Politica all’italiana: Firrarello e Lombardo di nuovo assieme, ovvero pistacchi e cardi sotto lo stesso tetto!

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“Brontesi” contro “grammichelesi”: dopo anni di odio, scoppia “l’amore”. Che duci!di iena memoria storica marco benanti

“Questo accordo, dal punto di vista elettorale, ci permetterà di vincere in Sicilia il mese prossimo: e questa è stata certamente un’ottima cosa. I rapporti personali sono un’altra cosa: ed io con alcuni ho chiuso del tutto”. Parola -a LiveSicilia- di Pino Firrarello, o meglio parola dello “Zio Pino”. E che parole! Per descrivere cosa? L’intesa elettorale nientepopodimenoche con “El Diablo” Raffaele Lombardo, una “medaglia alle Olimpiadi” in quanto ad odio. Reciproco, pare proprio. Ma la politica -dalle nostre parti- va avanti così: all’italiana, o meglio alla democristiana!

 

Notare: Firrarello dice che un conto sono i rapporti politici e un conto quelli personali. Ora, sarà pure così, lo scontro è avvenuto soprattutto per ragioni politiche. Firrarello ha sempre attaccato pesantemente il Lombardo politico (ed in questo è stato anche ‘ricambiato’ dall’avversario). E allora perchè di nuovo sotto lo stesso “letto”?

Siamo noi di “ienesicule” diretti testimoni di una “furibonda filippica” dello “Zio Pino” contro “Raffaele” in occasione del congresso provinciale del Pdl di Catania nel febbraio dello scorso anno, alle Ciminiere. Un discorso di “fuoco e fiamme” in cui Lombardo venne descritto alla stregua quasi del “male assoluto”. E non è finita: perchè i due sono avversari anche in Tribunale, a Roma, per una querela per diffamazione sporta da Firrarello per un’intervista all’ “Espresso” di Lombardo. Che è ancora in corso! Altro che rapporti personali e rapporti politici! Questa è una “guerra”. Però, le convenienze -piccole e miserabili- della politica politicante italiana producono questo.

E per finire vi riportiamo uno stralcio di dichiarazioni rilasciate da Firrarello ad Emanuele Lauria su “L’Espresso” di qualche tempo fa. Buon divertimento! Nota bene: chi parla è sempre Firrarello, proprio lui.

“...Come si è giunti a questa contrapposizione così violenta?«Non dovevamo proporre Lombardo per la presidenza della Regione. Ci spiazzò Cuffaro, quando pose il veto su Miccichè e ci indirizzò sul capo dell´Mpa. Noi eravamo contrari, Totò insistette ritenendo che eravamo prevenuti, spinti da una incompatibilità di carattere. Il nostro partito non ebbe il necessario coraggio e Cuffaro la ebbe vinta. Consegnandosi al proprio carnefice. Ma io l´avevo avvertito già nel 2003…».Cosa accadde nel 2003?«Alle Ciminiere, durante una manifestazione con Casini, Lombardo – allora segretario dell´Udc – lanciò per venti minuti sinistri segnali a Cuffaro, seduto in prima fila. Fu il discorso dei “no” da opporre ai mafiosi e dei baci da non dare. A fine serata dissi a Totò: “Raffaele è il tuo nemico”. Ma Totò non recepì». Dove nasce tanta ostilità nei confronti di Lombardo?«Guardi, fino al 2003 io non avevo alcun rapporto con Lombardo. Una volta sola, mi pare nel 1997, venne a farmi visita perché cercava un lavoro».Un lavoro?«Sì, Raffaele era specializzando in Psichiatria e aveva bisogno di una mano. Non credo che pensasse di tornare in politica. Casini gli aveva impedito di candidarsi alle regionali del 1996, dopo le note vicende giudiziarie. Ma fu più tardi che decisi di togliergli il saluto».Addirittura.«Sì, fu proprio nel 2003, dopo l´elezione di Lombardo alla Provincia: fra coloro che lo sostennero, anche economicamente, c´era l´ex deputato Mariano Coco. Tre giorni dopo il voto andai da Lombardo a sollecitare un incarico da esperto per Coco. Bene, il presidente mi disse: “Non se ne parla proprio”. Capii che avevo sbagliato tutto. Lo capii meglio quando in cinque mesi fece passare i nostri cinque assessori da Forza Italia al Ccd. E quando ho visto il disastro combinato al Comune di Catania».Il primo cittadino era Scapagnini.«Un sindaco al completo servizio di Lombardo, che era il vicesindaco: a lui rispondevano il ragioniere generale, il capo del Personale e il responsabile dell´Urbanistica. Siamo seri, com´è possibile che nel deficit da capogiro del Comune Lombardo non abbia responsabilità?».Parla così perché è scottato da alcune sconfitte: Lombardo, ad esempio, si è opposto alla candidatura di Castiglione a sindaco, dopo Scapagnini.«Quella candidatura l´aveva promessa non a me, ma a Berlusconi. E si tirò indietro. In quell´occasione ci fu un´altra prova di scarso coraggio dei vertici del mio partito, che non avrebbero dovuto acconsentire. Abbiamo dato a Lombardo la certezza che da quel momento le carte le avrebbe distribuite lui. E così è stato. Così è nato “Arraffaele”. Ha preso tutto lui, ha occupato tutte le poltrone, dai dipartimenti regionali alla sanità, sminuzzando l´apparato burocratico per ricondurlo ai suoi interessi elettorali. Ha licenziato per fax la dirigente della Programmazione, la Palocci, bloccando la spesa dei fondi europei, si è prodotto in una serie di annunci senza seguito: dov´è la riforma degli Ato, dov´è il piano energetico? Lombardo è una calamità. Ora leggo che vuole sciogliere una ventina di Consigli comunali senza bilancio. Quando lui, alla Provincia, il bilancio lo approvava a ottobre dell´anno successivo. Il suo obiettivo è commissariare tutti i Comuni». “

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Redazione Iene Siciliane

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