Pubblichiamo il testo che gli appartenenti alla Fgci avrebbero voluto portare, da sè, all’assemblea in federazione….Da leggere con attenzione. E’ un pò pesante, ma se avete già sentito parlare Luca Spataro (Pd) o Luca Cangemi(Rifondazione) allora siete “ben allenati”. Allora, andate avanti. Ma con moderazione e discrezione….
a cura di “iena sgradita all’appaltante governo americano” Marco Benanti“La situazione venutasi a creare nel corso degli ultimi due mesi all’interno della federazione di Catania pone una grave questione democratica all’interno del nostro partito.
Di fronte alla scelta assunta dai vertici nazionali del Pdci, nei fatti al di fuori di un reale confronto con l’intero corpo del partito, e consistente in un’apertura incondizionata alla coalizione dei Democratici e progressisti (un’apertura compiuta nella totale assenza di chiari e concreti paletti programmatici, come l’abolizione delle riforme Fornero o del pareggio di bilancio in Costituzione/fiscal compact, e senza tenere conto dell’appoggio decisivo fornito dal partito più consistente della coalizione, il PD, all’esecutivo guidato da Mario Monti), la parte maggioritaria della FGCI della provincia di Catania ha deciso all’inizio di novembre di colmare il gap di discussione democratica producendo un contributo che stimolasse la discussione sul profilo delle alleanze elettorali. Il contributo in questione è costituito da un documento pubblico in cui si poneva come necessità centrale per il nostro partito la costruzione di un’aggregazione ampia che unificasse tutte le soggettività politiche che nel corso dell’ultimo anno avevano espresso un’opposizione alle politiche montiane.
Il nodo dell’alleanza con i Democratici e progressisti veniva posto in subordine, visto che solo una simile aggregazione avrebbe potuto permettere un eventuale dialogo con il PD su posizioni di forza accettabili.La risposta da parte dei vertici del partito a questo documento è stata di tipo autoritario e paraburocratico: con una serie di atti che si ponevano al di fuori dallo statuto del nostro partito (ben documentati all’interno di una lettera inviata a tutti gli organismi provinciali e nazionali del partito), gli organismi dirigenti della FGCI della provincia di Catania sono stati azzerati d’imperio, ovvero senza seguire le normali procedure previste. A questo va aggiunto una totale assenza di trasparenza da parte della segreteria provinciale del PdCI di Catania, la quale ha calato una cortina di ferro sul piano informativo, e quindi politico: non comunicando ad esempio le dimissioni del portavoce regionale Federico Martino a causa della non condivisione da parte di quest’ultimo della linea nazionale; oppure non comunicando le riunioni degli organismi dirigenti (come ad esempio l’attivo regionale in questione) ai compagni della FGCI autori del documento sopra richiamato.Nel frattempo, l’evoluzione del quadro politico e la chiara indisponibilità del PD ad includere il PdCI nella coalizione dei Democratici e progressisti (centro-sinistra), ha costretto il gruppo dirigente nazionale ad abbandonare la prospettiva di un’interlocuzione solitaria con il PD e a vagliare e perseguire l’ipotesi avanzata dalla FGCI di Catania, precedentemente scartata e considerata come “irrealizzabile” e “fuori dalla realtà”, ovvero la costruzione di un’aggregazione di forze a sinistra del PD. L’evoluzione del quadro politico nazionale avrebbe poi reso ancora più credibile e appetibile questa prospettiva con la disponibilità della figura di Antonio Ingroia a guidare un simile raggruppamento di forze, portando tra l’altro in dote e arricchendo il progetto attraverso l’adesione del mondo dell’associazionismo e della società civile.La FGCI di Catania sarebbe dunque stata azzerata d’imperio e autoritariamente nonostante avesse espresso una posizione perfettamente in linea con le attuali prospettive di alleanza. Tutto ciò mette in luce non solo l’assenza di trasparenza di una parte della dirigenza nazionale nel portare avanti la linea politica, ma anche l’incapacità della stessa nel gestire le diverse sensibilità interne al partito e nel salvaguardare la stessa adesione degli iscritti a quest’ultimo. Infatti, le modalità autoritarie con cui la precedente prospettiva di alleanza solitaria con il PD era stata imposta hanno causato non pochi malumori da parte di sezioni e federazioni provinciali appartenenti all’intero territorio nazionale, con tutto ciò che ne conseguirebbe in quanto al rischio di defezioni degli iscritti.Se è vero, come affermano taluni, che l’attuale linea politica sarebbe in lavorazione e preparazione da mesi, non si capisce perché la FGCI di Catania sia stata azzerata per avere prospettato una lista unitaria a sinistra. Se è vero che la posizione della FGCI di Catania era contraria agli orientamenti nazionali, logica vuole che questi ultimi siano stati modificati negli ultimi mesi.Alla luce di quanto esposto, chiediamo il ritiro dell’illegittimo provvedimento di azzeramento degli organismi provinciali della FGCI di Catania”.
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