Misure a favore della famiglia, leggi sulla maternità, asili nido ma soprattutto interventi a sostegno del desiderio di genitorialità, fiaccato dalle difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro dei più giovani. E ancora, assegno unico, che il Governo sembra voler approvare, sistemi di welfare efficaci che possano invertire il segno negativo della natalità, favorendo l’incremento demografico di un paese, l’Italia, sempre più vecchio.
Di tutto questo si è discusso ieri a Roma, al partecipato convegno “Incremento demografico e sviluppo economico. Analisi, progettualità e welfare familiare” promosso dalla portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato, Tiziana Drago, segretaria della Commissione Finanze del Senato, prima firmataria del disegno di legge sulla riforma ISEE, componente del tavolo tecnico voluto dal Ministro Bonetti e da sempre impegnata al fianco delle famiglie numerose.
“Un incontro importante per sollecitare le coscienze sull’urgenza di un intervento pratico a sostegno della famiglia e della natalità – commenta la Drago. Non si può ridurre tutto solo ad azioni economiche o fiscali, per quanto necessarie, ma occorre osservare il fenomeno del decremento demografico a 360 gradi per invertire una pericolosa tendenza che ricade, e profondamente, anche sul sistema economico. Per questo – prosegue – con illustri relatori abbiamo sviscerato la questione”. Dalla ricerca del lavoro al sostegno al reddito, dalla necessità di favorire il desiderio di genitorialità dei più giovani, oggi estremamente penalizzati, considerato che il picco di fertilità è attorno ai 25 anni per una donna, mentre oggi le primipare sono fra i 35 e i 40 anni, dieci anni oltre.
“Mi occupo di politiche familiari da più di vent’anni e posso confermare che il sostegno alle famiglie non ha colore politico, ma necessita di un approccio direi scientifico, sistemico, culturale – spiega la senatrice. È più che mai necessario armonizzare tutte le esigenze formative e sociologiche in modo da aiutare i ragazzi ad avere un figlio quando sono più giovani e dare a tutte le coppie la possibilità di poter scegliere gli interventi di natura economica più adatti alla propria situazione”.
Insomma, il tema della denatalità resta nodale per un Paese che vive una fortissima crisi economica. Così come lo è la necessità di prevedere misure certe e omogenee che possano sostenere i nuclei familiari, riformando ad esempio la legge sulla maternità o le modalità di accesso agli asili nido, e le giovani coppie, restituendo loro la sicurezza di poter sostenere la nascita di un figlio.
“Molte coppie non possono coronare il loro sogno di essere una famiglia e un governo responsabile e serio ha il dovere di pensare ad una prospettiva di lungo termine per dare ai giovani che lo desiderano, e sono in tanti, la possibilità di poter mettere al mondo dei figli – conclude la portavoce. Questo perché lo sviluppo economico passa anche dall’incremento demografico, come dimostra l’esperienza di alcuni Paesi, e non solo da misure finanziario-bancarie: ogni nuovo nato incide ogni anno sul PIL per 35 mila euro. Insomma, un Paese con più bambini è un Paese con più futuro”.
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