di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
Politica, “MuovitItalia 015”: oggi parla Berlusconi
Pubblicato il 18 Ottobre 2015
Sarà Silvio Berlusconi a chiudere oggi, domenica, alle 11,45 in diretta telefonica la convention giovanile nazionale “MuovitItalia 015”, in svolgimento a Catania promossa dall’associazione “Meridiana” del deputato Basilio Catanoso e dell’eurodeputato Salvo Pogliese, e dalla “Fondazione della Libertà” del sen. Altero Matteoli. Prima ancora, sempre al “Romano Palace” della Plaja di Catania il programma prevede l’assise finale della tre giorni: “Il peggior Governo della Storia: Prontuario per uscire dall’incubo Crocetta” che vedrà protagonisti Angelo Attaguile (Lega-Noi con Salvini), Toto Cordaro (capogruppo Cantiere Popolare Ars), Giovanni Di Mauro (capogruppo GAL-M.P.A. Ars), Marco Falcone (capogruppo F. I. Ars), Gino Ioppolo (Lista Musumeci Ars), Sandro Pappalardo (Fratelli d’Italia), tutti coordinati da Fernando Adonia e Massimiliano Giammusso.
Intanto nel pomeriggio di ieri, ampio spazio nello stracolma sala auditorio, per il dibattito “Dall’Italia all’Europa, sfida al futuro” con la partecipazione della delegazione di Fi al Ppe. Da Lara Comi ad Elisabetta Gardini, da Stefano Maullu, ad Alessandra Mussolini e Massimiliano Salini a Salvo Pogliese, uno dei padroni di casa. Il confronto con i ragazzi di “Muovititallia”, guidato dal giornalista Mario Barresi e da Antonio Bonanno, è stato chiuso da Antonio Tajani. Salvo Pogliese ha aperto gli interventi: “Forza Italia sta caratterizzando la linea del Ppe, a partire dalla immigrazione e lo dico da Siciliano, terra in prima linea – dice Pogliese -. Dopo aver assistito ad anni di silenzio assordante, finalmente pare che la Ue abbia invertita la rotta. E Forza Italia ha chiesto la linea di demarcazione netta tra i profughi, da accogliere, e i migranti economici, la stragrande maggioranza degli immigrati. Ma ha anche chiesto un piano di ripartizione concreto dei profughi oltre che, nella sostanza, pure la modifica del trattato Dublino3: una nostra rivendicazione.
Non solo immigrazione – prosegue Pogliese -, perchè abbiamo intrapreso battaglie importanti e significative per la protezione e promozione del Made in Italy, come ad esempio la tutela qualitativa dell’olio di oliva italiano, anche contro le quote aggiuntive a favore di Tunisi, a differenza di quel che ha fatto il rappresentante italiano in Commissione, Mogherini”. Spazio anche ai Fondi strutturali “rischiamo di perdere oltre 500 milioni di euro, oltre a quanto fatto dal governo Renzi che, con i Pac, ha penalizzato il Sud per finanziare una azione nobile, la detassazione giovanile, che di fatto ha favorito un percorso soprattutto a favore del Nord Italia”.
Lara Comi si è soffermata sulla quotidiana presenza delle leggi europee nella vita di tutti i giorni di ogni italiano: “L’80 per cento delle leggi italiane derivano dalle leggi europee. Spiace pensare che la Sicilia che riceve fondi maggiori rispetto ad altre regioni non sappia spenderli. I giovani devono capire che la politica non è un lavoro, è un servizio che ha un inizio e una fine, la vita è altro: è un lavoro e tante altre esperienze”.
Elisabetta Gardini: “Forza Italia ha lo spirito di chi si è prestato alla politica e da Fi forse se ne sono andati i mestieranti della politica che avevano visto questo movimento come un taxi. Noi vogliamo essere invece forza propulsiva della società e dei giovani talenti. Stiamo vivendo in Europa un periodo di cambiamento complesso e Fi ha dimostrato nel tempo di tenere la barra dritta, recuperando anche forse un po’ di orgoglio. Noi con un leader come Berlusconi non solo possiamo ritrovare una nuova identità per il Paese ma anche per l’Europa”.
Stefano Maullu: “Chi sta qui, assieme a Salvo, Basilio, Altero, sta qui perché ha fatto un percorso di coerenza; chi lascia un partito non ha percorsi di coerenza alle spalle: miracolati della politica. L’Europa ha bisogno di raccordi maggiori con in territori, con le regioni ma con una sintesi vera, cioè fare reti territoriali e nazionali per dei cambiamenti in Europa che siano concreti e non astratti”.
