Ma il governatore ribadisce: “ha violato il rapporto di fiducia”
di iena politica Marco BenantiChe fa un una persona che non condivide una linea politica e l’operato di un presidente? Si dimette, se ne va. Se viene cacciata, chiaramente fa le sue valutazioni, le sue denunce pubbliche.In Sicilia, invece, accade chi –giusta o sbagliata che sia la decisione- viene cacciato da un governo regionale, vuole tornare…a fare l’assessore. Proprio così.E’ il caso di Andrea Vecchio, fino a ieri assessore regionale alle infrastrutture e trasporti del governo di Raffaele Lombardo, che ieri gli ha revocato la delega.
“Ho il diritto di tornare a fare l’assessore, Lombardo non può revocarmi il mandato perché non è legittimato in quanto dimissionario. Gli ho chiesto di mostrare alla Giunta il parere ufficiale che lo autorizza a prendere provvedimenti oltre l’ordinaria amministrazione, e questa è stata la sua risposta“. Così si è espresso Vecchio (nella foto), stamane, incontrando i giornalisti nella sede dell’Ance, l’associazione degli industriali dell’edilizia, di cui è storico rappresentante, a Catania.Vecchio ha spiegato che i suoi avvocati “stanno studiando la possibilità di fare ricorso” e che “illustri giuristi di livello nazionale lo hanno chiamato offrendogli il gratuito patrocinio e dicendosi nauseati dal comportamento di Lombardo”. Vecchio dunque non solo non molla ma rilancia: “sono stato licenziato per le mie idee, per aver espresso ciò che penso, non mi è stato contestato un errore amministrativo o un illecito: se io facessi così con un mio dipendente il giudice del lavoro mi obbligherebbe immediatamente a riassumerlo, e sarebbe il minimo”. Insomma, come un qualunque operaio… Si paragona a Giordano Bruno e Lutero: “uomini liberi, messi al rogo da chi occupa poltrone con motivazioni personali e non di servizio”. Ai giornalisti poi spiega così il “lombardismo”: “una bombola di gas aperta in un ambiente lo riempie espandendosi in ogni buco, in ogni anfratto. Senza respiratore, dentro quella camera si muore”. A chi gli chiede come mai allora, conoscendo l’ambiente politico siciliano, avesse accettato l’incarico conferitogli proprio da Lombardo, risponde: “io glielo avevo detto che sono uno ingovernabile, che nel mio caso la parola precede il pensiero. Secondo lui in politica a volte occorre mediare, ma mi aveva lasciato libero di agire, questa era la condizione. Non avere condizionamenti”. E invece, racconta, è stato anche censurato: “avevo scritto un comunicato contro la necessità del Ponte sullo Stretto ma l’addetto dell’ufficio stampa della Regione mi ha chiesto di edulcorarlo, e alla fine non è stato pubblicato. La verità è che nemmeno i funzionari e i dirigenti della Regione sono liberi di lavorare usando le loro teste, tutti rispondono a logiche di appartenenza”.L’ex assessore aggiunge: “la politica, soprattutto in Sicilia, è considerata proprietà privata e si tramanda di padre in figlio. E si capisce, è un lavoro redditizio e poco impegnativo. Secondo dati recenti, i deputati a Sala d’Ercole hanno lavorato in media un giorno alla settimana”. Considerazioni che -aggiungiamo noi- in tema di passaggi ereditari, potrebbero bene attagliarsi per molte imprese siciliane.
Comunque, ha continuato Vecchio a chi gli chiede se, dato che intende tornare a fare l’assessore, veda per sé un futuro in politica, risponde di no: “io rimango un uomo libero. Cateno De Luca mi vorrebbe in lista? Io non sono candidabile né a destra né a sinistra né al centro. E’ vero, la mia simpatia allo stato attuale va a Rosario Crocetta, ma si tratta di vicinanza umana e culturale, devo conoscere il suo programma per poterlo sposare”. Dei tre mesi da assessore traccia un bilancio comunque positivo, anche se ammette che sapendo di poter fare poco ha voluto almeno capire, dall’interno della macchina, in che modo farla funzionare meglio. E sostiene di aver trovato “stranezze amministrative, sulle quali i miei avvocati stanno lavorando”. Ma tiene a dire che seppure in poco tempo il suo team ha avviato iniziative importanti come la delibera di riparto somme ex Gescal, 86 milioni di euro da destinare a mutui per housing sociale, ed il regolamento stesso di gestione dell’edilizia sociale. Finale? “Abbiamo anche fatto il censimento delle opere mai portate a termine, molte iniziate per motivi squisitamente clientelari, in realtà inutili”.Questa la replica di Raffaele Lombardo:“È indubitabile che il geometra Vecchio abbia sconsideratamente violato il rapporto di fiducia con il Presidente, sul quale si fondava la sua nomina ad assessore. Il geometra, infatti, non aveva vinto alcun concorso. Egli ha usato termini volgari e irriguardosi nei confronti anche dei suoi colleghi di giunta provocando un clima di permanente tensione. Ha diffuso spesso notizie false, ad esempio a proposito di ‘elargizioni di utilita’ elettoralistica’ che la giunta avrebbe deliberato.In effetti, nel contesto della crisi di liquidita’ che attraversa la Regione siciliana, sono state definite delle priorita’ nell’impiego delle risorse disponibili.Si sono privilegiati: il ‘servizio al debito’ (accantonamenti per pagare le rate di mutuo); gli stipendi ai dipendenti (nessuno dei quali e’ stato assunto da questa amministrazione che, anzi, ha promosso la legge per il blocco delle assunzioni fin dal 2008); la formazione professionale, per colmare il ritardo del pagamento degli operatori. Va sottolineato, inoltre, che dopo la presa di posizione della maggioranza degli assessori, la presenza del geometra Vecchio in giunta, oltre a risultare ingombrante e imbarazzante, rendeva impossibile il funzionamento dell’organo di governo data l’incompatibilità coi suoi colleghi, offesi e vilipesi. In quanto ai richiami alla legalità e alla correttezza, per il geometra Vecchio si tratta di un pretesto agitato a fini politici e non solo. La giunta che ho avuto il privilegio di presiedere, opera correttamente oggi esattamente come ieri, quando a farne parte sono stati persone come Massimo Russo, Caterina Chinnici, Nicolo’ Marino, Pier Carmelo Russo, per citarne solo alcuni”.
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