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Politica Piddì, bilancio de l’Unità: Bianco non all’altezza
Pubblicato il 12 Settembre 2016
di marco pitrella
Bontà sua, ne esce sconfitto il sindaco di Bianco vestito; la gestione “politicamente corretta” è mancata all’appello durante la Festa.
Nella città dove tutto è possibile se così s.o.stiene la convinzione dominante, spettava ad Enzo IV saper governare quelli che hanno fatto “buuu” perché non invitati al confronto, quasi fosse diritto di tutti proferir parola in una Convention (maiuscolo) di partito (minuscolo).
In fondo, sarebbe bastato ricordare loro che la democrazia è anche ascolto.
Come governarli? col “Ghe pensi mi”(alla catanese).
La politica, del resto, è l’arte di fare buon viso a cattivo gioco, si sa… venghino signori, venghino! dunque. S’accomodino dietro una quinta. Prego, parli professoressa, dichi, dichi! ha già finito? bene, le faremo sapere… così andavano guidati dal sindaco i “buuu”. “E ve lo devo dire io”?, il “pensiero stupendo” che circolava tra le gggenti, mormorandosi, fra l’altro, che il sindaco avesse gettato, con l’alleato Cigiellino, 2mila volontari al tavolo delle trattative: chi l’ha visti?
In principio, inoltre, ottenuta “dal Nazionale” (così lo chiamano) l’organizzazione della Festa, Enzo IV avrebbe dovuto convocare quantomeno le opposizione alla sua giunta che nulla hanno a che vedere col Piddì cittì.
Perché?
Visto il desiderio di dire “ci sono anch’io” delle opposizioni, volantinaggio, banchetti e propaganda davanti la villa andavano agevolati sempre per far buon viso a cattivo gioco, appunto.
Ciascuno “facci” il suo, doveva essere l’accordo: una stretta di mano e chi sbaglia paga.
Invece, Enzo IV è rimasto seduto, un po’ come nell’amministrare quotidiano a interpretare il ruolo […].
Perché , come già detto , la democrazia è anche ascolto laddove, però, c’è il “compromesso”.
Qui, ancora una volta, è cascato Bianco.
La Festa de l’Unità è costata alla città quanto un’occasione mancata, peccato.
Che il sindaco non sia stato all’altezza è, “naturalmente”, sotto gli occhi di tutti.
Bontà sua, amara nostra.
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