Alessandra Mussolini: “Su Fini? Potrei parlare per giorni, altro che tweet. Immigrazione? Non accettiamo la abolizione dei visti, perché questo porterà a nuove ondate di immigrazione, dove all’interno, e va detto, ci sono anche infiltrati, terroristi. Invece in Italia, piuttosto che di parlare di famiglie, di lavoro, di economia, ci dilettiamo a parlare di Lgbt. Mah. In Europa si parla di cose 10 anni avanti. In verità abbiamo un grande partito, una grande classe dirigente. Bisogna essere leali: io non nasco in Forza Italia, ma sono adesso più di Forza Italia di alcuni nati nel 94”.
Massimiliano Salini: “Il punto da cui fare ripartire l’Europa è il rilancio del baricentro mediterraneo, quindi dall’Italia, ripartendo, ad esempio dai trasporti e dalle infrastrutture, ma non come sistema sociale o della depressione ma come volano di modernità e di sviluppo. Voglio che l’Italia in Europa sia proposta e non inseguitore.”
Nel dibattito, prima della chiusura di Tajani, Enzo Vitale, è intervenuto l’avvocato e docente Enzo Vitale: “L’Europa c’è come apparato burocratico ma è un’Europa che appare senz’anima, perché ha dimenticato tre città: Atene (la capacità dello spirito critico e della filosofia). Poi è stata dimenticata Roma (il diritto, la storia del diritto). Quindi Gerusalemme (il cristianesimo) lo dico in senso aconfessionale. Poi non c’è la separazione dei poteri.
Poi l’intervento conclusivo di Antonio Tajani:
“L’Europa fa parte del nostro Dna politico in quanto tale, è la nostra identità, il minimo comune denominatore che unisce più di mezzo miliardo di persone anche al di fuori dell’Ue. Fa parte del nostro pensiero politico, del centro destra italiano, una Europa che stava insieme tutta contro le invasioni russe in Ungheria, fatto eccezione per i comunisti. Il diritto romano è la nostra civiltà giuridica, il cristianesimo è ancora oggi il nostro modo di difendere i diritti umani, anche con le competenze dello Stato. Vogliamo realizzare un modello di società che non è l’Euro, che non è la Bce, Hollande o la Merkell, è qualcosa di più importante: è la nostra civiltà. Ma la nostra identità europea oggi è debole. La nostra battaglia è dare una identità all’Europa, anche per evitare che chi viene da fuori ci veda deboli. Il Califatto attacca perché ci vede deboli, perchè la società occidentale appare debole”.
E, ancora: “Ho seguito Berlusconi perché era il migliore portabandiera contro l’allegra macchina da guerra di Occhetto. E sono anche distante dal progetto di Renzi, anche se non ho capito quale sia. Dobbiamo cambiare questa Europa: abbiamo studiato il latino e il greco, che palle, ma quello studio ci fa capire chi siamo, da dove veniamo.
Oggi rischiamo l’invasione di milioni di migranti economici e se non riusciremo ad esprimere una politica forte figlia di quella identità, non solo rischiamo di mandare in frantumi l’Europa, ma soprattutto l’identità europea. Su questa vicenda si gioca la storia. La difesa delle frontiere, una strategia per la Siria, per la Nigeria, per il Corno d’Africa: non possiamo sempre chiedere agli americani di farlo. Tutte le iniziative che Fi sta facendo sono figlie di questo percorso. Perché il percorso dell’Italia che produce, dei piccoli e medi imprenditori gli unici che possono creare posti di lavoro, non la pubblica amministrazione. La grande battaglia contro la malavita è quello di restituire dignità ai lavoratori, quindi una forza politica deve lavorare per costruire lavoro. I valori, quindi, la centralità della persona, di essere un cittadino libero. Non abbiamo attaccato manifestati da piccoli per fare i ministri, ma perché ci credevamo. Valori europei espressi dal centrodestra, Almirante ad esempio, come unione politica, modo di visione di sviluppo. Siamo nel Ppe perché abbiamo gli stessi valori. Altro che uscire dall’Europa: noi andiamo avanti.
Infine, a sera, il dibattito: “Parte dal territorio il buon governo del centrodestra”, con la partecipazione di alcuni deputati regionali delle diverse regioni d’Italia.
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