Politica europea, La VIA(AP/PPE): “stop all’uso ingannevole di nomi e immagini, in pubblicità e confezioni, come il succo d’arancia rossa che rossa invece non è”


Pubblicato il 20 Febbraio 2017

Con un’interrogazione alla Commissione europea, il parlamentare denuncia una prassi fuorviante e nociva per i consumatori

“Un inganno per i consumatori”. L’eurodeputato Giovanni La Via (ApPpe) non usa mezzi termini per denunciare l’utilizzo di immagini nelle confezioni o nelle pubblicità di alcuni prodotti, che in realtà non coincidono con l’effettiva composizione. E lo fa attraverso una interrogazione alla Commissione europea, avanzando l’esempio plateale dell’arancia rossa, l’agrume siciliano ricco di proprietà antiossidanti e vitamine, tutelato dal marchio Igp. “Sono sicuro che voi tutti acquistate succo di arancia rossa al supermercato, perché convinti di bere una bevanda a base di arancia rossa. Purtroppo non sempre è così”, mette in guardia La Via, che spiega, “Le confezioni inducono all’errore, sia per il nome della bevanda, sia per le immagini. Già in passato avevo parlato dell’uso di coloranti, come l’E120, che altro non è che un estratto da insetti essiccati, utilizzato per colorare di rosso il succo di arancia bionda, che ritroviamo poi negli scaffali, con buona pace anche di tutti i vegetariani, consumatori, così, inconsapevoli, di prodotti con ingredienti di provenienza animale.

Mi sono accorto, poi – ha aggiunto l’eurodeputato – che quasi tutte le confezioni contenenti la bevanda al succo di arancia bionda – colorata di rosso- riportano una grande immagine di arance rosse. Immagini che secondo me ingannano i consumatori, convinti di acquistare una bevanda a base di arancia rossa e non di arancia bionda colorata, seppur ciò sia indicato nella lista ingredienti, con codici talvolta difficili da comprendere per i non addetti ai lavori, anche se indicati dalla legge. Per questo ho presentato un’interrogazione urgente alla commissione europea, chiedendo se ritiene conforme alla normativa in vigore tale pratica e se quindi si possa consentire di usare per un prodotto – nella confezione o nella pubblicità – l’immagine o il nome di un ingrediente che non è in realtà contenuto al suo interno, una pratica per me ingannevole”. A questo proposito, La Via ricorda il caso emblematico di un’azienda di succhi di frutta che nel 2015 fu sanzionata da un tribunale tedesco perché nella confezione mostrava immagini di fiori e frutti per indicare la presenza di aromi naturali, in realtà diversi da quelli effettivamente impiegati tra gli ingredienti.  E intanto “in attesa della risposta della Commissione europea – annuncia – continuerò con forza questa mia battaglia per tutelare i consumatori e i nostri produttori”.

 


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