Politica, Alberto Cardillo (FDI): “cosa fare per combattere e vincere le nuove sfide”


Pubblicato il 28 Aprile 2020

Alberto Cardillo, trentenne, è un brillante  dirigente di Fratelli d’Italia, di cui ricopre il ruolo di responsabile provinciale ed attualmente è segretario particolare dell’assessore regionale Manlio Messina. Opera nel territorio ionico etneo, dove ha iniziato in età adolescenziale un forte impegno politico, come una vocazione a cui era chiamato. È stato recentemente consigliere e assessore al Comune di Mascali, dove ha animato una forte iniziativa culturale e un rilancio della promozione turistica. In un momento in cui vi è una penuria di giovani dirigenti politici fattivi abbiamo voluto sentirlo su vari temi di attualità.

La politica è passione, impegno e dedizione. Qual è il tuo desiderio più forte in questo momento così difficile? 

Penso che i nostri padri hanno superato guerre e immani calamità, consegnandoci la libertà di vivere in uno dei luoghi più belli e benestanti del pianeta. Da loro dobbiamo trarre l’insegnamento soprattutto morale e ideale, per sconfiggere e superare la durissima crisi economica, che soprattutto in Sicilia sarà molto peggiore della crisi sanitaria. Ecco, il mio desiderio è quello di poter dare una mano con ogni mia forza per aiutare la mia terra a risollevarsi con le minori sofferenze possibili. Per chi ha la gioia interiore di crederci, la politica è una forma di sacerdozio laico. Bisogna studiare e lavorare sodo per trovare e attuare nuove idee e iniziative, le vecchie ricette sono ormai roba d’archivio. 

Il territorio ionico etnea si trova in una plaga incantevole. Che ruolo devono svolgere i Comuni per la sua crescita?

I Comuni devono smetterla di guardare ognuno al proprio campanile. L’epoca dell’autosufficienza dettata dalla pioggia di fondi statali e regionali è finita da un pezzo. I Comuni devono essere più smart e interconnessi, strutture leggere, poco costose e capaci di fornire servizi più efficienti. Penso che l’unione dei Comuni di Giarre, Riposto e Mascali, per esempio sia già una realtà concreta tra la gente comune, non vi sono fisiche, né tanto meno culturali.

È ora di mettere insieme l’attività di programmazione per lo sviluppo del territorio, un unico Prg, un unico Utc, un unico comando dei vigili urbani, un’unica politica di sviluppo turistico, insomma un’unica visione d’insieme per un territorio dove vivono oltre 60.000 abitanti. Un forza dal punto di vista politico non indifferente, tra l’altro. E poi, se io fossi sindaco raddoppierei quel che ho fatto da assessore, almeno una volta a settimana farei tappa a Palermo, una volta al mese a Roma, almeno trimestralmente a Bruxelles, le risorse e i progetti vanno ricercati e seguiti con grandissima attenzione. Non è vero che non ci sono i soldi per gli investimenti, specie in infrastrutture o strutture di pubblico utilizzo, spesso sono le amministrazioni locali, succubi di una burocrazia comunale inefficiente, a non essere in grado di portare a casa risorse importanti e vitali per le proprie comunità.

La pandemia ha messo definitivamente in crisi l’economia locale fondata sul terziario con endemici problemi irrisolti. Come si può risalire la china a tuo avviso? 

Lo dicevo prima, serve più dialogo e più proficua collaborazione tra Istituzioni e anche tra i diversi settori dell’impresa. In Sicilia abbiamo la cattiva usanza di lavorare per compartimenti stagni, così l’albergo non sa cosa fa il lido, o il bar non sa cosa fa la pizzeria, piccoli mondi a se stanti destinati a fallire in questa grande crisi.

A mio avviso ne usciremo solo comprendendo che la parola d’ordine è “sinergia”, unire le forze per migliorare i servizi e per proporsi sul mercato regionale, nazionale e speriamo presto anche internazionale, come un coerente prodotto turistico o commerciale, poiché lo stesso discorso, per esempio, vale per i piccoli negozi al dettaglio. A tutto ciò, ovviamente, deve per forza coincidere un potente taglio della pressione fiscale e della burocrazia, ora, non tra 6 mesi, temo che se così non sarà avremo una vera e propria desertificazione del tessuto economico locale.

In che modo la Regione può agevolare il rilancio del nostro turismo che, ormai è crollato drammaticamente con il rischio di un fallimento di tantissimi operatori?

 La Regione su proposta dell’assessore Manlio Messina, investirà in questa prima fase ben 75 milioni per l’acquisto di pacchetti turistici da offrire ai siciliani e quando si potrà, anche a chi verrà da fuori regione. Ad alberghi, beb e assimilati, saranno acquistate dalla regione vuoto per pieno tutte le camere, inserendole per l’appunto in una card dal costo di poche decine di euro ma con un valore di 300/400 euro, contenenti una notte in albergo (a patto che se ne trascorra o altre 2), visite guidate, immersioni, ingressi nei musei, ecc.Una grande operazione concreta, con soldi veri -non garanzie su eventuali prestiti come fatto dal governo nazionale- per ingenerare un virtuoso effetto moltiplicatore per l’economia turistica, la quale rappresenta buona parte del PIL regionale.

Una misura coraggiosa questa, nata da un giovane assessore regionale che viene dalla palestra dell’amministrazione locale al Comune di Catania e di partito, nei lunghi anni di mitanza dal Fdg a Fdi. Ecco perché in politica nulla si improvvisa e la militanza è un valore. L’onestà è una precondizione per un politico, ma le mani pulite non servono a nulla se si tengono in tasca, questo me lo disse Enzo Trantino tanti anni fa, un insegnamento che porto sempre con me.

Rosario Sorace.


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