratica del Comune di Palermo, mentre la giunta e la maggioranza di centrodestra continuano a saccheggiare le risorse finanziarie in un modo a dir poco disinvolto. Fino a qualche mese fa tutto è rimasto avvolto, come capita spesso in Sicilia, in un alone di mistero. Non una risposta da parte di Caterina Chinnici, né di Lombardo. Che i commissari si siano persi tra le stanze di Palazzo delle Aquile senza trovare il filo di Arianna? Tutto tace, ma qualcuno dei consiglieri che ha buona memoria riprende in mano le carte e riprova a bussare in modo ancora più insistente alla porta di Palazzo D’Orleans.

Tic toc! Chi è? Alberto Mangano (gruppo Misto), Aurelio Scavone (IDV) e Antonella Monastra (Un’Altra Storia). Comincia un nuovo pressing fatto di lettere, di richieste di chiarimenti in merito ai tempi e ai risultati dell’ispezione, comunicati stampa, articoli sui giornali e finalmente qualcosa si muove, ma in modo anomalo. L’Assessore Chinnici risponde timidamente che l’ispezione, dopo due anni, non si è ancora conclusa perché aspetta la relazione finanziaria. Poco tempo dopo, durante una conferenza stampa il presidente Lombardo dichiara ai giornalisti che sono state riscontrate evidenti irregolarità nell‘operato di Cammarata e della sua giunta, ma che non può adottare provvedimenti perché siamo in campagna elettorale.

A brevissimo giro di posta, Cammarata infuriato gli risponde: “”Lombardo una volta di più ci mostra quel che un uomo di governo non dovrebbe fare: lanciare dichiarazioni prive di riscontri o tacere.” Il duello, a colpi di comunicati stampa e minacce reciproche, diventa farsa perchè Lombardo lascia Cammarata al suo posto nell’attesa che il sindaco abbandoni lo scranno di Palazzo delle Aquile per trasferirsi a Mediaset. Il caso Cammarata – Lombardo però finisce in Procura perché i tre consiglieri presentano un esposto contro Lombardo e la Chinnici per presunte omissioni di atti di ufficio. E mentre la Procura di Palermo vuole processare Cammarata per disastro ambientale a causa della mala gestione della discarica di Bellolampo e del percolato che si infiltra nelle falde acquifere della città, da parte del presidente della Regione e dell’assessore Chinnici non arriva nessuna risposta nella speranza che anche stavolta sottosilenzio passi la bufera.


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