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Pd, “guerra” Catania contro Palermo: ecco cosa è successo davvero alla direzione provinciale del 21 settembre scorso
Pubblicato il 23 Settembre 2012
Retroscena sul caso del momento: Capuana e la riunione di partito di venerdì ….
di iena 007
Ma com’è andata veramente il 21 settembre scorso, alla direzione provinciale del Pd catanese? Al di là delle parole, talora davvero al “limite” dei fan che si sentono della “partita” (un po’ come allo stadio, all’italiana, mettendosi in “curva nord” e “curva sud”), cerchiamo di ricostruire quel “caldo” pomeriggio, nella sede “democratica” di Catania.Facciamo cronaca:
La direzione si apre con la lettura dei nomi in lista Pd. Tra i nomi non figura Capuana. Interviene Francesco Marano (esponente dei Liberal Pd) dicendo che Capuana è tesserato del Partito Democratico e Vice Presidente dei Liberal Pd di Enzo Bianco e pertanto ha tutte le carte in regola per essere candidato.
Dopo Marano, interviene Danilo Festa, del Pd di Motta Sant’Anastasia (è anche consigliere comunale). E cosa dice Festa? Che la scelta delle candidature dovrebbe avvenire sulla scorta del lavoro e della militanza. Ancora: che non sono i consensi che danno un senso al progetto politico ma è il progetto politico che dà un senso ai consensi. Non solo: Festa avverte che se ci sarà Capuana non ci sarà più il circolo di Motta! Che succede? Questa posizione è ripresa e condivisa da più parti compresi i Giovani Democratici con il segretario Damiano Pagliaresi ed alcuni esponenti dei circoli di Mascalucia e San Giovanni La Punta.
Qualcuno chiede come sia possibile che Capuana abbia invaso la città di manifesti senza il consenso del partito e qualcuno chiede se si possano adire vie legali per approprazione di un simbolo che non gli appartiene!
Più cauti si mostrano i deputati: Giuseppe Berretta attacca Bianco, Giovanni Barbagallo chiede più tempo per formare liste forti e Marilena Samperi si nostra preoccupata per il peso della lista che sembra costruita per prendere un solo seggio.
Poi, in “zona Cesarini”, ultimo disperato tentativo per convincere gli “anti-Capuana”: è quello di Paolo Mangione il quale chiede unità e si sofferma sulle capacità aggreganti di Capuana specialmente sui giovani.
Alla fine si vota la lista con la possibilità di aggiungere tre donne per ultimarla. Resta escluso Capuana che a questo punto, tranne “colpi di testa” palermitani, è orfano di lista.Questa la nostra ricostruzione che, nelle grandi linee, è molto verosimile.Alla fine qualcuno ironizza: “Pd Motta 1 Capuana 0”. Chi di Motta ferisce di Motta perisce?
Perché? Retroscena: ci sono comunicazioni ai vertici provinciali e regionali del partito da parte proprio del circolo di Motta che, ben prima della direzione del 21, ha preso fermamente posizione contro la candidatura di Capuana, in particolare per la sua storia politica e i “cambi di casacca” e in generale contro una certa modalità di avvio della relativa campagna elettorale.
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