“Oggi pomeriggio presenterò in consiglio comunale, insieme alla consigliera del Pd Antonella Monastra, una mozione contro i decreti legge di iniziativa governativa n° 13 e 14, i cosiddetti “Minniti” in materia di immigrazione e sicurezza delle città – afferma il consigliere Alberto Mangano del Mov 139.”
“Pur nella diversità degli ambiti di intervento e applicazione – prosegue Mangano – entrambi i provvedimenti hanno una vera e propria “ideologia” ispiratrice di fondo, che è quella di rispondere con una logica persecutoria e securitaria a problemi sociali e di marginalità sociale, siano essi riguardanti soggetti deboli presenti nelle città e/o migranti, con l’evidente risultato perseguito di acuire l’esclusione sociale e lo scontro nelle comunità.
Per quanto riguarda il decreto n° 13 – continua il consigliere del Mov 139 – la norma si inserisce in un contesto di accordi – tesi al rimpatrio dei migranti – realizzati e auspicati dall’attuale esecutivo – con stati dittatoriali e/o comunque dove non sono minimamente tutelati i diritti minimi delle persone ivi provenienti o transitanti – come la Libia (rispetto all’accordo per il quale l’Italia ha già ricevuto una condanna dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2012), e il Sud Sudan; mentre il decreto 14 appare in buona parte ricalcare nella sua logica il cd “pacchetto sicurezza” dell’allora ministro Maroni nel dare poteri sanzionatori di vario genere in particolare ai sindaci contro varie categorie considerabili – in quanto fragili e socialmente marginali – causa di arrecare danno “al decoro”, alla “quiete pubblica” e alla “moralità” (come esplicitamente indicato nel decreto attuale).
Pertanto chiediamo al Consiglio Comunale, al Sindaco e all’intera giunta – conclude Alberto Mangano – di farsi portavoce presso il Governo e il Parlamento affinchè vengano ritirati i due decreti e altresì rafforzata la collaborazione con i Comuni per l’incremento dell’accoglienza diffusa, l’incremento dei fondi per le politiche sociali, d‘inclusione e di riduzione della marginalità sociale e ad agire in tutte le sedi possibili e deputate per opporsi all’applicazione dei provvedimenti previsti nei decreti suddetti – anche parzialmente – qualora istituzioni della Repubblica sovra ordinate al Comune ne imponessero l’applicazione.”
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