DI IENA MARCO BENANTI
Lo hanno chiamato “Risanamento di San Berillo”: nella storia di Catania si tratta di una pagina controversa, che ha segnato la vita di migliaia di persone “deportate” in periferia negli anni Cinquanta per lasciare spazio ad una speculazione immobiliare nel centro cittadino.
Ora si cambia, o almeno così dicono. Altra epoca, altra storia.
Ma le perplessità su alcuni fatti resta. Ad esempio; domani i gestori del parcheggio di Via Sturzo angolo via Rizzo dovranno andare via, liberando un’area di proprietà della società “Istica”; l’ Istituto Immobiliare di Catania (oggetto di investimenti del magnate ceco Radovan Vitek), cui spetta la realizzazione del parcheggio interrato e dell’area a verde sovrastante nell’ambito della convenzione, risalente al 2012, fra comune e privati per “chiudere” la “ferita” di San Berillo.
Il comune di Catania si sta prodigando, con grande solerzia: del resto, è proprio nella tradizione comunale catanese essere efficienti e pronti. Il relativo decreto finalizzato a “liberare” l’area era stato chiesto proprio da Istica: in un primo tempo il Tar di Catania aveva dato ragione, con la sospensiva, ai gestori del parcheggio, successivamente il Cga ha ribaltato la decisione.
Paradossalmente, i gestori del parcheggio (che hanno un regolare contratto con Istica, scadenza 2025) non sono contrari alle nuove opere, ma soltanto fanno notare che stanno perdendo il lavoro (da 40 anni operano in quel parcheggio in via Sturzo) con una celerità che -a loro dire- potrebbe lasciare ancora spazio a soluzioni diverse, senza assolutamente intaccare i progetti dei privati e della convenzione. Ma la politica, come accade talora in casi analoghi, fa altro. O meglio, si volta dall’altra parte. Perfetto esempio di cosa avviene in Italia da decenni: in nome della legalità, ovviamente. Eppure la stessa legalità consentirebbe agli Arena di rimanere custodi per un anno, magari limitando il disagio e le ulteriori conseguenze negative di una “liberazione” immediata dell’area. Ma solo ipotesi, nessuna volontà di trovare pure questa soluzione.
E dire che da “Istica” è stato paventata anche la “disponibilità a sopportare i costi per gli eventuali relativi indennizzi” Peccato che all’avvocato Fabio Greco che difende gli Arena non sia arrivata mai nessuna proposta conseguente.
“Istica” risulta aver motivato il sollecito al Comune di Catania in base a quanto previsto dalla convenzione del 2012, in particolare per il termine di cinque anni per realizzare le opere pubbliche e di urbanizzazione. Termine dalll’approvazione del progetto esecutivo: tradotto nel 2025. E allora cosa accadrà visto che fra bando e gara della relativa gara ci vorrà ancora un anno? Già, perchè nel frattempo, dopo il ricorso di Ance, il Tar di Catania ha annullato il bando già approntato per la gara sul parcheggio del vecchio San Berillo. Insomma, gli Arena perderanno il lavoro, l’area resterà in attesa di lavori (passerà con ogni probabilità un bel po’ di tempo).
Cose di Catania. O pardon, cose della legalità.
Abbiamo contattato il prof. Agantino Cariola che assiste “Istica” per spiegare la posizione della società: attendiamo una risposta al riguardo. Che per il momento non è arrivata.
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