POLITICA E “SCIENZIATI ANTIMAFIA”, CLAUDIO FAVA: INTERROGAZIONE AL MINISTRO ALFANO DEGNA DEL BAR DELLO SPORT


Pubblicato il 05 Ottobre 2014

Ovvero come lanciare anatemi e ostracismi sulle risultanze del certificato di nascita

 

di Ignazio De Luca

 

Sic dixit il vice presidente della commissione antimafia, onorevole Claudio Fava, raggiunto telefonicamente dalla direttrice di Sud Press, Simona Scandura, che aggiunge come commento: “una dichiarazione che getta ombre pesanti sulla prefettura di Catania”.

“L’accesso alla white list(della ditta Sud Trasporti di Angelo Ercolano n.d.a.)     – avrebbe detto Fava secondo SudPress – non è un diritto, ma una certificazione ulteriore che la Prefettura rilascia secondo la propria considerazione discrezionale; non è il certificato antimafia ma qualcosa in più, quindi c’è un elemento di discrezionalità che rende la decisione presa in questo caso ancora più grave.“

Il deputato – secondo quanto riportato da Sudpress – chiarisce: “Chiedo al ministro dell’interno che ci spieghi non solo come sia potuto accadere questo, ma che innanzitutto ne chieda ragione e conto al signor Prefetto e alla prefettura di Catania, la responsabilità va individuata in capo a chi gestisce l’accesso o il rifiuto d’accesso in questa white list e quindi la prefettura competente per territorio”

 

Noi che non siamo giornalisti, che non siamo stati (sic) mai parlamentari della Repubblica e dunque non avendo avuto l’opportunità di contribuire a legiferare, per applicare le leggi emanate ” in nome del Popolo Italiano“, possiamo solo studiarle quelle normative per constatarne la corretta applicazione.

 

Questo abbiamo fatto, l’approfondimento della norma “white list” list, di cui avevamo sentire parlare ma che ancora non avevamo avuto interesse ad approfondire.

 

Interesse, imperiosamente vivificatosi leggendo i tuoni, fulmini e saette che “FavaPluvio” scagliava al Prefetto di Catania e ai suoi Uffici istruttori.

 

Per comodità dei lettori riportiamo alcuni stralci del decreto del presidente del consiglio dei ministri che abbiamo studiato, per meglio rendere intellegibili le nostre conclusioni.

 

” Lo scorso 14 agosto sono entrate in vigore le disposizioni relative all’istituzione delle “white list” previste dal DPCM 18 aprile 2013. Si tratta degli “elenchi fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa”.

 

Requisiti per l’iscrizione:

 “L’iscrizione è subordinata alla preventiva verifica, da parte della Prefettura, che gli operatori economici richiedenti non siano “soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa”, analogamente a quanto previsto per il rilascio dell’informazione antimafia liberatoria”.

 

Durata ed effetti dell’iscrizione:

 

“L’iscrizione nelle white list, avente natura esclusivamente volontaria, ha validità per un periodo di dodici mesi a decorrere dalla data in cui è stato adottato il provvedimento che lo dispone.

L’iscrizione negli elenchi è equipollente al rilascio dell’informazione antimafia liberatoria per lo svolgimento delle attività per cui essa è conseguita.”

 

Procedura per l’iscrizione:

 

L’iscrizione nella white list potrà essere richiesta trasmettendo la relativa istanza, preferibilmente, per posta elettronica certificata all’indirizzo protocollo.prefct@pec.interno.it, specificando nell’oggetto “iscrizione white list”..etc, seguono i requisiti per l’iscrizione .

 

 A colpo d’occhio, la nostra attenzione di studente-studioso, si fissa :“L’iscrizione nelle white list, avente natura esclusivamente volontaria..,potrà essere richiesta trasmettendo la relativa istanza.., ed è equipollente al rilascio dell’informazione antimafia liberatoria per lo svolgimento delle attività per cui essa è conseguita.”

 

Tradotto, nessuna legge obbliga le aziende ad iscriversi alla white list, ma se lo volete fare volontariamente presentate un’istanza e se gli accertamenti sono positivi, varrà come il certificato antimafia.

 

Per quanto sopra i fulmini, le saette, i tric e trac e “assicutafimmini” di “FavaPluvio” valgono le chiacchiere di “4 amici al bar”che ad un certo punto del brano rimane solo e sconsolato seduto al tavolino.

 

Se Fava “ragiona”da “scienziato politico” (ce ne sono tanti…) è finita. Non può, un Parlamentare di lungo corso come Fava gareggiare con qualche “scienziato politico” a chi è più ignorante della norma. Non può il cognome Ercolano, alterare e obnubilare il suo discernimento. Fava non può fare gli stessi ragionamenti di “sbirri” investigatori o piemme frettolosi che appiccicano ai malcapitati di turno, il DNA della mafiosità, quasi fosse una malattia ereditaria.

 

L’amministratore della Sud Trasporti, Angelo Ercolano, è un rispettabile manager imprenditore, la società da lui presieduta e dunque lui stesso, al momento, sono indagati per reati finanziari, non ostativi per l’iscrizione nella lista bianca.   Angelo Ercolano, risulta anche parente del boss Ercolano,nal 41 bis,  killer nel commando del vile agguato a Giuseppe Fava.

 

                                               Ancora con buona pace di certi ” sbirri” e qualche piemme, ( pochi per fortuna), la mafiosità non si acquisisce, come la nobiltà per diritto ereditario.

 

Il ragionamento di tutto quanto sopra è avvalorato dall’iscrizione nella white list della Sud trasporti, dopo la scrupolosa istruttoria degli Uffici Prefettizi.

 

Studi bene le norme, l’On Fava, la prossima volta, prima di lanciare invettive “scienziate”, sconclusionate e gonfie di livoroso pregiudizio, ne guadagneranno il decoro delle Istituzioni che rappresenta, ormai da tante, forse troppe, legislature.

 

 

 

 


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