Politica italiota: la sintesi di questi giorni…

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Il triste destino di chi pensa solo al potere e cancella gli ideali é un paradigma eterno, un ossimoro ossessivo, che conferma continuamente un ripetersi dell’eguale. Bisogna richiedere conto e ragione ai democrat catanesi per quell’enorme carico di personaggi, una grandiosa arca di Noè, a tutti quei noti  della peggiore cronaca politica, scoppiando in breve tempo in  una crisi bulimica, tra paralisi e silenzi. Non solo un’operazione cinica e astuta, ma un consapevole percorso per tentare di ottenere, tanti possibili consensi in poco tempo.

Risultato finale il nulla assoluto, con la riproposizione recente del rinnovamento nella continuità, in modo da  salvare la faccia dopo tante foto di famiglia e in cui la solita logica del transito veloce dall’attività del sindacato all’impegno politico,  inaugurato con successo dopo la fine dei partiti, non tramonta mai e continua nell’indifferenza assoluta di una società catanese mortificata e delusa.

A tal proposito giunge atteso l’ultimo inganno dei pentastellati che  si è consumato nello spazio di un mattino tra grida, rumori e  sussurri in un crescendo di nullismo e di incapacità che fa paura. Ora anche nei grillino ci sono i destri e sinistri che seguono o  annunciano spaccature inconcludenti. Dalla destra soltanto tanti consensi popolari verso una classe dirigente spaccata in mille rivoli, personalismi, arroganze, assolutamente in linea con l’attaccamento becero a comode poltrone e senza una chiara idea sul futuro di una Sicilia che, anche senza pandemia, si stacca sempre più  dalla penisola.

Ora la nostra povera isola deve vivere l’umiliazione del ritorno di alcuni boss mafiosi per responsabilità amministrative, giudiziarie e politiche che neanche chi pensa di essere in “buonafede” può scansare. Noi siamo abituati a navigare a vista tra miseria e nobiltà,siamo un caso di frammentazione nel caso di una Nazione disunita, sopravviveremo alla pandemia, alla crisi, agli sciacalli che approfittano e ci faremo prendere, come sempre in giro, anche da chi odiamo.

Rosario Sorace.

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Benanti

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