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Politica, appunti grammichelesi: primarie con gli “ex” del vecchio centrodestra al seguito
Pubblicato il 02 Maggio 2017
di marco pitrella
Il paese è piccolo e la gente mormora: s’è chiesto un sostegno elettorale dagli ex del V.CD (vecchio centrodestra). “Ci telefonanu”, si dice. E sono stati in parecchi, gli ex del V.CD, appunto, ad andare a votare alle primarie. Che abbiano scelto Orlando o qualche altro, tra Renzi ed Emiliano, non c’è dato sapere: in fondo, nel segreto dell’urna solo Dio ci guarda, anche se, all’ombra d’un gazebo, manco il Signore perde tempo.
“Ci sei stato a votare?”, diventa (quasi) uno sfottò. Le primarie son così; un passante di passaggio vale quanto un militante. Al netto delle schede nulle, 460 il totale: Renzi con 220 voti vince, Orlando resta fermo a 160 e Emiliano, a quota 74, convince.
Chi vota di capo mattina & chi vota in coda il pomeriggio e s’è subito elettori piddini. Secondo lo statuto, infatti, “sono considerati elettori coloro i quali nella proposta politica del partito democratico si sono riconosciuti”. Chi vota alle primarie diventa ufficialmente elettore piddìno, dunque. Per fortuna, a Grammichele, ci si “riconosce” un po’ tutti: dei consiglieri comunali di altro schieramento, tutt’ora in carica, nelle schede piddìne c’hanno messo la croce. Ha votato persino un camerata dell’estrema destra. Nessun convitato di pietra: tanti, che col piddì non c’entrano nulla, hanno timbrato il cartellino.
Però, però, però…
Chi vota alle primarie, sempre da statuto, assume doveri: “accetta di essere registrato nell’albo pubblico delle elettrici e degli elettori”. Nomi! si pubblichino i nomi e i cognomi di chi è andato a votare. E, sempre l’elettore, acquisisce diritti: “potranno prendere parte alle riunioni di circolo”. Sarà interessante vederli discutere, tra “compagni”, di linea politica nella casa sutta misa. C’è un ultimo punto, ancora nello statuto, che è fondamentale: “sono elettori coloro i quali dichiarino di sostenere il partito alle elezioni”. Quanti comizieranno al grido, per dirla alla Totò, di “Vota Antonio!”…? L’affaire s’ingrossa: in effetti, 460 votanti sono una buona base sui cui porgere l’altra guancia, alle regionali & alle nazionali, per prendere una sonora scoppola.
Tra mandati a votare per & invitati a votare a…“Renzi o Orlando?”, s’interroga la piazza.
Tra un verso e l’altro non si trova un senso in queste primarie. Non a caso, un iscritto sembra voler rispolverare la questione morale: “Voto Orlando, ma sono diverso”. Certuni che col piddì non hanno niente a che dividere, sentono il bisogno di differenziarsi, invece: “Noi siamo qui per Renzi, ci interessa solo lui”.“Siccome m’è stato chiesto per cortesia ho aiutato Orlando ma mi piace Renzi”, la confessione di qualcuno. Qualche altro spontaneamente si chiede: “Non eravamo noi renziani i democristiani?”.
“È il nuovo corso”, in fondo. Meno male che fu proprio l’area orlandiana della Cgil a denunciare, in principio, la scalata al Piddì dei quartini di art.4, Valeria Sudano & Luchino Sammartino: “un opa” la definirono dalle zone del sindacato. Quando peggio del renzismo c’è solo il doppiopesismo… a proposito di sindacato, un’indiscrezione è circolata: pare che la consigliere comunale, che nella Cgil ha l’arte, avrebbe messo da parte Orlando per far posto ad Emiliano.
Qualcuno ride e qualche altro sorride… amaro. Chi sono i renziani? sulla scena appaiono i referenti d’ogni corrente e, domenica, è spuntato un avvocato che, nel politicar cammin, non s’era mai visto: “Mi presento sono […] il referente di Luca Sammartino”.
Poco dopo le 20.00 è iniziato lo spoglio: dato l’epilogo, al posto della foto di Moro e Berlinguer appesa in sezione, ci starebbe bene un ritratto di Mastella, se Clemente non s’offende.
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