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POLITICA, AGRIGENTO: “TURBO”ARNONE DENUNCIA “ASSURDA INIZIATIVA AFFARISTICA”
Pubblicato il 12 Settembre 2014
Ecco la nota del legale:
“Ai signori Consiglieri Comunali di Agrigento
Per tramite del Presidente Carmelo Settembrini
Al signor Commissario Straordinario
del Comune di Agrigento
al Dirigente del settore Urbanistica e abusivismo
del Comune di Agrigento
Al Dirigente del settore Attività Produttive
E per conoscenza Al signor Prefetto
perché ne fornisca anche informazione al signor Ministro Alfano
agli Organi di Informazione agrigentini e siciliani
Oggetto:
gravissimi illeciti finalizzati all’assurda iniziativa affaristica contro la Città di Agrigento ed i suoi valori turistici finalizzata a collocare, accanto alla Banca d’Italia, in Piazza Stazione, un centro di accoglienza per extracomunitari, rifugiati richiedenti asilo e minori non accompagnati;
millanterie che coinvolgono il Ministro Alfano;
enorme giro di affari in danno della collettività agrigentina.
Signori Consiglieri Comunali,
voi siete i primi destinatari di questa mia nota, perché voi Consiglieri Comunali siete ben retribuiti per amministrare i destini di questa città, e per evitare, quantomeno, che i soliti noti, le solite famiglie che hanno massacrato Agrigento, continuino nella loro scellerata azione.
Grazie alla sentenza della Corte d’Appello Penale di Palermo, oggi è di tutta evidenza l’enorme danno realizzato dall’avvocato Salvatore Patti, al bilancio del Comune di Agrigento, nonché al settore Avvocatura e Contenzioso. Anzi, se qualcuno se la sente, posso fornirvi le carte affinché il Comune richieda risarcimenti danni all’avvocato Patti per i fatti inerenti le cause dal medesimo gestite, in primo luogo, quella clamorosa causa ove il legale non chiamò in garanzia il Ministero dei Lavori Pubblici, arrecando al Comune un danno economico di miliardi di lire. Avrebbe dovuto pagare il Ministero e l’impresa che citò, a suo tempo, in giudizio il Comune, avrebbe – se Patti avesse fatto il suo dovere professionale, con competenza e meticolosità – ottenuto il pagamento, non dal Comune, ma dal Ministero.
E come non ricordare l’enorme affare realizzato dalla famiglia Patti, sempre in danno al Comune, con il bar Patti, costruito in proprietà della famiglia Patti, su area comunale – la più bella e preziosa della città – , cedendo in cambio al Comune la realizzazione di un … cesso pubblico!!!!
Andiamo all’attualità, alla ragione di questa mia pubblica lettera.
Se vi è un posto ove è assolutamente da pazzi realizzare un centro di accoglienza ove tenere a stazionare, sostanzialmente a bivaccare prigionieri, alcune decine di sfortunati fratelli extracomunitari, quel posto è il posto scelto dall’avv. Salvatore Patti per arricchirsi ulteriormente, con enorme danno dei cittadini di Agrigento, delle prospettive turistiche della città, del suo ordinato e corretto sviluppo.
Una delle poche cose belle, realizzate da cittadini in questi ultimi anni ad Agrigento, è il restauro del palazzo Grasso., accanto alla Banca d’Italia, il palazzo, per intenderci, ove adesso vi è, al piano terreno, il punto luce dell’Enel. Quei cittadini hanno restituito decoro all’angolo più fatiscente del punto panoramico più bello del centro cittadino. Per decenni, i proprietari del palazzo, tra cui l’avv. Patti, lo hanno lasciato in una situazione di gravissima fatiscenza, proprio nel cuore del salotto buono della città.
Adesso, l’avv. Patti ed i suoi referenti hanno fiutato un enorme affare: allocare negli appartamenti di proprietà di Patti, in quel palazzo, per un giro di affari, a spese dello Stato, circa 1.500,00 euro al giorno, ovvero, all’incirca 50.000,00 euro al mese, oltre 500.000,00 euro all’anno, allocando, in quel sito, 25 extracomunitari al giorno. E, poiché lo Stato paga 75 euro per extracomunitario, per ogni giorno che l’extracomunitario è rinchiuso in tale struttura, ecco che il conto è presto fatto.
