Cronaca

Politica e sanità: i «tre della vaniddazza», Scavone, Arcidiacono e Razza

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di iena Marco Pitrella.

Nell’antico cunto «i tre della vaniddazza» erano Ferro, Chiummo e Cacazza, tre che a San Berillo, popolare quartiere di Catania, andavano a comandare.

Ai giorni nostri, invece, ce n’è un’altra di «vaniddazza», quella dei palazzi alti, quella che incrocia politica e sanità, Antonio Scavone, Pippo Arcidiacono e Ruggero Razza, ci stanno dentro tutti e tre.

Ci sta dentro Scavone, il «lombardiano medio» e ci sta dentro Arcidiacono, di Fratelli d’Italia candidato sindaco mancato, medico l’uno e medico l’altro; ci sta dentro Ruggero Razza, a suo tempo assessore alla sanità: tutti e tre coinvolti in un’indagine che con la sanità ha a che vedere, i «tre della vaniddazza».

L’indagine, non a caso, è sui progetti del «Piano Sanitario Nazionale», presentati dal Policlinico e dall’azienda ospedaliera «Garibaldi»; ed è indagine che si conclude nell’aprile del 2023 con diciassette persone indagate a vario titolo per incarichi attribuiti a «predestinati» o a parenti: coinvolti, tra gli altri, Razza, Arcidiacono e Scavone: i «tre della vaniddazza», appunto.

Tra gli indagati, una menzione la merita Antonio Missale e il posto da direttore amministrativo all’Ordine dei medici, il posto che vale 90mila euro l’anno.

Stessa menzione la merita Ezio Campagna – posizione stralciata, ha chiesto il patteggiamento –, dell’ordine dei medici è stato ex vice presidente, una consulenza per la figlia, Paola; del resto, secondo le accuse sarebbero stati proprio Missale e Campagna a far da «registi».

In ultimo, ancora tra gli indagati, una menzione la merita Igo La Mantia, che dell’Ordine dei Medici è stato il presidente.

Siamo certi, infatti, che giovedì 7 settembre, data dell’udienza preliminare, l’ordine dei medici si costituirà parte civile, senza remissione di peccato: è bene che lo faccia, è meglio che lo faccia.

Ma è dei «tre della vaniddazza», Scavone, Arcidiacono e Razza che si vuol parlare: la via che intreccia sanità e politica, perciò.

Dove c’è sanità, c’è famiglia, quasi fosse un concorso all’Asp.

Arcidiacono, dirigente del «Garibaldi», pensa a sua figlia, Asia (non indagata); bene, se il padre è al «Garibaldi», la figlia va al Policlinico a far la segretaria a 1.500 euro: «Ma mia figlia è iscritta a medicina, spero che faccia il medico un giorno, quindi è tanto per fargli guadagnare qualche cosa».

L’intercambiabilità fra «Garibaldi» e «Policlinico» e fra «Policlinico» e «Garibaldi» che va sottolineata, quasi, dicevamo, fosse un concorso all’Asp, perché è tra le nove Asp delle nove province siciliane che pare esserci uguale intercambiabilità: il condizionale – per il momento – è d’obbligo.

Pensa a sua figlia, Arcidiacono, e pensa addirittura alla ex moglie, Tiziana Ciadamidaro (non indagata), beneficia di un incarico amministrativo da 20mila euro.

Roba da far indignare persino il duo, Campagna e Missale: «quello (Arcidiacono, ndr) sembra all’arraffonaggio più totale … », dice Missale; e non è da meno Campagna: «Minchia quello è veramente … minchia quello che può scippare scippa! Minchia in tutti i posti ci ‘inficca’ qualcuno dei suoi … è pazzesco!».

Poi c’è Razza, l’altro della «vaniddazza».

Secondo l’accusa, un tale Filippo, nipote dell’ex parlamentare regionale, Dino Fiorenza (non indagato), nell’attribuzione di un incarico per Esperto in elaborazione report e studi che vale 10mila euro, sarebbe risultato vincitore su «raccomandazione» di Razza.

In ultimo Scavone, anch’egli come Razza assessore nel governo presieduto da Musumeci, anch’egli come Razza, sarebbe stato ‘istigatore’ per un incarico da 15mila euro da assegnare alla suocera, Loredana Gullotto (non indagata): in fondo, se ci pensate, è coerente con il ruolo di assessore alla famiglia.

Tutt’un programma l’intercettazione con il solito Missale a far da «mattatore».

La Gullotto non ha la pec, strumento essenziale per presentare domanda, e che problema c’è? ci pensa Missale: «la possiamo fare tranquillamente … ha un costo di 5 euro, si può fare ormai con Aruba … » la Gullotto non ha la partita Iva: embè? ci pensa Missale: «me la mandi la domanda via email, così io la controllo …»

L’intento è solo uno, «gratificare Scavone».

Ora, in ambito sanitario s’era abituati a ben altre e ben più alte gratificazioni, Totò Cuffaro o Raffaele Lombardo, ma a voler «gratificare» Scavone, «il lombardiano medio», ci vuole coraggio, poca autostima: «noi dobbiamo gratificare Scavone – ecco – e D’Agostino (parlamentare regionale, ndr) su questa cosa … e anche Razza … abbiamo l’esigenza di comprarci l’area di Razza», il dialogo intercettato tra il sempiterno Campagna e il sempiterno Minissale.

«L’area di Razza» è espressione che confermerebbe l’asse dei «tre della vaniddazza», Scavone, Arcidiacono e Razza.

Tradotto, l’asse tra il Movimento per l’Autonomia e Fratelli d’Italia.

Fra l’altro quanto a «parentopoli», Fratelli d’Italia ci sta giusta, giusta, come giusto, giusto, sempre quanto a «parentopoli» ci sta il Movimento per l’Autonomia (ci torneremo); si sono trovati, insomma.

Interrogati, Scavone e Razza, hanno negato un coinvolgimento in tale senso: sarà la magistratura ad accertare le eventuali responsabilità.

Ma è (anche) politica la faccenda dei «tre della vaniddazza», Scavone, Arcidiacono e Razza, perché è «il sistema» che ruota attorno alla sanità che va disvelato.

«Area di Razza» dunque, e basti pensare a quanto accaduto a ridosso delle elezioni amministrative di Catania, e va ripreso un ragionamento del sottoscritto espresso in questa testata: il Movimento per l’Autonomia primo tra tutti ha avviato un dialogo con Fratelli d’Italia in città – autonomismo con sovranismo, suvvia coerenza che vuoi che sia – lanciando la candidatura di Razza in contrapposizione alla Sudano; ma nel frattempo, lo stesso Arcidiacono che nel frattempo aveva lanciato la sua di candidatura a sindaco, era seduto in prima fila ad un convegno del Movimento per l’Autonomia.

Dopo il coinvolgimento di Razza nell’inchiesta, sarà Enrico Trantino il candidato sindaco, «area di Razza»: trovata la quadra.

A dirla tutta, partono da lontano «i tre della vaniddazza», Scavone, Arcidiacono e Razza.

Come quando, Diego Piazza venne eletto presidente dell’Ordine dei Medici, sostenuto apertamente da tutti e tre.

Partono da lontano, Scavone, Arcidiacono e Razza, ed è qua che li ritroviamo, nella «vaniddazza», la via che incrocia politica e sanità; poco più là, le Asp dei «figli e parenti di …», ma questa è un’altra storia.

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Marco Pitrella

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