Pippo Fava e il “5 gennaio liturgico”, Vip a confronto, ma manca una domanda: Aldo Ercolano è ancora al 41 bis?


Pubblicato il 31 Dicembre 2023

Puntuale come la biochetasi dopo gli eccessi delle feste, arriva il “5 gennaio faviano” con tutto il suo portato di celebrazioni, liturgie, interviste e qualche dimenticanza. Succede da decenni.

Organizzato secondo rituali e scenografie “antimafiose” e anche per le esigenze “politico-editorial-carrieristico” di varia umanità, fra cui quelle del figlio del giornalista ucciso dalla mafia, braccio armato della “borghesia stracciona”, nella “Catania di sempre” (quella di oggi è forse anche peggiore di quella del 1984), quello che si prospetta per il 5 gennaio 2024 è nel solco di tanti altri visti e “digeriti” nel sonno delle banalità.

Quest’anno, allora, avremo ospiti l’intellettuale di destra che piace anche a sinistra, avremo il procuratore che forse potrebbe diventare procuratore della repubblica di Catania, ma avremo anche quelli di sinistra, ma naturalmente “selezionati”, non i primi “scapestrati “che passano. Non si mai, che tirano fuori cose da “libero pensiero”. Effettivamente manca solo il sindaco di Catania che piace anche a sinistra perchè è “una persona perbene”. E le “persone perbene” sanno fare politica, sono affidabili. E sono anche per la legalità, che è il “faro”, assieme al carcere, di tanta parte della società italiana.

Ma a proposito: Aldo Ercolano, il boss condannato anche per l’omicidio Fava, è ancora al 41 bis? Massì, altrimenti avremmo avuto già una mezza sollevazione, come già accaduto una volta.

Buon 5 gennaio a tutti.

Ps: sarebbe meglio magari leggere Pippo Fava direttamente sui suoi testi, senza intermediazioni interessate e manipolatorie. Che forse tanti potrebbero scoprire un intellettuale libertario, che non c’entra nulla con l’immagine spacciata da tempo di “militante severo”.

iena anti antimafiosa Marco Benanti


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