Politica, convegno sulla famiglia: ci scrive “l’avvocatessa che ha chiesto di intervenire”

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nella foto Davide Foti della Cgil, un uomo che combatte con le donne, contro gli oscurantismi. Una grande persona, mica quei rozzi che dubitano di tutto.

ecco quanto ci invia l’avvocatessa Francesca Garigliano.

“Care le mie Iene,

ho letto il comunicato stampa del 25 Marzo a proposito della visita del senatore Pillon a Catania proprio il 22 Marzo scorso e mi è scappato qualche pensierino in libertà, rimettendo a voi valutare se sia interessante condividerli a mezzo pubblicazione.

Certo che se una mattina ti svegli e all’improvviso trovi che l’ala destra di un governo di destra vuol mettere mano alla legge sul divorzio e quella sull’aborto, il primo istinto che hai è di correre a casa di Aldo Moro per avvisarlo di mettersi in salvo: tu non sai come, ma arrivi dal futuro, lo pregherai di fidarsi i e mettersi al riparo, evitandosi il peggio ed evitando a un popolo sventurato una ferita mai rimarginabile.

Ma non sono gli anni settanta, Moro è morto, e noi siamo andati oltre.

Avanti non so , oltre sicuro.

Oggi 22 marzo 2019 c’ è un evento avente a tema la famiglia, organizzato da Catania identitaria.

Identitaria.

Di che identità parliamo.. dunque vediamo, partiamo dalla mia, da dove cominciamo.. ma sì cominciamo dalla famiglia.

Che idee ho?

Faccio un rapido ripasso : allora sono assolutamente favorevole alla legge sul divorzio, alla legge sull’aborto, alle unioni civili; penso che la propria sessualità sia un fatto assolutamente privato e personale e che nessuno debba in virtù della propria sessualità subire discriminazioni o essere privato dei diritti; penso ancora che la persona debba poter realizzare liberamente la propria vocazione ad essere.

Quindi se uno dei due genitori reputa che la propria presenza all’interno della famiglia realizzi il ruolo che vuole per sé (ma a prescindere che sia uomo o donna), una società civile e colta si impegna a creare le condizioni perché ciò sia.

Sono favorevole alla fecondazione artificiale nei limiti in cui essa non divenga surrettizio strumento di eugenia, sono a favore del testamento biologico.

Di poi: non penso che il matrimonio sostituisca la vincita di un concorso, di talchè tu debba essere remunerato tutta la vita per il fatto di esserti sposato.

Penso che se divorzi e hai bambini, sei prima che un ex coniuge un genitore e i tuoi diritti diventano recessivi rispetto ai doveri che hai verso i minori.

Penso che si debba ritenere famiglia sia quella che ha prole che quella che non ne ha.

Ma non sono favorevole alle adozioni -o succedanei -di minori all’interno di una famiglia che non abbia la figura del padre e della madre: ciò poiché reputo i miei diritt , anche quelli alla genitorialità , recessivi rispetto a quelli dei minori.

Quindi siccome non ho contezza di quali effetti psicofisici possa avere sul minore la crescita all’interno di un nucleo familiare diverso da quello più diffuso, in attesa di capire di più e meglio , non accedo a sperimentazioni.

Vediamo… che altro ?

Bè c’è dell’altro , ce ne sarebbe tanto ; ma intanto questo basta a che, giunta di fronte all’Hotel Nettuno il pomeriggio del 22, io mi renda conto di essere un “di cui “nel “di cui”, tanto se resto fuori al freddo a protestare , tanto se vado dentro ad acoltare.

Ma scelgo la seconda.

La scelgo perché il decreto Pillon – in bozza – lo ho letto , lo ho scaricato dal sito del Senato, e non mi piace né poco ne punto: voglio capire, se possibile, da chi lo ha steso quali risultati si attenda.

Ma il servizio d’ordine mi ferma: l’evento è privato.

E io non faccio parte di quella” famiglia “,quindi no, non posso entrare.

Ho di nuovo quel dubbio, sono gli anni settanta.

Bè non importa che lo siano o meno.

Importa di più che io mi ricordi bene come facevo allora ad eludere i servizi d’ordine.

Non ci ho perso la mano e sono dentro.

Dove oltre a taluni con cui so che non avrò mai niente in comune, ritrovo persone che sono anche amici , professionisti , buoni conoscenti, quindi va bene, mente aperta e orecchie tese.

Spalle al muro ascolto quanto dice Pillon: amore, rispetto solidarietà, spirito di sacrificio, priorità ai figli , senso del dovere, tutela del minore che ha diritto ad avere entrambi i genitori presenti.

