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Politica, Presidenziali: ecco il retroscena del mancato voto del Governatore Crocetta
Pubblicato il 01 Febbraio 2015
di iena meg iphone
Pare si dice e si mormora che Crogetta, cranTe elettore della Sigilia con furore, non abbia partecipato al primo voto, quello di giovedì, per l’elezione del Presidente della Repubblica… non perché impegnato a fare cabinetto cranTe, ma, come narrato nelle trame senza storia per giocarsi l’ “asso piglia tutto” Fiumefreddo.
Al nome di Sergio Mattarella “io non gi sto”- parafrasando il premio Oscar Luigi Scalfaro – avrebbe detto Saro, in quanto “Antonio l’avvocato rappresenta la Sicilia pulita-lavata-stirata che combatte per la liberazione dai poteri criminali.”
Ma prima che Crogetta e Lumia, la ditta C&L – la comunione&liberazione della rivoluzione – potessero accusare l’intero Parlamento in seduta comune di maffffffia, Matteo in punta di pennello – come fosse cinghiale la grande marca – s’è messo dietro al PresiDentice, quello sigiliano; questo “il capolavoro politico” tanto blasonato in tutte le bacheche – benedette come i santi del calendario – che Mark Zuckerberg ci ha donato.
Il resto l’hanno fatto i renzini, spiegando a Crocetta, che in tema di legalità non sa andare oltre una conferenza dei servizi amministrata da AddioPizzo, che Sergio Mattarella uomo di Stato già lo è Stato. Pi daveru.
Tra spirito di patate, spirito di belzebù e CosSiga master system, l’Italia è nostaligica del metodo democristiano, pur con la coscienza cattolica ormai equivoca e sbiadita.
Saro continua a far ballare la samba ai maroni dei lavoratori della formazione… del resto il moTello Sigilia prevede diritti a patti i casa – il Tar scambiato per un Tir e il flop del click day della Scilabra (per citare gli autogol più musicali del governo) – e obbedienza incondizionata degli incendiari, pompieri e fieri forestieri del reale che, con la coda tra le gambe sono legati al reame da un codardo silenzio consortile e acre più della lumia.
Con l’elezione di Mattarella, alla Corte Costituzionale, s’è liberato un posto… che ci vada Fiumefreddo? E se ci andasse, invece, un ex “toga rosa” che proprio Antonio dal suo giornale aveva candidato al Quirinale?
Vabbè, in quel caso, Antonio non rimarrebbe mica in sottttannnnna. Con il giro giro tonTo intorno al cerchio magico farà comunque bingo… anche se ormai, il cerchio magico, somiglia sempre più a un hula hoop-op-op-op-gadget incarico da circolo equestre.
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