Politica e “cattivi ragazzi”: nasce un blog su tutta la vicenda. Ecco i documenti pro e contro


Pubblicato il 02 Gennaio 2013

Chi dissente dalla “linea” del Pdci nella Fgci mette su uno strumento su internet di informazione e documentazione: perlademocrazianelpdci.wordpress.com

ecco due documenti che esprimono posizioni diverse, opposte, come dovrebbe sempre accadere in democrazia, senza censure, autoritarismi e polizia!a cura di Marco Benanti ienaoperaiaSentiamo la necessità di fare chiarezza su quanto accaduto in questi mesi nella federazione della provincia di Catania del PdCI. Questo tentativo di dare una cronologia precisa agli eventi nasce con l’intenzione non di prolungare inutilmente sterili polemiche, bensì di fornire un’ulteriore “campana” informativa, così da permettere la possibilità di una conoscenza complessiva ed esaustiva della vicenda che ha condotto agli incresciosi accadimenti di sabato 29 dicembre. Cominceremo sin dall’inizio, con il rischio di essere noiosi, dagli argomenti utilizzati da chi cerca di derubricare la questione a mero “scontro interno” al PdCI.

Vincenzo Rosa veniva eletto un anno fa coordinatore provinciale della Fgci da un’assemblea degli iscritti regolarmente convocata e tenutasi presso la Sezione “Gramsci” di Acireale, ed alla presenza del consigliere provinciale Timarchio e del coordinatore regionale Pagano. La nomina di Rosa rispondeva all’intento di riorganizzare la Fgci a livello provinciale, considerando che nella città e nella provincia (Acireale esclusa) la giovanile non aveva più da anni una organizzazione stabile né tantomeno un corpo militante.Da evidenziare come da mesi la componente acese della Fgci non manifestava nessuna “volontà collaborativa” con il coordinatore provinciale.Di fronte ad una linea nazionale partorita in maniera verticistica e in assenza di un reale dibattito con la base del partito (visto che la linea di “Fronte democratico” contro Berlusconi, approvata al precedente congresso, veniva resa inattuabile dallo sconvolgimento del quadro politico prodotto dalla nascita del governo Monti e dal sostegno ad esso fornito dal PD), una parte considerevole degli iscritti alla FGCI di Catania ha sentito la necessità di stimolare il dibattito interno producendo un documento politico, in cui si prospettava la costruzione di una lista unitaria della sinistra come base per qualsiasi strategia di alleanza elettorale, esprimendo perplessità rispetto all’apertura incondizionata ai Democratici e progressisti e alla loro Carta d’intenti.Ad agosto (quindi ben prima dell’inizio del dibattito sulle elezioni nazionali) la sezione alla quale sono iscritti alcuni dei firmatari del documento firmato come coordinamento cittadino di Catania, ovvero la Sezione “P. Impastato-Pedemontana”, chiude a causa di problemi economici che impediscono di sostenere mensilmente l’affitto dei locali.Da sottolineare come tutti gli iscritti e le iscritte in questione abbiano un’età inferiore ai 29 anni. Quindi tali quindi fanno parte di diritto della giovanile del partito. A fronte della chiusura “fisica” della Sezione, al fine di evitare una dispersione dei compagni che ne facevano parte, alcuni di essi decidono consapevolmente di continuare il loro percorso politico all’interno della Fgci, tentando di cominciare un lavoro anche sulla città di Catania (dove per motivi di studio o lavoro si trovano a passare gran parte del loro tempo) e sulle questioni giovanili, riuscendo ad aggregare nuovi compagni (di cui è disponibile la testimonianza). Rispettando i criteri utilizzati con i tre coordinamenti cittadini precedenti (quello guidato da Giuseppe Auletta, quello guidato da Otello Marilli e quello guidato da Dario Valenti fino alla conferenza FGCI del 2009), si è scelto di considerare parte del coordinamento anche iscritti non residenti nel comune di Catania, ma che a Catania si trovano ad operare.3. Successivamente alla pubblicazione del documento, la dirigenza locale del PdCI rispondeva mettendo in atto una serie di provvedimenti non conformi alle regole dello Statuto del partito. Primariamente, veniva revocata, su ordine del coordinatore nazionale della FGCI Flavio Arzarello, la password del profilo facebook della giovanile catanese. In secondo luogo, veniva convocato illegittimamente (visto che, ai sensi dell’art. 4 dello Statuto della FGCI, è prerogativa del coordinatore provinciale) dal coordinatore nazionale della FGCI e da quello regionale, Emanuele Pagano, un attivo provinciale degli iscritti alla FGCI. Questa riunione veniva convocata dai due dirigenti bypassando il coordinatore provinciale, contattando autonomamente gli iscritti. Una volta giunti all’attivo provinciale il 19 il coordinatore nazionale Flavio Arzarello sceglieva di evitare qualsiasi tipo di votazione in assemblea e delegava tramite una lettera alla segreteria provinciale del PdCI di occuparsi la questione. La proposta che il coordinatore nazionale metteva in campo era quello di un azzeramento degli organismi provinciali della FGCI. Il 28 di novembre, la segreteria provinciale avrebbe poi effettivamente destituito il coordinatore provinciale Rosa e azzerato gli organismi dirigenti provinciali. Il tutto costituisce un’ulteriore violazione dello Statuto, visto che, ai sensi dell’art. 27 del medesimo, lo scioglimento degli organismi provinciali poteva essere indicato esclusivamente dalla Direzione nazionale del partito una volta sentito il parere della Commissione nazionale di Garanzia.In seguito a questi fatti, il 6 dicembre i membri della FGCI di Catania firmatari del documento decidono di inviare agli organismi provinciali e nazionali di FGCI e PdCI una lettera di solidarietà al coordinatore Rosa in cui vengono denunciate le violazioni dello Statuto compiute. Questa lettera non verrà discussa dagli organismi dirigenti del Partito, il quale non prenderà mai una posizione ufficiali sulle violazioni succedutesi.Dopo questi fatti, non seguono più passaggi ufficiali. Senza alcun pronunciamento ufficiale da parte degli organi del partito preposti (la Commissione nazionale di garanzia), il 29 di dicembre viene impedito a Vincenzo Rosa, Carmelo Giocondo e Mattia Gambilonghi (precedente coordinatore provinciale della FGCI) di partecipare all’attivo regionale del PdCI tenutosi presso la sede della federazione catanese del partito, con la motivazione impolitica secondo cui sarebbero “persone indesiderate”. Ci troviamo di fronte ad una grave violazione della legalità interna al Partito, visto che la decisione viene presa in totale autonomia da alcuni dirigenti locali e nazionali. Agli altri iscritti alla FGCI, ai quali è invece permesso la partecipazione all’attivo, viene invece impedito di discutere realmente e di mettere ai voti dell’assemblea un documento recante la firma, oltre che di compagni appartenenti alla FGCI di Catania, del segretario provinciale della federazione di Enna, Gaspare Di Stefano, e di diversi iscritti alla sezione di Troina del PdCI. Nel documento veniva richiesto il ritiro del provvedimento illegittimo con cui la FGCI provinciale catanese era stata sciolta ed azzerata. Il tutto avviene nonostante siano numerosi i compagni presenti all’attivo i quali chiedono la partecipazione dei tre iscritti esclusi.Catania, 2 dicembre 2013