Accidenti, mi piace, sono i miei valori.

E quindi mi avvicino come Hansel e Gretel alla casetta di pandizucchero.

Ma prima di entrare qualcosa mi ferma sulla soglia.

Sono affermazioni come “ il compito del padre è di portare i figli nella storia dando loro il cognome “ mentre compito della madre è di accudirl o “non occorre danaro per fare i figli occorre la speranza” a ricordarmi che io il testo della proposta lo ho letto.

E l’impressione che ne ho ricavato è che quel testo di legge c’entri davvero per nulla col buon senso cui fin qui Pillon ha fatto appello.

Ma della legge in questa assise non si parla.

Perché ? è ben strano.

Il senatore Pillon trova il tempo anche di prendere parte ad un evento privatissimo, quasi familiare e non quello per un dibattito pubblico sulla legge.

A relazione finita alzo la mano e glielo chiedo.

Mi risponde che ha fatto mille audizioni, fra le mura del senato, con tutte le associazioni che ne hanno fatto richiesta.

Bè capisco la democrazia rappresentativa, ma nell’era delle piattaforme Rosseau, dei social dello streaming e (sia !), pure anche dei plastici di “Porta a Porta” un dibattito pubblico su questa legge non è proprio possibile?

Anche perché già dall’incipit qualcosa non funziona a cominciare dalla obbligatorietà della mediazione civile obbligatoria nelle questioni che coinvolgono i figli minori, azzardo scegliendo accuratamente l’argomento più neutrale.

Ma il senatore mi tranquillizza subito, bonario e sorridente: questa storia della mediazione obbligatoria è una fake!

Mi fermo.

Che faccio rompo il gioco abbandonando il campo (cioè tiro fuori il decreto e il testo della relazione come scaricato dal sito del Senato e lo mostro alla platea mostrando che testualmente è scritto che si prevede l’obbligatorietà della mediazione) o sto alla regola internazionale del “ mutu a cu sapi u iocu” ? Visto che il pallone non è mio e non e lo posso portare via (mica per fair play) resto in campo.

E mi va anche bene: perché è lo stesso senatore a dover precisare che non c’è ancora un testo definitivo, che questa cosa della obbligatorietà si scriverà meglio, perché obbligatorio sarà solo il primo incontro che sarà gratutito, (quindi a oggi non è una fake) e che si impegna ad un dibattito pubblico al quale io e chi vorrà con me, potrà prender parte a stesura definitiva finita.

E’ quanto volevo.

Un luogo e un momento aperto a tutti per capire per esempio come l’art. 11 del progetto di legge che dovrebbe riformare l’art.337 c.c .sia rispettoso dei diritti del minore o piuttosto li consideri in guisa di pacchi postali, perché quel piano genitoriale cui si dovrebbe pervenire con la mediazione in sede divorzile , non possa essere invece parte di un contratto pre-matrimoniale.

Un luogo e un momento per capire quid iuris in caso di violenze domestiche.

Un luogo e un momento per capire se è un provvedimento unicamente volto a racimolare voti dalle associazioni dei padri separati (spesso più che giustamente incazzati), o risponde a una Weltanschauung tutta diversa con uno Stato Etico al centro dell’universo e l’individuo ai margini di esso.

Un luogo e un momento per capire tout court

Perché ha ragione l’estensore del comunicato stampa, come non si può essere d’accordo con Pillon….

E già quanti di noi non sarebbero d’accordo con qualcuno che affermasse di aver trovato il modo di vederci tutti felici e ridanciani.

Sono pronta a scommettere che però i consensi scenderebbero di molto se ,illustrando il metodo si scoprisse che esso consiste nel gasarci con l’elio.

Attendo che il senatore onori l’impegno che ha preso e apra un dibattito pubblico sulla legge.

Fino ad allora mi concedo solo un suggerimento ai supporters.

Io ci andrei cauta con la perculazione del “bella ciao”.

Non è male ricordarsi, ogni tanto, che se oggi godiamo della libertà di percularci gioiosamente un poco tutti , e perché questa libertà ci è stata donata da chi cantando” bella ciao “ci è morto.

Poi fate come volete.

Ma riflettete: se il fascismo del ventennio è stato una tragedia, questo strampalato rigurgito attuale rischia di essere una farsa.

Con effetti devastanti, perché se la tragedia perviene alla catarsi imperniandosi sul sumpatein, la farsa conduce alla vendetta, perché fa leva sulla ridicolizzazione e sulla umiliazione.

Vi ho detto tutto.

Firmato l’avvocatessa che ha chiesto di intervenire.”

 

 

 

 

 

 

 

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Benanti

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