“Il 25 novembre è una data simbolica, ma la lotta agli abusi contro le donne è un impegno quotidiano: la galleria vuole contribuire a sensibilizzare le coscienze, soprattutto quelle dei giovani, affinché siano consapevoli e capaci di riconoscere e contrastare qualsiasi forma di prevaricazione”: a dichiararlo è Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello” […]
Politica e “soggetti sgraditi”: piccola cronaca di una mattina di “ordinaria follia”…di partito
Pubblicato il 02 Gennaio 2013
Ma cosa è successo quella mattina, poco prima che scoccasse l’ora delle decisioni importanti…Di “iena operaia sgradita all’appaltante governo americano” Marco Benanti
La mattina era piena di cose serie: c’era da farsi la barba, da sistemarsi la felpa, passare dal panettiere e dal meccanico per i freni della moto. Poi magari fare gli auguri , a qualcuno, magari a qualche amica prostituta. Umanità che merita.Poi, in ordine di importanza, c’era da seguire le “scelte” del sindaco Stancanelli da Regalbuto.Nel frattempo, ci siamo ricordati: c’era da vedere l’assemblea dell’Italia civile, pardon della “Rivoluzione civile”. Una cosa seria, con tanto di magistrato (tanto per cambiare) e che magistrato: Antonio Ingroia. Un giusto. Serio e con la barba. Un eroe. Dei due mondi si direbbe, visto che ci parla anche dal Guatemala. E dice sempre la verità. Come i santi.E allora siamo fuggiti, in via Paternò, a Catania, alla federazione dei Comunisti Italiani. E qui quasi subito abbiamo notato che qualcosa stava accadendo. Non la solita intervista del prof. Orazio Licandro (nella foto), coordinatore della segreteria nazionale del Pdci. No, anche perché Licandro diceva tante cose, ma cose che conosciamo: un repertorio già sentito e visto. Con una “novità”: “Rifondazione è con noi”. Sensazionale!No, perché dopo aver messo piede nella sede della Federazione, abbastanza affollata di tante barbe bianche e barbe nere, siamo tornati indietro e abbiamo assistito a questa scena: alcuni ragazzi fermi davanti l’uscio della federazione, che chiedevano di entrare.Ma niente, non c’era che fare. Dicevano di essere iscritti alla Fgci e di voler portare un loro documento. Lo avevano in mano. Come Vincenzo Rosa: accanto a lui Carmelo Giocondo e Mattia Gambilonghi. Li abbiamo ascoltati: normalissimi ragazzi, che criticavano le scelte del loro partito. Una ovvietà. Al limite del sonno. E, invece, niente era diventato un “problema”. Non li volevano entrare. Tanto che si era materializzata la Digos! Un partito comunista che chiama la polizia! A noi veniva un po’ da ridere. Ma comunque: “documenti, documenti…”Allibiti e anche divertiti abbiamo seguito la scena. I “tre cattivi” protestavano. Con civiltà, si direbbe. Ed esprimevano tutto il loro stupore. Accanto alla vostra iena, c’era pure altri giornalisti e simpatizzanti e iscritti alla Fgci.Abbiamo chiesto ed ottenuto il documento che i ragazzi –”cattivi”- avrebbero voluto presentare. Lo pubblichiamo con un’avvertenza: prima di leggerlo, statevi bene accorti, seduti e in silenzio. E’ terrificante!Ci è stato spiegato il contenuto e, in sintesi, gli eventi: una storia che dura da tempo, in cui i “ragazzi cattivi” rivendicano in tutto la loro appartenza, il loro ruolo e non vogliono essere cacciati, anzi contestano queste modalità. Ma discorsi tutti politici, anche troppo.Nel frattempo, ecco spuntare una signora che dal secondo piano protesta: troppo rumore. Passa Amalia Zampaglione del Pdci: “senti tutte le campane…” dice a noi e paventa “questioni personali”. Quali? Boh. Infine, c’è chi prende una copia del documento “quello terrificante” e lo porta dentro. Così sembra.Si finisce fuori dal portone, in via Paternò: e si materializza il consigliere provinciale del Pdci Antonio Tomarchio. Schermaglie su schermaglie con i “tre tre”, con accanto altri ragazzi. Tomarchio li accusa di “giochi e giochetti”, mostra durezza –politica, s’intende- contro di loro. La discussione si anima, anche perché Rosa risponde per le rime. Secondo Tomarchio la “Fgci di Catania non esiste”, esiste la “Pedemontana”. Nel dibattito –sempre più acceso- Rosa ribadisce una serie di “no” alle ipotesi di Tomarchio. Ma, in generale, si capisce poco o nulla della vera questione.Ad un certo –ed è l’apoteosi- salta fuori, nella migliore tradizione comunista, l’ipotesi del “tradimento”: di chi fanno il gioco i “tre tre”? Forse, di Montalto, di Pierpaolo Montalto, segretario di Rifondazione catanese? La “quinta colonna” dei “nemici del popolo” con la faccia di Montalto?
Viene fuori questa ipotesi! I “tre tre” degli “infiltrati”? Di quali “oscuri mandanti”? Sono in corso accurate indagini. Ve ne daremo contezza.
E’ stato LUI?
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