Politica: Lady Oscar ha smentito l’ideologia gender


Pubblicato il 16 Luglio 2016

di marco pitrella

Tanto gentile & tanto bella era Lady Oscar; il 14 luglio del 1789, a poche ore dalla presa della Bastiglia, moriva combattendo dalla parte del popolo, lei nobile anche nell’animo. 

Dopo arrivò il “Terrore” giacobino che voleva gli uomini talmente virtuosi da livellarne arbitrariamente la testa (l’arbitrio è l’essenza del giustizialismo).

Proseguì nel “Mondo Nuovo” (copyright Aldous Huxley) l’ideologia, intramontabile come il sole del regno di Carlo V; ed ecco il “genderismo” che del nichilismo è becera espressione.     

Rispetto all’ideologia gender – che è distante tanto dall’etero quanto dall’omosessualità – la vita di Lady Oscar insegna qualcosa di diverso: lei, Oscar, educata come un uomo per volontà del padre, senza alcuna battaglia femminista o “boldrinate” varie riuscì a far carriera nell’esercito francese di cui fu comandante.

Nonostante l’imposizione di vivere come un uomo non dimenticò mai d’essere una donna.

“Una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o rossa, una rosa non sarà mai un lillà”, le disse Andrè che la amò a tal punto da starle accanto e proteggerla per tutta la vita.

In fondo, “l’attenzione è la più rara e pura forma di generosità”(cit.).

I due, Oscar & Andrè, infine s’amarono.

“Quando la felicità era appena cominciata”, morirono.

Dunque, sono i sentimenti a ricordarci chi e come siamo.

C’è la certezza, quindi, che a smentire l’ideologia gender è bastato un cartone animato giapponese.

Alla fine di questa storia, infatti, “l’arcobaleno” sta solo “nell’azzurro degli occhi” di Lady Oscar, cantava Cristina D’Avena nella sigla.

E io, dal canto mio, sono convinto che l’aver guardato Lady Oscar sia la ragione per cui odio smalti & zeppe ma amo gli occhi belli.


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