L’associazione Catania più Attiva in questi 5 mesi di attività è venuta a conoscenza che molte persone con il contrassegno Cude destinatarie di multe per aver attraversato le ZTL si sono rivolte al Comando dei Vigili Urbani di Catania chiedendo l’annullamento del verbale tramite un modello predisposto dal loro Ufficio. Tutti questi disabili qualche tempo […]
Politica: meglio orfani
Pubblicato il 08 Dicembre 2018
di Carlo Majorana Gravina
Le vicende giudiziarie et ultra dei padri di Matteo Renzi e Luigi Di Maio inducono a questo titolo. Non si augura la morte a nessuno, anzi, lunga vita e la possibilità di chiarire le rispettive posizioni di fronte al magistrato; qui si volge un invito a riflettere sul costume politico/giornalistico attuale che, al servizio di determinati interessi o per puro spirito goliardico, determina un clima di allarme sociale perenne preoccupante e non sappiamo quanto giustificabile.
Il teorema è questo: per i giovani pierini della politica, senza arte né parte, meglio orfani. La generazione che è venuta su divertendosi alla filmica trash di Trence Hill e Bud Spencer, capisce questa logica semplice e muscolare: l’immagine e il risultato prima e a prescindere dal ragionamento e dall’analisi causa/effetto.
Di Emmanuel Macron e dei suoi genitori nulla sappiamo e nulla interessa, ma già la nascita miracolosa del cartello politico che lo ha portato all’Eliseo recava segnali inquietanti sia per i tempi di gestazione che per il criterio e il posizionamento: dire né destra né sinistra in Francia l’avrebbe condannato prima o poi ad affondare nelle sabbie mobili, poiché, è bene ricordare, proprio la Francia ha immesso nel linguaggio politico mondiale i termini destra/sinistra dove, per sintesi, con il primo si indicavano i moderati e con il secondo i radicali; in mezzo un corridoio quanto più largo possibile perché, agli esordi dell’assemblea, le discussioni erano tanto accese da finire in rissa e venire alle mani.
Il largo corridoio centrale, nel tempo in Francia, venne abitato da prudenti cerchiobottisti i cui tentativi di mettere pace e salvare capra e cavoli, non sempre apprezzabili e condivisi, guadagnarono loro la definizione, ferocemente sarcastica, di palude, luogo insano, melmoso e pericoloso, infestato da insetti morbosi che cagionano malattie.
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