Più treni per tutti, anzi qualcuno in meno


Pubblicato il 14 Aprile 2024

di Attilio Pavone.

Una delle più diffuse tecniche di fake news è quella di riportare solo una parte della notizia, quella contenente la good news, ed omettere deliberatamente la porzione, generalmente preponderante, riguardante la bad news.

In questi giorni è circolata su tutte le testate locali la notizia dell’aumento dei treni tra Messina, Catania e Siracusa, rilanciata da numerosi blog e/o pagine social (in realtà non si tratta di una notizia, ma semplicemente di un comunicato della Regione, riportato in modalità copia-incolla pressoché identicamente).

La good news è che l’aumento (piuttosto modesto) dei treni tra Messina, Catania e Siracusa è vero. La bad news è che le risorse per questo incremento dei treni in Sicilia orientale, sono prese tutte a discapito dei treni nel resto della regione. Il solito gioco delle tre carte insomma, ve lo spiego con un disegnino:

Questa è la situazione corrente dell’attuale rete ferroviaria siciliana: in verde le linee attive, in rosso quelle chiuse per lavori. Per alcune, come la Palermo-Trapani via Milo o la Caltagirone-Gela, la chiusura si protrae ormai da oltre 12 (dodici!) anni, per altre, come la Catania-Palermo fino a Dittaino, da un annetto (e ce ne vorrà ancora almeno un altro), la Siracusa-Ragusa-Canicattì-etc invece è stata appena chiusa, e chiusa resterà fino a dicembre. Sul tipo di lavori per ora sorvoliamo, perché ci sarebbe da ammattire (cito solo alcuni dati: 20 miliardi di Euro per “potenziamenti” ed “ammodernamenti”, neanche un centimetro di linea nuova, 150 km di nuove gallerie… il ponte è un paravento).

A questo punto è facile intuire da dove vengono le risorse per i treni aggiunti sulla linea Messina-Catania-Siracusa. Bella forza, c’è mezza rete ferroviaria chiusa per lavori, da qualche parte i treni*km (la somma dei km percorsi da tutti i treni in un anno: è così che si misura la “produzione” del servizio ferroviario), previsti dal Contratto di Servizio tra Trenitalia e la Regione, li dovremo pur mettere.

Per verificare la nostra ipotesi, andiamolo a vedere più nel dettaglio questo contratto. Se ricorderete era stato annunciato con la consueta sequenza pietosa di fake-news: dalle mendaci motivazioni della stipula anticipata (quello precedente sarebbe finito nel 2026, ne abbiamo parlato qua -> Il diretto sotto l’albero), al giochino di parole sulla diminuzione del prezzo dei biglietti che in realtà era un corposo aumento. Bene, alla pagina 78 si legge che il totale effettivo (al netto di tutte le supercazzole che lo precedono) dei treni*km per il 2024 è di 10.232.473:

cioè circa lo stesso dell’anno precedente, quando però molte più linee erano aperte, ergo – visto il prezzo/km estremamente più basso delle (terribili) corse sostitutive in bus -, è facile capire che si liberano parecchie risorse economiche da impiegare altrove.

Ma il bello è che il totale dei treni*km del 2024, col nuovo contratto è addirittura inferiore ai 10.900.000 previsti dal precedente contratto rescisso anticipatamente:

Capolavoro! E non ci vuole poi una laurea alla Bocconi per capire che, con un nuovo contratto che a partire dal 2030 prevede un incremento sì del 20% rispetto alla produzione di quello precedente – che però risultava già terribilmente insufficiente nonostante le molte linee chiuse – se e quando tutte le tratte verranno riaperte sarà matematicamente impossibile assicurare un servizio decente su tutta la rete. Forse per questo conviene mantenere sempre un cospicuo numero di tratte chiuse.

Ciliegina sulla torta: i 2 (diconsi due) treni al giorno tra Catania e Caltagirone, che prima con le vecchie “littorine” Aln668 ci mettevano un’ora e mezza, adesso che ci sono i nuovissimi treni “Blues”, probabilmente a causa dell’eccessivo peso assiale per quella linea, ce ne mettono due! Il progresso, si sa, ha un prezzo.

Concludendo, quest’estate sarà impossibile andare a Trapani o a Ragusa in treno, e continuerà ad essere impraticabile andare da Catania a Palermo. Per non parlare della barbara dismissione della Circum tra Catania e Paternò a giugno, con solo metà del progetto della “metropolitana” appaltata (per chi volesse aggiornarsi: #Salvalacircum)

Altro che:

«maggiore attenzione sia nei confronti dei pendolari che dei turisti, anche in vista di una stagione estiva che vedrà certamente un notevole flusso di viaggiatori su tutto il territorio regionale e verso le città più visitate»

Forse Aricò pensa che siamo tutti rinco’.

Piccolo bonus extra: questa qui sotto è la mappa di prima, con l’aggiunta., sempre in rosso, degli 800 km di ferrovie dismesse (a fronte di 0 km di estensioni) negli ultimi 60 anni.

Buona estate.


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