Politica: Pd, tra spifferi e correnti. Abbiamo intervistato Tony Caddozzo!

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di iena delle correnti marco benanti

Tony Caddozzo (nome di fantasia), l’appuntamento di lunedi con “Sinistra è Cambiamento” è un momento fondamentale della storia del movimento operaio?

E’ dai tempi del biennio rosso che non si respirava questo fermento. Nel nostro gruppo WhatsApp siamo tutti molto carichi. Il messaggio è “facciamo quadrato”. Ma per favore va, lasciamo stare.

Avete un gruppo WhatsApp?

Sì ” i Volenterosi”, perché ci vuole una grande forza di volontà a mettersi in questa avventura suicida.

Non sei convinto di “Sinistra è Cambiamento”?

La verità? No e non sono il solo. A qualcuno l’ho pure detto. E” un’operazione senza futuro che guarda ad uno spazio elettorale inesistente o già occupato da altre correnti Pd, una specie di corrente civetta che, almeno nelle intenzioni, serve a recuperare voti degli elettori di sinistra al Pd per poi contrattare con Renzi o chi per lui qualche posto in lista. Un’operazione destinata ad un clamoroso fallimento. Ma poi tu ce lo vedi uno di sinistra che vota Pd solo perché lo dice Damiano? Al momento del voto noi dovremmo andare dai lavoratori a dire di sostenere Damiano e compagnia cantando cioè quelli che hanno votato il job act e tutte le schifezze renziane? La vedo molto dura. Sono pessimista e amareggiato.

A leggere i nomi dei promotori cosa ti viene in mente? Ci aiuti a capire?

Nulla di nuovo, tutti funzionari della Cgil provinciale. Burocrazia.  Personaggi improvvisati, senza alcun seguito. Anche qui vorrei dire: vogliamo fare una cosa di livello? E’ inutile imporre personaggi cooptati. Puntiamo su persone che abbiano un qualche radicamento e una qualche rappresentatività, che siano conosciute per le battaglie, che esprimano una ventata di novità e non su figure, per carità perbene, ma inconsistenti.

Ma l’ex ministro Damiano che ci viene a fare a Catania?

Se non viene a Catania non vedo dove dovrebbe andare. La sua corrente esiste solo a Catania. E un po’ esiste nell’astigiano-cuneese.

Nell’astigiano-cuneese? E che c’entra?

E’ dove è nato Damiano, la sua terra di origine.

A proposito: ma Damiano chi rappresenta?

Ripeto solo questo gruppo di Catania e poi qualche familiare in Piemonte. Per carità è uno che cerca di darsi da fare ma non se lo fila nessuno. Ogni tanto prova a proporre qualcosa, a mettere qualche toppa alle cose che lui stesso ha votato, tipo come ha fatto sulle pensioni e gli esodati o sul job act. Il problema è che quelle cose tipo la Riforma Fornero e il job act le ha votate pure lui e la gente non dimentica E’ come se ferisci a morte uno con il coltello e poi gli regali un cerotto. Ma dove dobbiamo andare.

Ma il Pd aveva bisogno di una nuova corrente?

Chiamarla corrente mi sembra esagerato, al massimo è uno spiffero, una componente residuale, una minoranza della minoranza, persino più sfigata di quella di Speranza. Voglio lanciare un appello ai compagni:usciamo da questo recinto angusto e un po’ vetero in cui ci stiamo ficcando finché siamo in tempo, buttiamoci nella mischia, osiamo di più. Ha ragione chi dice, come Giacomo Rota, che a questo punto tanto valeva buttarsi con Speranza.

Ma almeno a Catania siete tanti?

Purtroppo sempre meno. Siamo sempre gli stessi e ci spostiamo alle iniziative come i carri armati di Mussolini per fare numero e dare l’idea di essere forti e di impressionare. Ma non si impressiona più nessuno. Ormai ci hanno preso le misure.

E lo siete? Forti intendo

Abbiamo perso tanti pezzi. Tanti si sono allontanati, serbando rancore e disprezzo. Se continua così alle prossime elezioni facciamo il cappotto.

Chi la finanzia questa corrente, chi paga il Nettuno?

E che ne so, penso Damiano.

Qualcuno dice che nemmeno la Dc degli Anni Cinquanta era ridotta in questo stato, vero?

Più che altro non esprimiamo novità, siamo un po’ polverosi.

A proposito: nel Pd di Catania chi comanda? Si dice che il segretario Napoli non si faccia trovare e che il gruppo egemone lo voglia mettere alla porta al più presto: ti risulta?

Napoli è il peggio che il Pd catanese abbia mai avuto. Fa bene a tenersi alla larga tanto non se ne accorge nessuno. Al momento il Pd catanese è peggio della Siria, una continua guerra tra bande. Ma sta per essere scalato da Sammartino e Sudano che vogliono prendersi i circoli. La vera faida sarà sul nome del nuovo segretario. Bianco e la Cgil puntano su Pierangelo Spadaro (sai che entusiasmo!) ma assieme non hanno la maggioranza. E poi c’è Berretta che punta a scardinare tutto, anche l’amministrazione comunale. In questo sembra abbia ritrovato una sintonia anche con Sammartino. Tra i due, da quel che mi risulta, ci sarebbe stato qualche abboccamento. E comunque presto il pd catanese diventerà sammartiniano.

Le malelingue dicono che il gruppo attorno alla Cgil (Villari-Raia-Rota) sia in flessione e che stia tentando ogni via per tornare ai “vecchi fasti”: ma ci voleva forse una nuova corrente per farlo?

Ma quale spifferi e correnti. Ci voleva più coraggio per recuperare il consenso perso. E’ finito il tempo delle truppe cammellate. La gente ormai ragiona con il proprio cervello, salvo qualche tenace eccezione.Se facciamo sempre lo stesso errore proponendo personaggi improbabili il risultato non cambia. Mi pare che a dirlo era Einstein.

Finale: lunedì ci vorranno più caffè per resistere alla noia oppure più valeriane per calmare alcuni animi?

Sarà una cosa da tagliarsi le vene ma se vieni ti offriamo un bignè.

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Redazione Iene Siciliane

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