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Politica: Organismi di Composizione della Crisi (OCC) per abusare gli italiani disperati
Pubblicato il 29 Luglio 2016
di Carlo Majorana Gravina
Wonderful summer, wonderful Sicilia…, scendono a frotte le truppe cammellate a puntellare situazioni improbabili e traballanti loro, dicendo di farlo per quelle altrui. Così, su questa cifra, si sono riuniti a convegno due sottosegretari di Stato, Lotti e Faraone (il volto lombrosiano vagamente travisato da una barbetta vacanziera), il rettore Pignataro, Bianco sindaco (a rischio di ricorso costituzionale) della città metropolitana di Catania, i deputati Berretta e Causi, il deputato regionale D’Agostino.
Il convegno, organizzato dall’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) “La tutela degli onesti” istituito dal Comune di Acireale per iniziativa dell’assessore Alessandro Oliva, accreditato presso il Ministero della Giustizia, era intitolato “Un futuro per le imprese – Dignità per le persone” e multi-sottotitolato “Sviluppo, rilancio dei consumi e risanamento delle imprese”, “Sovra-indebitamento contenitore di illegalità”, “Una rete di Organismi Comunali al Servizio delle Imprese e delle Famiglie”, presenti per dovere istituzionale (quindi non ne facciamo la tara) il prefetto Maria Guia Federico (presenti due sottosegretari!), gli ospitanti sindaco Barbagallo e referente OCC Alessandro Federico e, per dare spessore culturale e contenuti, il procuratore Patanè e la presidente della VI sezione del Tribunale di Catania Acagnino.
Accolta da applausi la “minaccia” di Bianco: far aderire a “La tutela degli onesti” tutti i 58 Comuni della città metropolitana (strategia del rospo).
Nell’illustrare la legge 3 del 2012, enfaticamente detta “salva suicidi”, varata sotto la spinta emotiva dei numerosi gesti estremi e di protesta registrati sin dalla primavera-estate precedente in relazione agli insostenibili oneri fiscali che gravano su imprese e cittadini, Acagnino ha spiegato “l’idea è garantire la solvibilità dei soggetti ed incontrare le esigenze del territorio che attualmente vive una situazione endemica e deve ripartire, con un’attività demandata ai professionisti sotto il controllo della Giustizia, onde evitare l’abuso dello strumento”. Poiché non è ben chiaro come applicarla (molte trasmissioni televisive nazionali se ne sono occupate), starebbero partendo dei corsi di formazione di 280 ore per laureati, affinché possano diventare gestori della crisi in sinergia con l’OCC e l’Università “nuova professionalità e opportunità di lavoro per rispondere al disagio del territorio”: questo spiega la presenza del rettore Pignataro che, sulla carta, sarebbe un economista ma, come Monti, non resiste alle sirene del potere. Lotti, dichiarandosi soddisfatto, ha promesso stanziamenti: a favore di chi e quanti non si sa. Altrettanto aveva fatto il suo predecessore Delrio qualche giorno fa, nel secondo convegno nazionale sulla Mobilità sostenibile. Promesse a cuor leggero che fanno ritenere e sperare che il governo stia per cadere.
L’Ordine Forense, sia ben chiaro, ritiene la procedura prevista nell’articolato della legge 3/2012 atipica: con essa lo Stato si istalla, in modo invasivo e pervasivo, sui patrimoni individuali e aziendali. L’attuale governo italiano, da tempo proteso a varare un’imposta patrimoniale, in tal modo si intrufola nei patrimoni e, supportato da professionisti superficiali o senza scrupoli, li espropria: un disegno criminale anticostituzionale che spiega la presenza di tante “marchette” politically correct accorse nell’elegante sala barocca di Acireale. In pari data il quotidiano locale annunciava analoga iniziativa sindacale.
Andando alla radice del problema, perché aziende, famiglie e cittadini sono in “sovra-indebitamento incolpevole”? Il governo si rende conto del fatto che la pressione fiscale italiana, oltre che insostenibile, è immorale? Che non è il nome Equitalia a farti equo? Il ministero della Giustizia, venendo a conoscere approfonditamente la consistenza patrimoniale dei sovra-indebitati si fa leviatano, con evidenti limiti di costituzionalità.
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