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Politica, Giarre e dintorni: i sogni infranti di un territorio
Pubblicato il 29 Dicembre 2019
Il destino del territorio ionico etneo sarebbe stato molto diverso se si fosse dissolto l’ ostracismo per la riunificazione amministrativa tra Giarre e Riposto in un unico comune. È stato un tema volutamente rimosso dal dibattito pubblico e dissimulato volontariamente da una generazione politica locale, da una classe dirigente sostanzialmente incapace di risollevare dalla progressiva decadenza sociale, economica e culturale un area che,dal dopoguerra in poi, è stata comunque un volano di sviluppo nell’ ambito provinciale.
La mancanza di lungimiranza ha definitivamente chiuso nel cassetto il sogno di riunificazione che, per alcuni periodi negli anni 40 del secolo scorso, si è tentato di realizzare sotto l’egida affascinante di Ionia e che troppo presto è abortito con il fallimento di integrare in unificando le due cittadine divise soltanto da un passaggio a livello ferroviario. Purtroppo quel che era auspicabile non è avvenuto e non soltanto per un becero campanilismo alimentato ad arte ma per l’atavica debolezza e inconcludenza dei gruppi dirigenti che hanno retto le amministrazioni comunali e che non hanno voluto promuovere questa prospettiva di progresso indicando la strada giusta.
Si è così dissipata un’enorme potenzialità che avrebbe rafforzato e sostenuto la presenza laboriosa in tutti i campi e una realtà di attività lavorative che comprendevano tutti i comparti economici. Figurarsi che si è persino impedito lo svolgimento di un referendum consultivo per sentire il parere della gente consumando l’apoteosi dell’inettitidine . Ora si comprendono bene e meglio le ragioni di una decrescita inevitabile di due entità limitrofe e di un sottosviluppo irreversibile a prescindere dalla stessa crisi globale del Paese.
Soltanto parlare di questi argomenti provoca ripulsa e rifiuto in certi ambienti a conferma che la meschina ristrettezza di una visione d’ insieme domina il paesaggio sociale senza che vi sia nessuna possibilità di invertire la rotta. Non è stato consentito di avviare un percorso di reale programmazione dell’hinterland per insipiente miopia e congenita stupidità cosicché gli effetti sono stati evidenti con la perdita di servizi essenziali quali gli uffici giudiziari oppure il depotenziamento graduale dell’Ospedale.
Ormai è tardi per recuperare e resta solo un rimpianto frammisto a rabbia.
Rosario Sorace.
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