L’ultimo boatos fresco di giornata (ieri) è quello che vede l’Mpa schierare a sorpresa (ma non troppo) uno dei suoi fuoriclasse, Nicola detto Lino (Linuzzu per gli intimi) Leanza da Maletto, paese di ciarameddi e fragole. Bella mossa, non c’è che dire.
L’ex segretario regionale del movimento, ex assessore regionale, ex deputato alla Camera anche se per pochi giorni – il ruolo di Cardinale come già riportato nella nostra rubrica “Ci nne ppi tutti”, gli è momentaneamente precluso – è indubbiamente uomo di peso e spessore politico che gode anche di credito in città in diversi ambienti: lavoro, sociale, cultura, cooperazione, e sindacato. Un osso duro per gli altri competitors. Unico limite: consonanti non sempre al proprio posto, e il mal di pancia frequente con i vertici – Raffaele Lombardo – del suo partito. Ma il mal di pancia, si sa, come viene, passa e pure in fretta.
Ma proviamo a dare un’occhiata alla griglia di partenza. In pole position troviamo l’immarcescibile Enzo Bianco, passato alla storia per la sua brillante presidenza dell’Anci e per la primavera catanese, ma anche per il cero di Pomodoro – chi “trugghiu di malacumpassa”-, per Gino l’educhino, per i Darvisci rotanti, per le lezioni in una estate catanese di Walter Veltroni e per i grandi disavanzi dell’Amt, ripianati annualmente con mutui che, forse, stiamo ancora pagando. Ah dimenticavo, la città lo ringrazia ancora per l’inutile (?) opera del parcheggio Due Obelischi. L’ex Ministro degli Interni ci tiene tanto, vuole tornare a contare, da qualche tempo a Roma (e non solo) si sono quasi perse le sue tracce. Il suo sogno è quello di uscire dal freezer e riutilizzare le bottiglie di champagne pronte all’uso per la festa e poi frettolosamente conservate nella campagna elettorale persa contro Scapagnini nel 2005. Riuscirà nel suo intento il nostro eroe? Secondo me “a catta, è malapigghiata”.
Anche perché, a rovinare i piani al senatore di Aidone, ci pensa il “compagno” di partito, on. Giuseppe Berretta con il suo “me l’hanno chiesto (ma cui ?), sono disponibile a candidarmi a sindaco” che crea non pochi imbarazzi all’interno di un Pd, comunque intenzionato ad incoraggiare la voglia del giovane deputato. Preparato, elegante, figlio di un galantuomo (ricordiamo ancora con piacere la signorilità del padre Paolo, docente universitario e vicesindaco proprio di Bianco), gradito a stampa e ceto medio, non sembra però godere di grande popolarità nei quartieri popolari e in generale in città.
Più credibile ci sembra la candidatura del “predestinato” Salvo Pogliese, figlio d’arte e (di papà), leader di quella destra (rinnegata dai più) giovanile e non, campione di preferenze e presenzialista doc – alle feste come in curva nord non manca mai – rampollo di una famiglia assai influente, Pogliese pronto alla solita campagna faraonica, potrebbe però pagare lo scotto di una mancanza di esperienza e credibilità soprattutto agli occhi di chi (e sono in tanti) lo considera ancora acerbo e poco disponibile al quotidiano estremo sacrificio di primo cittadino – n’carusazzu va -.
Abbiamo poi il prof. La Via (a proposito la via dell’Europa non si incrocia né con via Carlo Forlanini né con viale Bummacaro), astro nascente del gruppo Firrarello, uomo buono per tutte le stagioni. Già assessore regionale, attualmente europarlamentare, questa candidatura sembra alquanto debole per “via” della distanza (non solo Bruxelles- Catania) siderale che separa il cattedratico dalla città reale (non solo aule e cattedre ma anche e soprattutto fiera, pescheria, stadio, abusivi ecc.). Serio, morigerato, preparatissimo, potrebbe però essere penalizzato da quell’insopportabile aria di primo della classe e/o di snob annoiato poco in linea con le aspettative di una città pretenziosa, “ncazzusa”, vogliosa di essere amministrata da un catanese doc, insomma uno dei nostri.
E allora perché non pensare a una serie di nomi a sorpresa, gli outsider, insomma i classici “carichi da briscula fora via”? Che ne pensate di Saretto Lanzafame (detto Lumumba), sanguigno macellaio (in prevalenza di capretti) molto popolare in pescheria e già consigliere comunale del Msi negli anni 90? Oppure del vecchio, simpaticissimo ex capogruppo del Psdi al comune di Catania, Matteo “triaca” Bonaccorsi, famoso per i suoi coloriti quanto colorati interventi a notte fonda nel civico consesso? Ottime chance a mio avviso potrebbe avere “u zzu Luigi Sidoti” colonna del Msi poi An, pluri consigliere comunale e deputato alla Camera – celebre una sua lite con Sgarbi in commissione cultura – passato alla storia per le “cazziate” ricevute soprattutto in tarda serata dal suo storico capogruppo, on. Benito Paolone.
E ancora, gli ex consiglieri comunali: Brullo, Santo Furnari, Santo Privitera (poeta assurto però agli onori della cronaca per lo scandalo dei Benedettini, ma senza conseguenze giudiziarie alcune), Corrado Finocchiaro, Toti Finocchiaro – un po’ come i gemelli Filippini -, Filippo Grasso (orribili, a mio giudizio, le sue cravatte), Pippo Vinciguerra, Saro Condorelli, Ninuzzo Todaro, Giovanni Vellini, Grazia Giurato. Non è proprio la formazione della nazionale, ma una lista di ex amministratori che hanno dignitosamente amministrato questa città in passato. E perché no?
Certo parlando di candidati a sindaco, commetteremmo peccato mortale se, dulcis, in fundo, non parlassimo anche dell’avvocato Fiumefreddo, passato alla storia per aver quasi quasi messo più 6×3 (costano tanto) dei voti poi riportati nella sua disastrosa (ci riferiamo al deludente risultato elettorale) candidatura a sindaco di Catania. Un modo di dire certo, che però si presta bene a dare un’idea dei risultati di quella campagna elettorale. E allora parliamone. Che ne pensate di Fiumefreddo sindaco? Beh, questa volta, forse, ho davvero esagerato?
Iena Ridens
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