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Pd-Cgil, nasce la corrente neovillariana “A sinistra del Pd”
Pubblicato il 27 Agosto 2022
Ci risiamo. Neanche il tempo di elaborare il “lutto”, di “piangere” la “dipartita” politica del “Grande Papà”, Angelo Villari, e la Cgil di Catania torna al suo vecchio “lavoro”, nel solco dell’antica commistione, tutta catanese, tra partito (o corrente di partito) e sindacato: la campagna elettorale. Stavolta, però, il candidato non si chiama Villari, né Concetta Raia, né Michela Giuffrida, né Luisa Albanella, ma Mario Maugeri, operatore di Patronato Cgil, già consigliere comunale a Piedimonte Etneo: “E’ chiaro che non lavoriamo a farlo eleggere, i numeri di una volta non ci sono più, il nostro obiettivo è mettere su la corrente, “A sinistra del Pd”, e provare a ripartire”, ci dice una fonte interna alla nuova “corrente” Pd-Cgil. “Abbiamo già organizzato un incontro, alla presenza di Beppe Provenzano, e c’erano tutti quelli della Cgil di Catania, a dimostrazione che nessuno ormai sta più con Villari, né con Concetta Raia o Giacomo Rota che, tra parentesi, ormai sono fuori”. Tutti chi? “Tutti. Pino Mandrà, Carmelo De Caudo, Vincenzo Cubito, Pippo Glorioso, Davide Foti, Giovanni Pistorio (ma lui smentisce la sua presenza), tutto il vecchio gruppo…”, precisa la qualificatissima fonte interna. Insomma, i “villariani” al gran completo, gli stessi che facevano la campagna elettorale prima a Raia e poi a Villari. “Ma no – ribatte la fonte interna – adesso non sono più ‘villariani’, sono cambiati, sono persone diverse, persone ‘migliori’ – chiosa la fonte – sapessi come criticano Villari nella nostra chat…” Ma chi è l’organizzatore di questa corrente? “E’ Alfio Mannino, ma non solo lui. E comunque Alfio non c’era all’incontro”, conclude la fonte interna.
Non sono più “villariani”, è il refrain. Così come i “camerati”, si fa per dire, non lo erano più il giorno dopo la Liberazione, o come i sostenitori di Ceaucescu, si fa sempre per dire, non lo erano più il giorno dopo la destituzione del tiranno. E potremmo continuare. Di metafora satirica in metafora satirica.
Ma la sensazione, al momento, a vedere le foto dell’incontro organizzato in un hotel del centro di Catania (a proposito: chi paga?), diffuse in mattinata da un altro “villariano”, prontamente “riciclato” nella nuova corrente, Jacopo Torrisi, è quella di una mera operazione di “lifting”, nemmeno tanto riuscita, del gruppo di potere della Cgil di Catania. In platea (una trentina di partecipanti) si scorgono le “zucche” di sempre. Alla presidenza, dietro al manifesto elettorale del candidato, non c’è più Concetta Raia o Giacomo Rota, ma Vincenzo Cubito, numero due di Rota nella fase “declinante” della Cgil catanese, e Carmelo De Caudo, il segretario generale. Un’immagine “distopica”, a dir poco. Riuscireste a immaginare, per dire, Maurizio Landini a fare campagna elettorale per il candidato vattelapesca? Difficile, se non impossibile.
“Che ne pensi della nuova corrente Pd-Cgil?” chiediamo telefonicamente ad un dirigente minore. “Sono fuori, a Santa Maria del Focallo. Non ne so nulla. Quale corrente?”, risponde con tono sorpreso. “Quella appena fondata a sinistra del Pd, che sostiene un candidato del Pd alle elezioni regionali”, incalziamo. “Mi pare strano, la Cgil non può sostenere candidati, è vietato dalle regole e dal buonsenso”. Eppure è così: “Boh, ora mi informo. In ogni caso, la Cgil deve interloquire con tutta l’area progressista, a maggior ragione in questo momento in cui il Pd è il partito meno votato dai lavoratori. Perderemmo e allontaneremmo gli iscritti. Mi sembra una cosa autolesionista. Ma sei sicuro?”, chiede il dirigente minore. Sicurissimo. “Boh. Mi informerò – conclude il dirigente minore – adesso scusami, devo chiudere, ho la batteria al 6%…”
Telefoniamo allora ad Alfio Mannino: “Allora Alfio, che dobbiamo fare, me la rilasci quest’intervista?”, chiediamo. “Al momento sono fuori, prossima settimana, appena rientro, ci vediamo…”, assicura il segretario regionale Cgil. E non abbiamo motivo di dubitare che non sarà così. Alla prossima puntata
Attenzione: l’articolo può contenere tracce di satira
iena Marco Benanti
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