Catania

PNRR, altro che definanziamento del governo, il tutto assomiglia più ad un “esproprio” di Catania e provincia e della Sicilia intera. Un esempio? i tagli per 185 milioni di euro soltanto sui Piani Urbani Integrati: report comune per comune

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di iena marco pitrella

Insomma, un esproprio è quello che si profila, un esproprio che soltanto per una voce del PNRR vale 185 milioni di euro destinati ai Piani Urbani Integrati della città metropolitana di Catania che il governo vuole tagliare, un esproprio che vale più di tutti i capitoli da definanziare dello stesso PNRR, soltanto nella nostra provincia.

A conferma, come pubblicato su “Livesicilia”, la Cgil ha redatto un dossier che elenca tutte le somme che potrebbero essere oggetto di definanziamento del PNRR di Catania e provincia: “370milioni di euro, 26milioni nei servizi e infrastrutture, 8milioni in meno sui beni confiscati; 58milioni sull’efficienza energetica, 5milioni sulla tutela del verde, 85milioni nella riduzione dell’emarginazione sociale, e 185 milioni di euro sulla rigenerazione, appunto, dei Piani Urbani Integrati.

Dunque, i Piani Urbani Integrati che hanno un fine preciso e definito: superare i profondi divari territoriali, cambiando, quindi, il volto d’ogni città, paese e quartiere.

E, a proposito di quartieri, non è difficile comprendere che in un contesto di rigenerazione urbana, i finanziamenti riguardassero anche le zone più disagiate, quindi gli ultimi.

È questa la destra, bellezza!

Tanti soldi che uno per uno per uno, i comuni della città metropolitana di Catania rischiano di perdere a causa delle manovre, pardon delle derive dell’odierno governo.

“Compenseremo i progetti tagliati con altre risorse”, ha rassicurato Raffaele Fitto, Ministro della Coesione Territoriale (e meno male!), ma con quali risorse non s’è capito; è quindi un ministro più confuso che persuaso, Fitto, e del resto non c’è da stupirsi: da uno che, nel 2015, fondo il movimento che di per sé è un controsenso, “Conservatori e Riformisti”, che t’aspetti?

Renato Schifani, presidente della Regione, mostra fedeltà e devozione: “La Sicilia lavorerà in piena sintonia e di intesa con il governo centrale su interventi strategici”.

Sembra l’anticipo dell’Autonomia regionale differenziata, quella ideata dalla Lega, con Roberto Calderoli in testa: l’Italia spaccata in due, vero presidente Schifani?

E gli autonomisti di Raffaele Lombardo? non pervenuti, figurarsi: andiamo bene.

Ma è di Catania, della città metropolitana, e, dicevamo, dell’esproprio comune per comune, che si vuol parlare … e nel dettaglio.

Per questo c’è da scusarsi con il lettore se si sarà un tantino didascalici, ma questo è …

Intanto, tanto per incominciare, Catania: i finanziamenti per i Piani Urbani Integrati avrebbero riguardato – il condizionale è ormai d’obbligo – il recupero di San Berillo & Corso Sicilia, e nello specifico, tanto per fare qualche esempio, tra le opere in elenco c’è la realizzazione di un parco urbano a Piazza Della Repubblica o altri interventi che vanno da piazza Teatro Massimo, sino a piazza Lupo.

Poi c’è il recupero di Librino, e nello specifico, tanto per fare qualche esempio, tra le opere in elenco c’è la realizzazione di un parco e l’ampliamento del campo di Rugby e la ristrutturazione della scuola “Brancati”.

E, ancora, il recupero di Monte Po’, e nello specifico, tanto per fare qualche esempio, tra le opere in elenco c’è, oltre ai parchi urbani, il ripristino delle aree del fiume Acquicella.

Infine, il recupero di Ognina & Picanello, e nello specifico, tanto per fare qualche esempio, tra le opere in elenco c’è in progetto il ricucire gli spazi che dalla stazione di Ognina portano al mare.

Se tanto mi dà tanto, Catania indosserebbe tutt’altro abito, finalmente!

Invece … così facendo e così continuando, tutto potrebbe andare perduto, e la conseguenza una sola sarebbe: rimarrebbe periferia San Berillo e rimarrebbe periferia Librino, rimarrebbe periferia Monte Po’ e rimarrebbe periferia Picanello: a Enrico Trantino, sindaco di Fratelli d’Italia, piace, di grazia?

Accanto, vi sono i cosiddetti “contesti intercomunali”.

Misterbianco e Motta Sant’Anastasia o Paternò, Adrano, Biancavilla, Ragalna e Santa Maria di Licodia; progetti per milioni di euro che andrebbero perduti.

Milioni di euro che andrebbero perduti a Bronte, Maletto, Maniace o a Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Piedimonte Etneo e Calatabiano.

Non sarebbero da meno Giarre, Riposto , Santa Venerina, Zafferana e Millo e non sarebbero da meno Acireale, Aci Castello e Aci Catena.

Milioni di euro che non arriverebbero per realizzare i progetti a Mascalucia, Belpasso, Camporotondo Etneo, San Pietro Clarenza o Nicolosi, Trecastagni e Pedara e milioni di euro che non arriverebbero a Valverde, Aci Bonaccorsi e Aci Sant’Antonio.

E siccome è la somma che fa il totale, quello che si potrebbe prospettare è un taglio che tra Catania e i “contesti intercomunali” appena elencati varrebbe più o meno 134milioni di euro.

E il calatino? Per i quindici comuni la cifra si aggira intorno a quasi 52milioni di euro: arriveranno?

A Caltagirone, tra i tanti progetti, c’è in cantiere, tra gli altri, la rifunzionalizzazione dell’area Unesco del quartiere Matrice e Sant’Agostino, e finanziamenti per circa 8milioni di euro, mentre a Grammichele la riqualificazione di un intero quartiere, Giandritto, per 4milioni e mezzo, così come a Vizzini, dove il progetto di rigenerazione urbana riguarda il potenziamento del verde pubblico l’area est, in cui sono presenti diversi immobili popolari di proprietà degli IACP; la riqualificazione di impianti sportivi a Ramacca e Mirabella Imbaccari.

Come, in fondo, progetti di riqualificazione urbana sono previsti a Palagonia, a Raddusa, a Castel d’Iudica, a Mazzarrone, a San Michele di Ganzaria, a Mineo, a Licodia Eubea, a San Cono, Scordia e a Militello.

In sintesi, i progetti sono stati presentati e finanziati e addirittura qualche lavoro avviato; adesso c’è la probabilità dell’ esproprio, e che esproprio, un grande esproprio.

Ora, una domanda va domandata: cosa sarebbe successo, a suo tempo, se il governo dell’epoca, avesse deciso di tagliare i finanziamenti del “Piano Marshall” per la ricostruzione dell’Italia nella seconda guerra mondiale?

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Marco Pitrella

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