L’intera vicenda di questi centri di accoglienza andrebbe ripensata, ma quello che è assolutamente folle, per noi agrigentini, è collocare una struttura ove, sostanzialmente, gli extracomunitari bivaccano, limitati della libertà, nel pieno centro della città, accanto a scuole, a strutture turistico – alberghiere.
Solo a soggetti che hanno ampiamente operato contro gli interessi della città di Agrigento può venire una idea così assolutamente malsana.
Egregi Consiglieri, lo sviluppo turistico lo si costruisce attraverso regole urbanistiche e di gestione del territorio sensate ed intelligenti: a chi verrebbe in mente di collocare il mattatoio comunale accanto al Museo Archeologico od alla Cattedrale? A chi sarebbe venuto in mente di allocare, ad esempio, una struttura come Casa Amica accanto a Villa Atena? A chi verrebbe in mente di allocare un teatro all’aperto accanto all’Ospedale? A chi verrebbe in mente di allocare un night club per spogliarelli ed affini accanto al Cimitero?a chi verrebbe in mente di collocare l’obitorio accanto al Liceo Classico?
Così è, strampalata ed assurda, l’idea di collocare, nel cuore della città, nell’area turistica per eccellenza, in una delle piazze in assoluto più belle della Sicilia, una simile struttura, finanziata dallo Stato solo e soltanto per controllare gli extracomunitari, dei quali si sconosce il passato e si dubita dell’identità.
Ma, se dietro l’idea di mettere l’obitorio accanto al Liceo Classico, od il teatro, con i suoi rumori, accanto all’Ospedale, può essere solo frutto di scriteriata dabbenaggine, di stupidità, il disegno che vuol realizzare l’avv. Patti, con i suoi referenti e soci, è solo e gravemente un disegno affaristico, un disegno frutto di sete di quattrini. L’avvocato, evidentemente, non soddisfatto dei guadagni per miliardi di lire ottenuti con gli illeciti descritti dalla Corte d’Appello, pensa di incamerare un altro po’ di milioni di euro, da qui ai prossimi anni, massacrando la qualità urbana e le potenzialità turistiche degli agrigentini.
Non si comprende, infatti, perché tale struttura non possa essere realizzata in una zona della città molto più consona a tale destinazione urbanistica.
Anzi, poiché i soldi li tira fuori lo Stato, non si comprende proprio perché tale struttura, pagata da noi contribuenti, debba essere allocata nei locali di Patti: in qualsiasi posto civile, ove si rispettano regole elementari, si pubblicizza un bando e si mettono tutti i proprietari di appartamenti in condizioni di poter proporre i loro locali allo Stato.
Si potrebbe, poi, nominare una commissione Prefettizia che stabilisca quale sia il locale – e la zona della città – più adatta e funzionale ad ospitare una simile struttura.
Concludo: vi invito, signori Consiglieri Comunali, a dedicare una seduta del Consiglio comunale a questo problema e ad investire delle questioni, da me sollevate, gli Organi comunali di Gestione indicati in indirizzo.
Il Prefetto potrà valutare tutte le questioni esposte e, soprattutto, potrà notiziare il Ministro Alfano della circostanza, sgradevolissima, che qualcuno si permette di millantare il nome e l’interesse del Ministro dell’Interno Alfano rispetto a questa sporchissima operazione. Poiché a pagare i quattrini, che sono l’obiettivo dell’avv. Patti, dei suoi soci e referenti, è , appunto, il Ministero dell’Interno, qualcuno millanta il nome del Ministro.
E le millanterie sono soprattutto finalizzate a dare copertura intimidatoria al quadro degli imbrogli denunziati da alcuni cittadini, tra i quali vi sono gli avvocati Giuseppe Scozzari ed Emanuele Dalli Cardillo, dai quali ho appreso la presente vicenda, nonché i fatti di reato, sui quali qui non mi soffermo, denunziati da tali cittadini.
Mi riservo di ritornare sulla vicenda.
Agrigento, 12.09.2014 Avv. Giuseppe Arnone”.
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