“Questo non è amore”. Il motto della campagna permanente di sensibilizzazione promossa dalla Polizia di Stato ha scandito i diversi momenti di riflessione programmati dalla Questura di Catania per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa mattina, nell’Aula delle Adunanze del Palazzo di Giustizia, la Polizia di Stato e l’Ordine […]
Politica Democratica, “Rifare l’Italia”: piango al pensiero che di questi piddini presto non vi sarà traccia
Pubblicato il 13 Febbraio 2016
di marco pitrella (nella foto un protagonista dei nostri tempi, Mirellone Crisafulli)
O “Rifare Italia” o si muore… politicamente parlando la seconda che ho detto.
Ero lì ieri a questo meeting di ex diessini, combattenti e reduci, di cui a breve gli ex cuffariani entrati nel piddì non lasceranno alcuna traccia. Ho già comprato popcornnero “D’Avola” per gustarmi lo spettacolo assieme a Valeria Sudano & Luchino Sammartino ed Enzo Bianco (sparirà anche lui, ma più tardi). Ma Enzo Bianco non è alleato della “sinistradem”? cettu cettu.
Vedo Fausto Raciti ed ho paura non per lui che dalla mafffia è stato minacciato (?) ma per la mafffia. Quant’è caduta in basso “intimidendo”(?) l’onorevole ragazzino. Visto che il bisogno di mafffia, sulla bocca di troppi, non è che si augurano ritorni quella di un tempo?
Matteo Orfini, presidente del piddì, si commenta da sé.
Per un attimo m’è venuto il dubbio se fossi capitato ad una riunione della Cgil – mi capita spesso con Angelo Villari a spasso. “Ca si sumu sulu nuautri” ho sentito mormorare in sala da un compagno dai “campi & dalle officine”. Il dubbio m’è rimasto.
Ad un tratto di lavoro – data la (“mia”) confusione “Cgil – piddì” – s’è parlato con la sensibilità tipica dei dirigenti sindacAli; “il figlio d’un operaio forse potrà fare l’operaio non certo il professionista” è stato detto. Se avessi avuto i fazzolettini probabilmente mi sarei commosso.
Ho pensato al futuro incerto di Jacopo Torrisi, dei Torrisi del Pci e al suo alter ego Pierangelo Spadaro e non ce l’ho fatta a trattenere le lacrime. Mi sono venute in mente, poi, le immagini di “baroni” che nell’ultimo periodo questa “aereosofalgia di sinistra” ha imbarcato – tra nomine & assessorati – e mi sono disperato al pensiero che i loro figli hanno “scambiato” altrove, appunto, “baronie”.
E’ intervenuto persino il “pelorso” Cracolici; ricordo quante sue dichiarazioni contro Crocetta ho scritto… ogni avevo il dubbio che fosse un “pentastellato”. Adesso lo vedo assessore regionale all’agricoltura e ho pensato che ne ha fatta di strada senza mai aver zappato e mi sono dato dell’ “orgoglione”.
La mia “libertà di coscienza” m’ha fatto parlare con Giuseppe Berretta – “c’era anche lui” – assieme al mio amico di sempre Daniele Sorelli & Niccolò Notarbartolo. Ho smesso di piangere.
Mentre stavo per andare m’è apparso Mirello Crisafulli e per la politica ho intravisto una speranza.
Sino a quando, però, è spuntato Giovanni Burtone, il genio della sciarpa, ed ho capito che era tutto inutile.
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