di marco pitrella
“Frontiera culturale” l’hanno definita la realizzazione di una sezione del Museo Egizio di Torino i piddini del “centro storico”, che in un comunicato stampa ne hanno fatto il plauso. Le parole d’elogio – e che elogio – dalla segretaria del circolo Adele Palazzo (da First Lady a Cleopatra) sono state proferite. Tutt’altro che eredi DC sono, allora, quelli del piddì; fossero stati davvero (demo)cristiani come li si accusa, lo scudo crociato avrebbero impugnato e di quel che fu il Convento dei Crociferi, futura sede del museo, “una casa di preghiera”(ved. il Vangelo), cattolica & apostolica, avrebbero ri-costituito. Poi, per disegno divino, chiese come centri commerciali (l’Osiride del capitalismo) si sarebbero erte maestose all’ombra del liotro.
Del resto, anche nel rendere via Crociferi “patrimonio dell’umanità” (presenza della CGIL a parte) è stata fatta la volontà del Signore – “nelle strade che gli uomini realizzano vi sono le orme di Dio” (parafrasi di Tommaso D’Aquino) -. Neopagani, quindi, son loro del piddì, politicanti d’una città che “vive” fra i “nuovi idoli” venerati dall’egittologo (non piddino) Orazio Licandro, “sfinge” dell’amministrazione, metà assessore & metà comunista (con portafoglio) dalla cintola in giù. In fondo, un partito neopagano, appunto, come il piddì che ha al vertice della piramide TutanDavide Faraone, dell’arrivo a Catania d’una “filiale egizia” non poteva che gioirne.
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