questo è l’elenco dei “dissidenti”:Alessia BavettaVincenzo GaleanoMattia GambilonghiCarmelo GiocondoDonata RomanoVincenzo RosaFederica TamburelloClaudio Zappalà”Sempre dal blog riportiamo:

“per rispetto del pluralismo e del diritto di cronaca, riportiamo anche la dichiarazione espressa dal profilo facebook ufficiale della FGCI nazionale, a firma di Flavio Arzarello e Giampiero Cesario. In tal modo, ciascuno, confrontando entrambe le versioni e i documenti messi a disposizione nel blog, sarà libero di farsi un’opinione.”Crediamo sia necessario e non più eludibile fare piena luce sulla vicenda che ha coinvolto la Fgci catanese nell’ultimo mese, mettendo fine a una catena di racconti parziali che danno una rappresentazione totalmente falsata dell’avvenuto.

Nel mese di novembre 2012 viene prodotto un documento dal “Coordinamento cittadino della Fgci di Catania” in cui viene contestata la linea nazionale del Partito.

Il punto, come è ovvio, non è la contestazione di una linea politica, del tutto legittima, ma la costruzione di luoghi non previsti dalla Carta costitutiva della Fgci, in questo caso il “Coordinamento cittadino” e l’uso di questi luoghi per disorientare, o se si preferisce per orientare in una direzione ben precisa, il dibattito nell’organizzazione.

Avvertiti della situazione da diversi compagni di Catania, primo fra tutti il Coordinatore regionale, decidiamo in accordo con il regionale di convocare un attivo provinciale per approfondire la situazione. Dalla riunione dell’attivo emerge che più della metà dei compagni della Fgci della Federazione di Catania non erano a conoscenza né dell’esistenza del ‘Coordinamento cittadino’ né del documento approvato; inoltre i compagni del supposto ‘Coordinamento cittadino’ risultano iscritti alla sezione Pedemontana, e non dunque nella Sezione della città di Catania.

Non volendo creare divisioni e con spirito unitario, avendo misurato che non vi era consenso intorno al Coordinamento federale della Fgci, e all’operato del coordinatore provinciale Vincenzo Rosa, ho chiesto alla Segreteria della Federazione del Pdci di Catania di prendere in esame la situazione, raccomandando un approccio che costruisse il percorso verso una nuova Conferenza federale della Fgci. La segreteria, riunita la settimana successiva all’attivo, decideva di dichiarare decaduto il Coordinamento provinciale ed avviare un percorso inclusivo verso la Conferenza della Fgci di Catania, nominando ‘reggente’ provvisorio il coordinatore regionale e componente della segreteria del Pdci di Catania Emanuele Pagano.

Da quel momento in poi, ci pare di poter dire che abbiamo assistito ad una serie di gesti provocatori che non hanno nulla a che vedere con la militanza o la critica di una linea politica. In questo quadro si deve leggere l’accaduto all’attivo del Pdci catanese del 29 dicembre. Nessuna volontà di discutere, ma solamente di creare scompiglio e contestare a scopo distruttivo. Risulta poi francamente stucchevole che intere strutture di altri partiti, locali e nazionali, si occupino di questa vicenda approfonditamente, quasi come se ne sentissero parte in causa.

Francamente chiudiamola qui. La battaglia politica ha le sue sedi e le sue modalità legittime. Quello che sta succedendo sfiora il grottesco, e siamo alla vigilia di una campagna elettorale difficilissima. Vorremmo occuparci di questo, e vorremmo lo facessero tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro partito, e più in generale della sinistra.”Flavio Arzarello, Coordinatore nazionaleGian Piero Cesario, Resp. organizzazione”.

 


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