Incredibilmente, ancora qualcuno che propone una riforma totale dello Stato e dell’economia. Un “pazzo”? No è Oscar Giannino. Che avanza un programma che in Italia significa -da decenni e decenni- finire “al rogo”…di iena miscredente marco benanti
Comunque c’è molto vero in quello che raffigura Oscar Giannino, l’economista, il giornalista, intellettuale-pratico dell’economia, ora promotore e leader politico alle elezioni nazionali, che l’altro giorno si è proposto a Catania. Davanti ad un pubblico folto, lo precisiamo subito. Un pubblico di media borghesia, in larga parte delusa dal Pdl e da Berlusconi. Che autoproclamatosi “liberale” (c’è anche chi ci ha creduto) è riuscito a prendere per il culo un pò di gente. Ora, però, il “baro berlusconiano” è troppo scoperto (baro perchè non ha fatto niente o quasi di quello che era il suo programma, cercando semmai di fatto alleanze con tutti i Poteri reali del “sistema Italia”) e allora che fare? Di fronte al mostro Stato che devasta, con tasse su tasse e una “giustizia” da incubo (non si contano più le condanne in sede europea per violazione dei diritti dei cittadini italiani), la vita di imprenditori e cittadini? Che fare per trovare un lavoro non da elemosina, uno straccio di sostegno pubblico in caso di gravidanza? Quale soluzione di fronte al baronaggio universitario, ad un “mercato del lavoro” corporativo e paramafioso? E di fronte allo spadroneggiare dei partiti, con la loro “spesa pubblica”?
Giannino, con molta onestà, propone soluzioni ragionevoli, da liberale convinto (ricorda, ad esempio, i referendum popolari traditi, come quello sulla responsabilità civile del magistrato, altro argomento che lo esporrà presto all’ “Inquisizione” italiana). Solo che -aggiungiamo noi- sbaglia paese: perchè in Italia chi propone -sul serio non come Berlusconi- queste misure finisce metaforicamente “al rogo”. E non solo per le “ire” dei sinistri, ma per la contrarietà dei Poteri Forti, dalla Confindustria al sindacato, che tutto vogliono tranne che modificare uno stato di cose ultrasecolare. Un modello corporativo che domina nell’italietta postfascista come dominava nell’ottocento.
Giannino, non a caso, conclude il suo intervento, prima di rispondere alle domande del pubblico, rivolgendosi agli elettori delusi. “Anch’io avrei serie difficoltà se dovessi scegliere a chi dare il mio voto, quello che mi sento di consigliare è di dare il voto a chi è fuori da certi sistemi, a chi non prende rimborsi pubblici, a chi non usa la politica per sistemare figli, zii, cugini, a chi non cerca di convincervi che lo Stato siete voi solo per chiedervi di pagare più tasse mentre loro non rinunciano ad un centesimo”.
E Berlusconi?A Palermo, l’ex premier ha definito Giannino “un clown”. E lui cosa ha risposto? “Ho sentito che Berlusconi mi ha dato del pagliaccio, non mi sorprende da parte di uno che ai comizi racconta barzellette e che non manca mai di uscire conigli dal cilindro, guardandosi bene dall’evitare di esprimere il suo disprezzo nei confronti delle donne e quanto sia bassa ed insulsa la sua considerazione verso quest’ultime”.
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