“Giro di boa” per la rassegna “Note in Teatro 2025” con una grande serata: oggi sabato 29 marzo alle 21 al Teatro “Gilberto Idonea” del Polo Culturale di Sant’Agata Li Battiati sito in via dello Stadio, arriva Alberto Gurrisi con il suo organo Hammond, insieme a Nico Gori, sassofonista e clarinettista tra i più rinomati. Con loro, la batteria di Antonio Petralia e la chitarra di Francesco Pantusa, “sicilian friends” di alto […]
PER LA RASSEGNA RIGENERAZIONI: AL ROOTS VA IN SCENA LO SPETTACOLO “ZIT!”
Pubblicato il 13 Febbraio 2025
Venerdì 14 e sabato 14 febbraio, alle ore 20,30, al Roots, in via Giuseppe Borrello 73, a Catania, ci sarà lo spettacolo ‘Zit’, prodotto dalla compagnia laziale il NaufragarMèDolce. Rappresentazione teatrale all’interno del cartellone Rigenerazioni.
Lo spettacolo “Zit!” nasce come studio sulla comunicazione e sull’impossibilità di comunicare, in bilico tra realtà e surrealtà, tra piccoli momenti di quotidiana follia ed esistenziali speculazioni sul linguaggio e sulle relazioni.
Partendo da una molecola dialogica che contiene in sé un ossimoro – l’invito alla comunicazione e la chiusura della comunicazione stessa (dici!…zitta!). Scritto e diretto da Chiara Casarico e Tiziana Scrocca sottolineano come questo “progetto è cominciato da un percorso di improvvisazione che ha dato vita a due personaggi impantanati in un’atmosfera beckettiana, tesi a cercare un dialogo che non riesce a svilupparsi verbalmente. Questa impossibilità di dire genera,invece, un ricchissimo dialogo di suoni, gesti, automatismi, ecolalie, ritmi, parole-suono che esprime la relazione, i ruoli, le condizioni psichiche, i fraintendimenti, le delusioni, le conflittualità, le complicità”.
Continuano la Casarico e la Scrocca: “I nostri personaggi sono come afasici, nella loro relazione hanno a disposizione solo poche parole per non dire e per riconfermare l’assioma che “non c’è niente da dire”. Un eterno rapporto vittima-carnefice che si muove intorno alla paura del silenzio che – in un gioco di scatole cinesi – rimanda alla complessità delle relazioni: dipendenza/bisogno/solitudine/giochi di potere/senso di colpa. Le parole appaiono come corollari inutili, anche se alla fine è la parola ad essere attesa come una manna dal cielo, come se fosse l’unico mezzo per dare senso alle cose”. Così come Wladimiro ed Estragone aspettano Godot, i nostri personaggi – che non hanno un nome proprio, ma sono semplicemente “Zitta” e “Dici” – aspettano che ci sia qualcosa da dire, qualcosa che restituisca senso, nella consolatoria illusione che le parole servano ancora a dare senso al mondo, all’identità e alle relazioni. Però, ogni volta, la delusione è inevitabile. Ma è proprio la delusione che porta avanti l’azione e riaccende la voglia di ritentare”.
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