Quel “pasticcione” di Salvo Pogliese (già sindaco di Catania) non si smentisce mai: dopo i “pasticci” che gli hanno procurato una condanna (in appello la pena è stato ridotta nel cosiddetto processo delle “spese pazze” all’Ars, si attende l’esito in Cassazione) nelle ultime 24 ore ha fatto conoscere il meglio di sé anche in Parlamento. Su un emendamento (ribattezzato addirittura “salva corrotti”) presentato e poi ritirato, è nato un caso, finito con la tirata moralistica addirittura di Giuseppe Conte (uno che per il Potere, a parte il mostro di Loch Ness, è apparso disposto a fare alleanze con chiunque).
Ecco le nostre personale ipotesi di lettura del “fatto-commedia”.
Tradotto: “Silvio” Pogliese -superando anche Berlusconi con un’iniziativa “ad personamissima”-avrebbe tentato di agire pro domo sua. Incredibile, non credibile. Ma solo “comunisti” e “affini” avrebbero potuto pensarlo.
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