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Politica: meglio orfani
Pubblicato il 08 Dicembre 2018
di Carlo Majorana Gravina
Le vicende giudiziarie et ultra dei padri di Matteo Renzi e Luigi Di Maio inducono a questo titolo. Non si augura la morte a nessuno, anzi, lunga vita e la possibilità di chiarire le rispettive posizioni di fronte al magistrato; qui si volge un invito a riflettere sul costume politico/giornalistico attuale che, al servizio di determinati interessi o per puro spirito goliardico, determina un clima di allarme sociale perenne preoccupante e non sappiamo quanto giustificabile.
Il teorema è questo: per i giovani pierini della politica, senza arte né parte, meglio orfani. La generazione che è venuta su divertendosi alla filmica trash di Trence Hill e Bud Spencer, capisce questa logica semplice e muscolare: l’immagine e il risultato prima e a prescindere dal ragionamento e dall’analisi causa/effetto.
Di Emmanuel Macron e dei suoi genitori nulla sappiamo e nulla interessa, ma già la nascita miracolosa del cartello politico che lo ha portato all’Eliseo recava segnali inquietanti sia per i tempi di gestazione che per il criterio e il posizionamento: dire né destra né sinistra in Francia l’avrebbe condannato prima o poi ad affondare nelle sabbie mobili, poiché, è bene ricordare, proprio la Francia ha immesso nel linguaggio politico mondiale i termini destra/sinistra dove, per sintesi, con il primo si indicavano i moderati e con il secondo i radicali; in mezzo un corridoio quanto più largo possibile perché, agli esordi dell’assemblea, le discussioni erano tanto accese da finire in rissa e venire alle mani.
Il largo corridoio centrale, nel tempo in Francia, venne abitato da prudenti cerchiobottisti i cui tentativi di mettere pace e salvare capra e cavoli, non sempre apprezzabili e condivisi, guadagnarono loro la definizione, ferocemente sarcastica, di palude, luogo insano, melmoso e pericoloso, infestato da insetti morbosi che cagionano malattie.
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