Politica, Enzo Bianco, ieri alla Festa dell’Unità, sul futuro di Catania


Pubblicato il 27 Settembre 2020

“Tutto il mondo produttivo catanese ha chiesto ieri, durante il dibattito alla Festa dell’Unità del Pd, un cambio di passo sulla gestione delle ingenti risorse a disposizione di Catania, ben 2,4 miliardi di euro, la cui spesa è indispensabile per risollevare la città. Raccolgo la sollecitazione e propongo di creare un organismo snello, un “Team per Catania”: una commissione pubblico-privata, dotata di capacità e autorevolezza, composta da istituzioni comunali, regionali e nazionali, dall’Anci, dal mondo produttivo e sindacale, dagli ordini professionali, dall’Università, dai tecnici del Comune e non solo. Magari coinvolgendo esperti dei vari Ministeri (ricordiamo che il Patto per Catania fu seguito personalmente dal Ministro Claudio De Vincenti). Non un organismo da passerella, ma operativo, con capacità di incidere, di stimolo, di progettazione e analisi. Un supporto alla struttura del Comune e dei vari ambiti di spesa che per mille motivi non possono più farcela da soli.

Invito il Comune, i vari protagonisti e le istituzioni catanesi a fare la propria parte. Sono pronto ad impegnarmi per questo obiettivo, al di là delle divisioni partitiche.

Noi avevamo messo in piedi una Cabina di regia, istituzionale e tecnica, con un cronoprogramma preciso che le forze produttive della città potevano e dovevano controllare. Oggi, a prescindere da chi in questo momento amministra, quello spirito si è perso. Occorre rilanciarlo.

Ieri abbiamo vissuto un dibattito importante, che ho avuto il piacere di concludere, con il mondo sindacale, Giacomo Rota e Maurizio Attanasio (segretari confederali Cgil e Cisl), e quello produttivo con il presidente di Confindustria Antonello Biriaco e il presidente della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, Piero Agen. Tutti, insieme anche al segretario del Pd regionale Antony Barbagallo e di quello provinciale Angelo Villari, hanno lanciato il grido di allarme sulle condizioni della città, sulla lentezza nella realizzazione dei vari progetti e sull’inadeguatezza degli strumenti messi a disposizione del Comune e dell’Amministrazione comunale.

Troppi progetti fermi: da Corso Martiri al Palazzo di cemento a Librino, dal water front, al molo di levante del porto, dall’allargamento di Fontanarossa alla super strada Etna-tangenziale, alla zona industriale. Durante la mia sindacatura siamo riusciti a raccogliere, una marea di investimenti pubblici e privati (Patto per Catania, Patto per la Sicilia, Pon Metro, Po Fesr, Corso Martiri, Metropolitana, Enel, St, ecc), per un totale di 2,4 miliardi di euro. A questi si aggiungeranno anche i soldi dell’UE per la ripartenza post Covid, che saranno assegnati ai vari territori. Risorse che devono essere assolutamente spese per dare una scossa all’economia e alla città, attanagliata da una delle fasi più difficili della sua storia, con la crisi dovuta al Covid, con il dissesto finanziario del Comune, preceduto dal predissesto dichiarato nel 2012 e prima ancora dalla lunga stagione del buco di bilancio, con la crisi economica generale e con la crisi politico-istituzionale, il sindaco sospeso per lungo tempo ed il Comune senza una guida eletta.

La sfida per l’Italia dei prossimi mesi sarà la capacità di spendere i miliardi del Recovery Found. La sfida per Catania è già iniziata: spendere le ingenti risorse che sono già disponibili”.


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