di MC. Dentato
Ce n’è voluta…ma, alla fine, s’è capito! S’è capito cos’ha mosso il nostro Sindaco-benefattore a tuffarsi a capofitto nell’affaire “Tondo Gioeni”. Qualcuno dei suoi accorti collaboratori gli avrà detto che gli ingorghi piacciono, visto il numero dei partecipanti e, quindi, quale migliore occasione per favorire la socializzazione, il confronto e la fraternizzazione se non un bell’ingorgo, di quelli ad anello da cui non s’esce più, manco a morire? Ecco la trovata… e il Tondo Gioeni non si prestava, forse, assai bene allo scopo? Quindi scelta obbligata! E perciò: abbattimento immediato del ponte, sparizione di sottopassi, spostamenti di servizi e sottoservizi e, per giunta, in diretta, diretta televisiva. Adesso, per completare l’opera e migliorare il confort degli automobilisti in fila, si confida nel prossimo posizionamento di alberi, cespugli, fiori e fiorellini con l’aggiunta di qualche zampillante fontana ornamentale con mirabolanti giochi di luce notturna. In punta di piedi, ci si permette anche di suggerire la collocazione di un obelisco, come quello di Axum, con a cavallo una riproduzione del Liotro, ma di un Liotro con la proboscide all’insù e la coda diritta per la felicità e, perché no, anche di qualche bel megafono a tromba da cui si diffondano, ma in sottofondo, le note della sinfonia della Norma, tanto per fare omaggio a Bellini, soffocando nello stesso tempo imprecazioni e bestemmie di qualche maleducato di passaggio che non ha la sensibilità per capire l’acuto senso sociale dell’impresa! Siccome, poi, il Vaccarini, quando, dopo il terremoto del 1693, diede il taglio urbanistico alla nuova Catania, non poté allineare via Etnea con il vertice del Vulcano, non ci potrebbe provare oggi il Sindaco-paesaggista, facendo spostare ‘a muntagna? Così la visione sarebbe meravigliosa. Pensate. Paesaggio notturno con vista da via Etnea. Sullo sfondo di un cielo stellato agostano, Il Mongibello che tuona, lanciando lingue di fuoco, in secondo piano il parco Gioeni magnificato dai giochi d’acqua e di luce della fontana ornamentale, e in primo piano l’obelisco con l’elefante, con tanto di musica. Roba da non crederci. L’impresa catapulterebbe il primo cittadino tra i grandi della storia mondiale. Obietterete: ma ci vogliono troppi denari. Ma no, visto quello che s’è speso, di soldi si vede che ne abbiamo e pure tanti…eppoi cotanto fatto non ave prezzo, insomma come dire il gioco vale la candela, e si sa, su quest’ultima il nostro Sindaco qualche passata esperienza ce l’ha! Fuori metafora. Una città è come un animale. Possiede un sistema nervoso, una testa, delle spalle e dei piedi, scriveva nel 1947 John Steinbeck, quello di “Furore”, di “Uomini e Topi” e di “Pian della Tortilla”, tanto per intenderci. Ma qui, che razza di testa c’è?
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