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Pnrr, Catania: dopo i 74 milioni dei Piani Urbani Integrati, anche i 20 milioni per la Rigenerazione Urbana a rischio “esproprio” del governo nazionale
Pubblicato il 04 Agosto 2023
di iena marco pitrella
Catania c’è, ad oggi c’è, e le toccherebbero, tra gli altri, anche i 20milioni di euro di finanziamento per progetti di Rigenerazione Urbana, è il decreto del 19 ottobre del 2022 a stabilirlo.
Scopo di tali progetti è quello di ridurre i fenomeni di marginalizzazione e quindi di degrado sociale, migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale; con l’obiettivo, c’è scritto nel decreto, “la manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie pubbliche o mobilità sostenibile …”.
Proprio a tale scopo, Catania, ha ricevuto l’approvazione del finanziamento grazie al suo codice IVSM, l’indice di vulnerabilità sociale e materiale, e, in proposito, non c’è altro da specificare.
I lavori di riqualificazione urbana, fra l’altro, dovranno essere affidati entro venti mesi dal decreto di approvazione, che, dicevamo, del 19 ottobre 2002 è datato: che fare?
In sintesi, non si fa fatica a capire come questi finanziamenti siano sì diversi da quelli dei Piani Urbani Intregrati ma ad essi strettamente collegati nell’impatto in ogni città, paese, contrada e quartiere.
Catania c’è, perciò: due i finanziamenti del suddetto decreto, l’uno da 15milioni di euro e l’altro da 5milioni di euro; insomma, il totale è di 20milioni di euro.
Catania c’è, ad oggi c’è, domani forse e dopodomani chissà; perché del possibile definanziamento, pardon “esproprio”, proposto dal governo nazionale, i 20milioni, come i quasi 185milioni di Catania e provincia dei Piani Urbani (link in basso), non sono esenti, così come esenti non lo sono affatto altri finanziamenti del Pnrr.
Rigenerazione Urbana da un lato, Piani Urbani Integrati dall’altro, e c’è da immaginarselo cosa potrebbe diventare Catania.
Se tanto mi dà tanto, dei progetti che con i Piani Integrati hanno a che fare, è necessario riparlarne; elencarne ancora di progetti, anche a costo d’essere didascalici.
Cosa potrebbe diventare, dunque, Librino con la realizzazione di un nuovo parco, con la riqualificazione che riguarda viale Moncada e viale San Teodoro e la ristrutturazione della scuola “Brancati” e l’ampliamento del campo di Rugby.
Cosa potrebbe diventare Monte Po’, con il ripristino delle aree del fiume Acquicella e con la realizzazione di un parco urbano.
Cosa potrebbe diventare San Berillo con gli interventi (finalmente!) di riqualificazione e di estensione dell’asse alberato e della pista ciclabile di via Di Prima, o la realizzazione di un area verde tra via delle Finanze e via Pistone e con la creazione dell’Urban center e delle nuove sedi comunali e del parcheggio multipiano di piazza Lupo.
Poi ancora Corso Sicilia, Ognina e Picanello: cosa potrebbe diventare Catania …?
Per fortuna, Enrico Trantino, dal tenore di un comunicato (link in basso) pubblicato il 1 agosto sul sito del Comune, è sembrato consapevole: “l’amministrazione comunale ha compiuto passi decisivi per ‘mettere a terra’, cioè realizzare nei tempi previsti le opere dei Piani Urbani Integrati”.
Il 30 luglio, “entro la scadenza stabilita”, si legge testualmente, “sono stati aggiudicati e già rogati dal segretario generale Rossana Manno, i contratti con le ditte affidatarie chiamate a realizzare i dodici progetti definitivi” (alcuni dei quali appena elencati).
Ma è un altro passaggio del comunicato che va sottolineato: “Un piano di interventi che per la città di Catania significa 74 milioni di euro, che il Comune sta portando avanti malgrado nei giorni scorsi il governo nazionale ha annunciato di voler dare una diversa copertura finanziaria ai PUI”.
Quel “malgrado il governo nazionale” che va, appunto, sottolineato.
Se a dirlo è un sindaco di Fratelli d’Italia, cara Giorgia Meloni, presidente del consiglio, caro ministro Raffaele Fitto, ministro per la Coesione Territoriale, caro Nello Musumeci, ministro catanese del mare e della protezione civile, e caro Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, una domandina fossi in voi me la domanderei.
Catania c’è, ad oggi c’è.
Ma con questo governo del futur non v’è certezza; se il reddito di cittadinanza è stato eliminato con un SMS, cosa volete che sia il rischio di un “esproprio” … magari ‘notificato’ con un ‘vuozzap’ ai sindaci …
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