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Politica all’italiana, clamoroso: passa la locomotiva della Rivoluzione e alcuni comunisti la perdono!
Pubblicato il 23 Gennaio 2013
Retroscena stamane alla presentazione dei candidati della lista “ingroiana”:mancavano “all’appello” alcuni “pezzi da novanta” della sinistra “rifondarola”. Che succede? Fischia il vento della “rivoluzione all’amatriciana”, quella dei posti in Parlamento e delle posizioni nelle liste?
di iena miscredente Marco Benanti
C’è stato il tempo della “locomotiva della Rivoluzione” che avrebbe cambiato il mondo: la cantò anche Guccini, icona di tanti, anche della peggiore borghesia, quella sinistra e antiberlusconiana per convenienza.
Comunque, oggi, a Catania, alla “stazione della Rivoluzione (Civile)” del nuovo “santo” arrivato a salvarci(ma chi glielo ha chiesto?), Antonio Ingroia, c’erano una cinquantina di persone. Si presentavano alla stampa alcuni candidati, quelli della Sicilia Orientale. Totale dei presenti, compresi i candidati e i curiosi: cinquanta persone circa.
Sotto la statua di Vincenzo Bellini. A metà mattinata, in mezzo a dei “professionisti dei cazzi propri”, cioè i catanesi. Tralasciamo quello che hanno detto i candidati. Lo abbiamo già pubblicato. E andiamo ai “dettagli”: chi mancava?
Mancava il blogger e tanto altro, il compagno Massimo Malerba, passato -dicono i beneinformati- per un periodo di “travaglio elettorale”: mi candido o no? Alla fine, niente. E nemmeno gli attacchi forsennati del “mondo dei 22 elettori Pdci di Orazio Licandro”, per la vicenda “giovani Fgci-Digos” di qualche settimane fa, lo ha scosso più di tanto. Tetragono.
Era presente, invece, un giovane -emergente- della sinistra catanese “rifondarola”: quel Matteo Iannitti tanto presente in città su tanti “cambi di battaglia”, dall’università al femminicidio (ma noi di ienesicule siamo contro anche l’uccisione degli scoiattoli).
Bene, Iannitti c’era, in mezzo al pubblico (nella foto), ma ha preferito un “no comment” alle nostre domande “sbagliate”. Sembrava avesse mal di pancia: della serie “pelo sullo stomaco”. Anche se giovane.
Invece, ha parlato eccome -con il suo stile inconfondibile di analista- lo storico compagno Mimmo Cosentino. Un nome, una presenza costante. Che ha avuto anche il merito di “battezzare” un nuovo personaggio politico: “Antonio Licandro”, una raffinata mistura di Antonio Ingroia e Orazio Licandro. Dolce o letale? Sarà il popolo a decidere. Così dicono.
Cosentino, core e passione. Altri sguardi in altre direzioni
Ma la domanda delle domande è rimasta: perchè ci sono comunisti che perdono l’appuntamento con la locomotiva della “Rivoluzione (anche solo civile)”? C’è chi maligna di ordinarie questioni di liste e posizionamento in lista. Ma non gli crediamo: troppo banale. Siamo certi che tutta una coincidenza. Magari che Rifondazione e Pdci vivano come due “ordinari coniugi” sotto lo stesso tetto della lista elettorale (per convenienza?) è dato “politico” da verificare. Che abbiano avuto, a Catania, per un periodo lo stesso locale come federazione (con “fuoriuscita” dei “rifondaroli” in occasione dell’asse Pd-Pdci?) è dettaglio, anche perchè forse mancava all’appello qualche rata di affitto…
Comunque, dopo quando accaduto a tre “cattivi ragazzi” della Fgci, il 29 dicembre scorso, all’attivo regionale del Pdci per la “Rivoluzione Civile” con tanto di arrivo della Digos (per “dissenso molesto?”) oggi altrettanto “spettacolo” non si è materializzato, sebbene non sia mancato un angolo di contestazione “politica”(nella foto, Salvo La Rosa del Pdci si rivolge al ‘”contestatore”).
Un passo in avanti, decisivo, in attesa della prossima “locomotiva”. Direzione: Parlamento. Per la rivoluzione il tempo c’è sempre. In avvenire. Compreso il Sole.
Cosentino guarda a sinistra, Licandro a destra
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