Politica e innovatori. A Catania presentata la lista Monti, Andrea Vecchio: “non ho fatto mai politica”

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Il “superprofessore” detto “tecnico” sotto l’Etna ha una “squadra interclassista” per innovaredi iena politica Marco Benanti

“La politica si fa gli affari propri per conservare il potere”: così non va bene, ci vuole altro. Ci vuole un movimento interclassista, fatto da imprenditori come da lavoratori dipendenti, che “spazzino via” tutto questo. Con queste premesse si presenta la lista “Scelta Civica con Monti per l’Italia”, il prof. che –dicono- ha salvato l’Italia. E in tanti lo hanno ringraziato, a cominciare dalle banche.

Ma, comunque, dopo il “male” cioè Berlusconi in Italia e Lombardo in Sicilia, ora è tempo di rinnovamento. Questo il senso della lista presentata stamane, a Catania (nella foto). A fare da “padrone di casa” l’imprenditore Andrea Vecchio, altro simbolo della “Confindustria antimafia”, assieme agli indomiti Lo Bello, Montante e Crocetta, anzi no Crocetta non c’è. Come imprenditore.

Accanto a Vecchio l’ex sindaco di Siracusa Roberto Visentin, l’ex parlamentare dell’Italia dei Valori e poi del Pd l’avv. Salvo Raiti e ancora tanti esponenti del mondo delle professioni.

Le cose non sono andate bene in Italia e in Sicilia in questi anni: c’è da cambiare. La politica vuole “yesman” –spiega Vecchio. Sante parole, basta vedere a chi risponde l’attuale governatore Saro Confindustria.Comunque, una “vittima è stata Salvo Raiti, fatto fuori dalla politica”. Perché troppo indipendente. Andrea Vecchio tiene banco per tutta la conferenza stampa e dice le sue “verità”. E sono parole quasi “di sinistra”, meglio di “rinnovamento”: “costruiremo un gruppo di pensatori, di antenne che mettano al centro il lavoro. La disoccupazione femminile è altissima”. Poi c’è da cambiare la cultura del lavoro, sostiene Vecchio. Niente più precariato a vita, forestali a vita, impieghi al call center con “mance da 400-500 euro al mese”, che umiliano. “E’ disumano”- chiosa. Toccante.Poi racconta com’è nato il rapporto con Salvatore Monti: “sono stato chiamato da Monti in persona. Io che non ho mai fatto politica: io che non sono mai entrato a Montecitorio. Ma noi andremo lì a far sentire la nostra voce. Vogliamo una distribuzione equa del reddito. Vogliamo lanciare la grande sfida per le infrastrutture. Cominciamo dalle ferrovie. Abbiamo permesso che la politica fosse orientata verso il nord: tutti i soldi vanno là. Siamo stati truffati con la industrializzazione degli anni ‘50 installando sacche tumorali senza precedenti: Priolo, Gela, Porto Empedocle, Milazzo. Ed allora, la nostra non sarà una voce: ma un urlo”.Vecchio fa la parte del leone, anche se la presunta lontananza dalla politica di un ex assessore regionale del governo di Raffaele Lombardo è affermazione un po’ forte. E poi riferimenti alle “sacche tumorali” a Priolo e zone limitrofe: ma la Confindustria che ha fatto per fermare questo scempio? Ha chiuso o aperto il sacco?Comunque, si odono cose quasi “di sinistra” a sentire Vecchio. Peccato che a dire queste cose siano i moderati del “supertecnico” di Palazzo Chigi. Ma che lista è? “La nostra –dice Visentin- è una lisa che va oltre la società civile. Abbraccia le persone di buona volontà”.

E Raiti? “sono stato messo da parte perché dicevo quel che pensavo. Avevo anche meditato di ritirarmi. Quello di Andrea Vecchio è un progetto serio. In questa lista ci sono professionisti, artigiani e volontari che vogliono mettersi al lavoro. Siamo incazzati: e lo sapete perché? Perché tutte le potenzialità e le risorse a nostra disposizione sono state sprecate. Siamo in conflitto d’interesse con i nostri figli: un giorno ci diranno “avete mandato l’Italia ad escort”.

Ma alla fine, noi non resistiamo e a Vecchio chiediamo: “se potesse tornare indietro rifarebbe l’assessore regionale con Lombardo?” Risposta: “certo. Perché altrimenti non sarebbero venute fuori le incongruenze di cui ho parlato” E racconta di sedute di giunta “convocate per telefono”, dove sarebbero arrivate nomine alla fine. All’improvviso. E dove una volta Lombardo decide di stornare dei fondi, centinaia di milioni, per pagare gli stipendi ai forestali. Solo Vecchio si oppose –ha ricordato. Coraggioso. Indomito. E pensare che nel governo Lombardo c’erano altri due assessori di matrice confindustriale. Ma lui niente, per la Sicilia in lotta. Come la Confindustria.Veramente toccante –aggiungiamo noi. E gli chiediamo, quasi presi dal travaglio profondo che probabilmente ha provato quest’uomo nel fare parte del governo di quel “Diablo” di Lombardo:ma perché non si è dimesso subito? “Non sarebbero venute fuori le incongruenze”.Vediamo la sincerità dell’uomo, il disinteresse, non come quegli imprenditori che scendono in politica per curare interessi particolari. Magari di associazione di categoria potenti e prepotenti. Ma ora Lombardo non c’è più, il “bene” ha trionfato con Crocetta. E la Confindustria, assieme a tanti altri, è felice. E contenta. Le “incongruenze” sono state sconfitte. Ma Vecchio, come annunciato in una memorabile conferenza stampa, non ha mandato giù la revoca assessoriale fatta da Lombardo. E ha impugnato: “c’è un ricorso al Tar, ma non per la reintegra- precisa. Giusto. Anche il privilegio del licenziamento senza giusta causa va combattuto. Altrimenti che cambiamento sarebbe? Volete impedire ad un imprenditore di cacciare un lavoratore che ha l’alito pesante? Innoviamoci. E attendiamo a Catania, a febbraio l’arrivo del grande Luca Cordero di Montezemolo. Non per la politica, ma per il bene dell’Italia. Prosit!

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Redazione Iene Siciliane

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