“Pirateria televisiva”, 177 indagati. Un’altra importante operazione della Polizia postale di Catania diretta da Marcello La Bella

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Imponente operazione della Polizia postale e delle Comunicazioni di Catania: conferenza stampa a Catania con il brillante dirigente e vicequestore aggiunto, dott. Marcello La Bella(nella foto)

di iena antipirateria

La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania si distingue per un altro brillante risultato investigativo conseguito dopo un intelligente, serio e duro lavoro. Il merito, ancora una volta, va tutto alle spiccate qualità già più volte mostrate dal brillante dirigente per la Sicilia Orientale, il vicequestore aggiunto Marcello La Bella, e ai suoi uomini, più volte balzati agli onori delle cronache nazionali per operazioni squisitamente informatiche ma anche e soprattutto per la lotta senza quartiere che negli ultimi anni hanno portato avanti contro la pedofilia. Con risultati eccezionali, un tempo impensabili.

Nell’ultima operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, guidata dal dott. Giovanni Salvi, ben 177 persone sono state denunciate per frode informatica e violazione della normativa sul diritto d’autore. Tra di esse vi sono anche 17 gestori di server e 160 loro clienti, consegnati alla Giustizia al termine di circa duecento perquisizioni operate in tutta Italia (Catania è risultata la più “gettonata” con 60 fruitori e 5 gestori di server) da agenti della Polizia Postale. Numeri colossali che danno il senso della meticolosa e ingegnosa attività realizzata dalla Polizia Postale contro il fenomeno della “pirateria” televisiva (denominato “card-sharing”). Un giro illecito che consente la visione, a prezzi fuori mercato, su siti internet di prodotti offerti a pagamento dalla pay-tv.

Come vi abbiamo anticipato, l’operazione è stata illustrata stamane durante un incontro con i giornalisti in Questura, a Catania. Qual era il meccanismo di fondo? Con una somma variabile fra i 100 e i 200 euro all’anno era possibile vedere da casa le pay-tv: bastava collegarsi con un decoder a internet, agganciare un sito web illegale, acquisire, dietro il pagamento, i codici e in questo modo era possibile risparmiare qualche migliaio di euro.

Per condurre le sofisticate indagini la Polizia Postale di Catania si è avvalsa di una piattaforma informatica creata ad hoc dagli esperti e qualificati agenti. Uno strumento che le ha consentito di eseguire l’analisi e il monitoraggio della rete, individuando gli utenti coinvolti a vario titolo nelle attività illegali.

“Internet non è comunque un far west –ha dichiarato il dirigente per la Sicilia Orientale della Polizia Postale, il vicequestore aggiunto Marcello La Bella. In questo caso, come in altri simili, internet funge da strumento per diffondere il segnale, un server pirata riceve lo riceve e poi lo rivende ad altri. E naturalmente sfrutta la rete internet per fare tutto ciò”. E l’identikit del fruitore? “Benestante, borghese –ha aggiunto il dott. La Bella- e la maggior parte di essi non hanno precedenti penali”.

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Redazione Iene Siciliane

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